2022-12-07
C’è una Via del vento sinofrancese che investe soffiando sulla Puglia
Michele Emiliano (Imagoeconomica)
Le manovre di Parigi e Pechino trovano terreno fertile nella regione di Michele Emiliano.Sul porto di Taranto sono tornati in manovra i cinesi, lo abbiamo visto a fine novembre raccontando la storia della nuova società partecipata da un delegato in Italia del governo di Pechino che si è fatta avanti per gestire la piattaforma logistica. Lungo la Via della seta pugliese passa, però, anche il vento. Lo scorso 21 aprile è stato inaugurato a Taranto il primo parco eolico marino del Mediterraneo chiamato Beleolico e realizzato da Renexia, società del gruppo Toto attiva nelle rinnovabili. All’inaugurazione dell’impianto hanno partecipato, oltre al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, Sergio Prete (che tra l’altro compare, unico italiano, tra gli esperti dello Shangai international shipping institute) e le delegazioni diplomatiche di Paesi che rappresentano importanti partner industriali a livello internazionale. Compreso l’ambasciatore cinese in Italia, Li Junhua, perché i rotori delle torri di Beleolico sono stati forniti da Ming Yang wind power, il più grande produttore cinese di pale eoliche. Percorrendo la Via del vento si trova però anche un po’ di Francia. Ad avviare sedici anni fa e poi a completare l’iter autorizzativo del progetto Beleolico a Taranto, era stata Belenergia, investitore in fonti rinnovabili passata poi a fare industria. La società, guidata da un manager francese, Jacques-Edouard Lévy, ad aprile ha trasferito in Italia la sede legale e finanziaria e in cantiere ha anche un grande impianto per biometano in completamento a Candela (Foggia), mentre a Mottola vicino a Taranto sta sviluppando un progetto con una distilleria che, dai residui della spremitura delle uve estrae alcol dai graspi, olio dai vinaccioli ed energia per cogenerazione. Ma c’è un filo che unisce cinesi e francesi negli investimenti in Puglia e che passa da Lecce. E che poi ci riporta verso la Cina. Vediamo perché. Nel consiglio di amministrazione di Belenergia Sa Luxembourg, si evince dal curriculum vitae sul sito della Regione Puglia, dal giugno 2010 siede Claudio Stefanazzi, l’ex capo di gabinetto di Emiliano, eletto alla Camera con il Pd in Puglia, che a ottobre è stato nominato, gratuitamente e senza rimborso spese, «consigliere del presidente con deleghe politiche». Stefanazzi è originario di Nardò, in provincia di Lecce (come altri due manager di Belenergia) e nello stesso curriculum, si legge anche che dal 2001 al 2003 è stato fondatore, vicepresidente e componente dell’advisory board della Hps srl (holding di investimento nel settore del venture capital) che tra le funzioni svolte aveva anche la «negoziazione e definizione di investimenti in spin off universitari di concerto con l’Istituto nazionale di nanotecnologie-prof. Roberto Cingolani». Ovvero l’ex ministro della Transizione ecologica, oggi consigliere del governo Meloni per l’energia anch’egli (come Stefanazzi) a titolo gratuito.Cingolani, dopo aver conseguito la laurea in Fisica presso l’Università di Bari e nel 1989 il diploma di perfezionamento (PhD) in fisica alla Scuola normale superiore di Pisa, nel 2000 era stato nominato professore ordinario di fisica sperimentale all’Università di Lecce e l’anno dopo aveva fondato e poi diretto il National nanotechnology laboratory (Nnl) dell’Infm sempre a Lecce. Che nel 2007 ha dato all’ex ministro anche la cittadinanza onoraria.
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