2025-11-02
L’altra guerra di Zelensky per i pieni poteri
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Attivisti civili e membri dell’opposizione contro il leader ucraino: «Mette a tacere i critici accusandoli di lavorare per i russi». Un processo autoritario per non avere concorrenti alle prossime elezioni. Purghe «gratuite» anche nel settore energetico.L’intelligence festeggia. Mosca colpisce le reti elettriche e si avvicina a uno snodo chiave.Lo speciale contiene due articoliMentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a chiedere aiuti alla comunità internazionale per sconfiggere la Russia, in patria fa il bello e cattivo tempo, mettendo all’angolo le voci che potrebbero intralciare una sua futura corsa presidenziale. A dirlo sono gli attivisti della società civile e i parlamentari dell’opposizione. Il caso riguarda l’arresto dell’ex capo della compagnia energetica statale Ukrenergo, Volodymyr Kudrytskyi. Lo scorso 28 ottobre è finito in manette con l’accusa di appropriazione indebita nel contesto di gare d’appalto per la ricostruzione di impianti energetici. Il suo fermo ha scatenato l’indignazione degli attivisti e dell’opposizione. La visione, piuttosto diffusa, è che Zelensky e i suoi alleati politici usino la legge per mettere a tacere gli oppositori e i critici, utilizzando una tattica ben precisa: chi non è nelle grazie della leadership ucraina viene accusato di corruzione o di collaborare con la Russia. Lo scopo sarebbe impedire a potenziali concorrenti di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali. Facendo un passo indietro, Kudrytskyi ha guidato la compagnia dal 2020 al 2024, anche in pieno periodo di guerra. La capacità di far fronte all’emergenza, anche durante i bombardamenti russi, lo aveva reso un partner affidabile agli occhi dei dirigenti del settore energetico a livello internazionale. Improvvisamente, un anno fa era stato licenziato con la motivazione di non essere riuscito a proteggere la rete elettrica ucraina da alcuni raid russi. Il suo allontanamento aveva sollevato le preoccupazioni di Bruxelles. Al momento del licenziamento, Kudrytskyi si era confidato con Politico, sostenendo che si trattasse di un tentativo della leadership ucraina di «centralizzare il potere». Temeva inoltre che l’azienda statale potesse finire sotto il controllo di «individui corrotti». Aveva poi spiegato: «Se non avessimo operato in modo indipendente negli ultimi due anni e più, posso garantire che non avremmo superato gli inverni più rigidi che qualsiasi gestore di un sistema energetico abbia mai sperimentato». Il recente arresto è l’ultimo colpo di scena che non allontana i sospetti sulle manovre presidenziali, ma li avvicina. Tra le testimonianze raccolte da Politico, il deputato dell’opposizione, Mykola Knyazhitskiy, non ha nascosto i suoi timori: crede che l’ufficio presidenziale usi i tribunali «per sgomberare il campo dai concorrenti» nelle elezioni del prossimo anno, qualora si raggiungesse il cessate il fuoco. Di un parere simile è anche l’attivista ucraina e direttrice dell’Anti-corruption action center, Daria Kaleniuk: già lo scorso luglio aveva commentato che Zelensky, con la scusa della guerra, stava tentando di monopolizzare il potere, minacciando la tenuta democratica del Paese. Kaleniuk, dopo che ha assistito all’udienza preliminare di Kudrytskyi questa settimana, è ancora più convinta che si tratti di una mossa puramente politica. Ha riferito che il caso, dal punto di vista legale, non ha senso, non essendo nemmeno «dimostrato» che Kudrytskyi «abbia tratto alcun beneficio materiale». Un’interpretazione che è stata condivisa dalla parlamentare dell’opposizione, Inna Sovsun: «Non ci sono prove che Kudrytskyi si sia arricchito. Non posso fare a meno di pensare che tutto questo sia motivato politicamente». L’ex capo di Ukrenergo, stando a quanto riportato da Kyiv Independent, è stato rilasciato su cauzione giovedì e «gli sarà richiesto di indossare un braccialetto elettronico, di consegnare i passaporti e di non lasciare la città senza il permesso del tribunale» hanno detto i suoi avvocati. Peraltro, il Kyiv Independent ha lanciato una stoccata all’Ue, dicendo che è stata «palesemente in silenzio sulla questione del suo arresto».Ma non è finita qui: il caso Kudrytskyi preoccupa anche gli stessi dirigenti del settore energetico ucraino. Con la Russia che ha intensificato gli attacchi contro le infrastrutture energetiche, sta prendendo piede l’idea che la leadership ucraina sia alla ricerca di un capro espiatorio. Con l’inverno alle porte, se si accusano i capi del comparto energetico di essere stati inadempienti, diventerebbe più semplice per Zelensky placare il malcontento dei cittadini ucraini. Ukrainska Pravda, due settimane fa, ha fatto presente che alcuni ex dirigenti del settore energetico temono di finire nel mirino di Zelensky con l’accusa di non aver fatto abbastanza per mettere al riparo le infrastrutture dai raid di Mosca. A tal proposito, un esperto di politica estera che ha lavorato per il governo ucraino ha raccontato a Politico: «Ci sono zone dell’Ucraina che probabilmente non avranno elettricità fino alla primavera. Negli appartamenti di Kiev ci sono già 10 gradi Celsius, e la città potrebbe benissimo avere blackout prolungati. La gente è arrabbiata per questo, quindi l’ufficio del presidente ha bisogno di capri espiatori».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/volodymyr-zelensky-ucraina-pieni-poteri-2674257228.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="kiev-annienta-un-oleodotto-a-mosca-infuria-lassedio-russo-a-pokrovsk" data-post-id="2674257228" data-published-at="1762075247" data-use-pagination="False"> Kiev annienta un oleodotto a Mosca. Infuria l’assedio russo a Pokrovsk Nella notte tra giovedì e venerdì le forze ucraine hanno condotto un’operazione in profondità nel territorio russo, prendendo di mira un’infrastruttura strategica nella regione di Mosca. Secondo l’intelligence militare di Kiev (Hur), l’attacco ha interessato l’oleodotto Koltsevoy, un impianto di circa 400 chilometri che collega le raffinerie di Ryazan, Nizhny Novgorod e Mosca, garantendo il rifornimento di carburanti all’esercito russo.Le esplosioni, avvenute nei pressi del distretto di Ramensky, hanno distrutto tre linee di trasporto, bloccando la distribuzione di benzina, gasolio e carburante per aerei. L’Hur ha definito l’operazione «un duro colpo alla logistica militare russa». Il capo dell’intelligence Kyrylo Budanov ha spiegato che simili azioni «producono effetti più incisivi delle sanzioni», perché mirano a paralizzare la capacità del Cremlino di sostenere la guerra sul lungo periodo. L’oleodotto, in grado di movimentare oltre sette milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno, era uno snodo cruciale per il rifornimento delle forze armate di Mosca. L’attacco si inserisce nella strategia ucraina di portare il conflitto dentro la Federazione russa, colpendo infrastrutture energetiche e militari per logorare la macchina bellica di Vladimir Putin. Ma mentre Kiev rivendica il successo dell’operazione, il fronte interno continua a subire pesanti perdite. Nel Sud dell’Ucraina l’esercito russo ha intensificato i bombardamenti sulla regione di Kherson, colpendo almeno 24 insediamenti, compreso il capoluogo. A renderlo noto è stato il governatore Oleksandr Prokudin, che su Facebook ha riferito di due civili uccisi e 22 feriti in seguito a un’ondata di attacchi con artiglieria, razzi e droni. Le esplosioni hanno interrotto la fornitura di gas e danneggiato una chiesa, un gasdotto, otto edifici multipiano e quindici abitazioni private.Prokudin ha denunciato che «le forze russe hanno preso di mira infrastrutture critiche e aree abitate, nel tentativo di fiaccare la popolazione civile». Nuovi attacchi hanno provocato feriti anche a Mykolaiv, dove, secondo il sindaco Oleksandr Sienkevych, missili balistici hanno colpito aree residenziali nella notte. Intanto, bombardamenti russi hanno danneggiato una sottostazione elettrica considerata essenziale per la sicurezza nucleare del Paese. Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, ha confermato che «gli attacchi alla rete elettrica dell’Ucraina rappresentano un pericolo costante per la sicurezza nucleare». Una squadra dell’Aiea ha verificato i danni e segnalato un impatto negativo sull’affidabilità dell’alimentazione agli impianti, mentre proseguono i lavori di ripristino.Più a est, nella regione di Donetsk, infuria la battaglia per Pokrovsk, città divenuta simbolo della resistenza ucraina. Secondo l’emittente pubblica Suspilne, i servizi d’intelligence di Kiev hanno lanciato una controffensiva per rompere l’accerchiamento russo, ma i combattimenti restano durissimi. Mosca sostiene di aver eliminato undici membri delle forze speciali ucraine e di aver accerchiato diversi battaglioni. Il presidente Volodymyr Zelensky ha ammesso che «la situazione resta complessa», negando però una resa. L’agenzia Ria Novosti riporta la testimonianza di un prigioniero, Vyacheslav Krevenko, secondo cui «il comandante ci aveva abbandonato e resistere non aveva più senso». Mentre le diplomazie occidentali insistono sulla necessità di nuovi aiuti militari a Kiev, la guerra continua a estendersi, travolgendo linee di rifornimento, città e villaggi. Gli ultimi raid dimostrano come entrambe le parti puntino ormai a colpire il cuore dell’avversario: Kiev portando la guerra dentro la Russia, Mosca rispondendo con fuoco e distruzione sulle città ucraine più vulnerabili.
Hartmut Rosa (Getty Images)
Luca Palamara (Getty Images)
Silvio Berlusconi (Getty Images)