2021-05-29
Vigili al suo servizio, De Luca nei guai. I giudici: «Danno da mezzo milione»
La Corte dei conti rivede al rialzo l'ammanco erariale. Il governatore è accusato di aver inserito nel suo staff quattro guardie municipali di Salerno con paghe da dirigenti. Ma per le toghe sarebbero dei «galoppini».Dei «segretari volanti», capaci contemporaneamente di gestire l'agenda del presidente della Regione e di guidare l'automobile che lo portava ai suoi numerosi appuntamenti. È questa l'audace linea difensiva adottata dai legali di Vincenzo De Luca nei giorni scorsi, di fronte all'accusa, ufficialmente formulata dal sostituto procuratore della Corte dei Conti Raffaele Maienza nella sua requisitoria contro il governatore campano, di avere inserito quattro vigili urbani di Salerno nel suo staff con stipendi da dirigenti, ma in realtà con mansioni da autisti. Anzi, a detta della stessa accusa nel momento più caldo del confronto in aula, i quattro fedelissimi di De Luca, una volta trasferitisi nel capoluogo campano, avrebbero verosimilmente svolto ulteriori compiti da miseri «galoppini» («forse gli facevano pure la spesa»), senza aver mai assunto il ruolo di concetto che il loro inquadramento nello staff del governatore e i relativi emolumenti avrebbero giustificato. Ne consegue, secondo la Procura della magistratura contabile, un danno erariale pari a circa mezzo milione di euro.Cosa che rende la vicenda ancor più rilevante, visto che la cifra è stata ritoccata al rialzo dopo una serie di riscontri dell'accusa, che inizialmente aveva ipotizzato un danno erariale di 403.000 euro. I fatti risalgono al giugno del 2015, quando De Luca, al momento di insediarsi alla Regione, chiamò a far parte del proprio staff quattro suoi collaboratori storici, all'epoca in forza alla polizia municipale di Salerno, città di cui, come è noto, è stato primo cittadino per molti anni. Fin qui nulla di illegale, tanto che la procura di Napoli, dopo aver acceso i riflettori sulla vicenda in seguito ad un incidente stradale risalente al 2017 in cui l'auto di De Luca aveva percorso contromano una strada e urtato uno scooter e a un successivo esposto dell'ex-assessore regionale Severino Nappi, ha deciso di archiviare le ipotesi di reato di abuso d'ufficio, falso ideologico e truffa richiamandosi alla legittimità del rapporto fiduciario tra l'esponente politico e i suoi collaboratori. Ma resta ora da vedere se sia stato legittimo, da parte di De Luca, triplicare da un giorno all'altro lo stipendio dei quattro vigili salernitani (da 15mila a 46mila euro annui), per fargli svolgere le stesse mansioni che svolgevano prima del sostanziosissimo scatto. Formalmente, i quattro ex-vigili erano stati inseriti nell'ufficio rapporti istituzionali della Regione Campania, salvo poi essere sorpresi a fare gli autisti e, come visto nel caso poc'anzi citato, anche in modo abbastanza rischioso. Da segnalare che nell'udienza in cui il sostituto procuratore ha pronunciato la propria requisitoria e formulato la richiesta di condanna per De Luca, quest'ultimo non è risultato presente in aula: in sua rappresentanza è andato ovviamente il suo avvocato Andrea Castaldo e una serie di testimoni, che però non sono stati ascoltati dal collegio giudicante. Si trattava del presidente di Eav Umberto De Gregorio, del sindaco di Salerno Enzo Napoli, dell'assessore al Bilancio Ettore Cinque, del portavoce Paolo Russo e del membro dello staff del governatore, Antonio Marciano. I cinque, però, non solo non sono stati ascoltati dai giudici ma non hanno nemmeno potuto assistere all'udienza, che si è svolta a porte chiuse. I magistrati contabili stanno dunque cercando di risalire alle ragioni di un così cospicuo aumento di stipendio e quindi di esborso per i contribuenti, a fronte di mansioni che prevederebbero una retribuzione decisamente minore. Secondo l'accusa, molto semplicemente, non si giustifica, poiché a suo avviso tutte le verifiche disposte hanno evidenziato che i quattro facevano per De Luca diverse cose, ma non curare i rapporti con la Conferenza Stato Regioni e col Consiglio Regionale, come invece indicato nei decreti di nomina. Nella sua requisitoria, Maienza ha aggiunto che la perquisizione degli uffici dei diretti interessati, a suo tempo, ha dato esito negativo, con stanze deserte e nulla che potesse far pensare a un'attività quotidiana di segreteria. A questo la difesa di De Luca oppone invece che i quattro ex-vigili di Salerno svolgevano mansioni di «segreteria volante», e hanno allegato agli atti un cospicuo numero di messaggini, whatsapp, mail e documenti che testimonierebbero il loro impiego coerente alla nomina.