2020-09-05
Viene aiutato solo chi subisce l’invasione
Per il contribuente onesto c'è solo un modo per non pagare le tasse e non consiste nell'evaderle, ma nel farsi invadere. Per lo meno fino a che ci sarà questo governo. Sì, la rivoluzione fiscale che ogni tanto promettono Giuseppe Conte e il capo dell'agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini, a quanto pare si traduce in un'invasione fiscale. Da un lato si aprono le porte ai migranti, dall'altro lo Stato chiude, posticipandola, la riscossione. Non importa che un'azienda sia stata ferma per mesi e non abbia incassato un euro o che gli introiti siano crollati a causa del lockdown: per l'Erario è sempre ora di pagare. A meno che casa vostra non sia stata presa d'assalto da centinaia se non migliaia di migranti. È questa la lezione che arriva da Lampedusa, isola divenuta tristemente famosa per essere il porto d'attracco di tutti gli extracomunitari in arrivo dall'Africa. Vista la situazione tragica, il governatore della Sicilia Nello Musumeci aveva minacciato la chiusura del centro d'accoglienza, paventando una misura estrema a tutela della salute pubblica. Ma alla fine ci ha pensato il presidente del Consiglio a mettere una pezza alla faccenda, introducendo un articolo nella bozza del nuovo Decreto scuola. Vi state chiedendo che cosa c'entrino Lampedusa, i migranti e le tasse con l'inizio delle lezioni? Nulla, ma proprio come è accaduto con la proroga dei vertici dei servizi segreti (decisione inserita all'ultimo nel Decreto semplificazioni), c'è sempre una manina pronta a infilare la cosa giusta al momento giusto. E dunque ecco fatta la norma che fa slittare le tasse dei lampedusani e pure degli abitanti di Linosa, altra isola presa d'assalto dai profughi. La decisione del governo riguarda, oltre che il versamento delle imposte, anche il pagamento dei contributi previdenziali, assistenziali e dei premi per le assicurazioni obbligatorie. Insomma, chi ha domicilio fiscale nei comuni isolani godrà di una moratoria fiscale fino alla fine dell'anno.Naturalmente siamo contenti che i lampedusani abbiano ottenuto un rinvio delle scadenze erariali. Meno contenti che non l'abbiano ricevuto i contribuenti e le aziende che hanno dovuto registrare un calo di fatturato e varie difficoltà in conseguenza del Covid. Ancora pesa il ricordo di quando, in pieno lockdown, il ministero dell'Economia concesse uno slittamento degli adempimenti fiscali di soli quattro giorni, dal 16 al 20 marzo, concedendo una settimana in più solo alle aziende con un fatturato inferiore ai due milioni, quasi che quelle con un giro d'affari superiore fossero esenti dagli effetti del coronavirus. Non meglio è andata con le scadenze successive. Nonostante i solleciti delle categorie coinvolte, l'esecutivo ha negato qualsiasi rinvio, concedendo solo qualche proroga in determinati settori, come quello turistico o dei trasporti e dell'intrattenimento. Perfino i commercialisti, che pure con la dichiarazione dei redditi guadagnano, hanno protestato. Ma la minaccia di uno sciopero a oltranza non ha smosso il ministero di una virgola, al punto che le aziende, anche se colpite da una forte riduzione delle attività, sono state costrette ad aprire il portafogli, pena pesanti sanzioni.Certo, è più facile concedere una dilazione di quattro mesi ai contribuenti di Lampedusa che a quelli del resto d'Italia. In fondo, rinviare gli adempimenti tributari degli isolani vale al massimo qualche milione, mentre se si parla di tutti quelli nazionali sono parecchi miliardi. Tuttavia, visto che il Pil nei primi mesi dell'anno è calato di circa il 13%, anche un bambino capirebbe che l'unico modo per risollevarlo consisterebbe in un maxi sconto fiscale. Oggi, nonostante le promesse del governo di erogare liquidità per centinaia di miliardi, ciò che manca alle imprese sono i soldi. E se il Fisco fa di tutto per spremere anche quelli rimasti è difficile che il Paese possa ripartire. Di certo, non ci riuscirà spalancando le porte ai migranti, come sembra credere qualcuno. Le tasse (rinviate) in cambio degli extracomunitari (accolti) sono una soluzione che non funziona. Risolve i problemi momentanei di un governo che non può respingere i clandestini, pena far esplodere la maggioranza, ma peggiora la situazione. Non a caso, ieri i grillini siciliani, stanchi di invasioni, hanno chiesto le dimissioni del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Bella prova di coraggio, ma anche bella contraddizione, per un partito che sostiene l'esecutivo.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)