2021-12-25
La via crucis dei cristiani francesi: 686 attacchi a chiese e sacerdoti
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Anche nel 2021, gli atti vandalici e gli attacchi contro i cristiani francesi sono stati più numerosi rispetto a quelli contro altri culti. Il dato si riferisce ai primi dieci mesi dell’anno ed è stato confermato dal ministro degli esteri transalpino, Gérald Darmanin.Nel dettaglio: gli atti anti cristiani sono stati 686, quelli antisemiti 523, mentre gli attacchi anti musulmani 171. Due anni fa erano stati rispettivamente: 921 contri i cristiani, 617 contro gli ebrei e 129 contro i fedeli islamici.Se è vero che rispetto alla rilevazione precedente del 2019, il numero complessivo di attacchi contro simboli e luoghi delle tre grandi religioni monoteiste è diminuito (-17%), la loro gravità è rimasta molto elevata, in particolare per i cristiani. Inoltre questi dati non prendono sistematicamente in considerazione gli attacchi contro le persone che, per quanto riguarda i cristiani, a volte sono organizzati anche con la «benedizione» -o l’assenza di condanne - da parte di alcune forze politiche.A maggio di quest’anno, ad esempio, una processione in memoria dei preti e laici fucilati durante la Comune di Parigi di 150 anni fa, è stata violentemente aggredita dagli antifa. Le cronache di quella giornata raccontano che, mentre la processione avanzava pacificamente nei pressi del cimitero di Père Lachaise, un gruppo di «manifestanti della Comune» ha iniziato a insultare i fedeli al grido di «a morte i fasci!». Poco dopo altri antifa incappucciati si sono avventati contro i cattolici (tra i quali c’erano famiglie e anziani) lanciando contro di loro cassonetti dell’immondizia e inferriate. Un fedele è rimasto gravemente ferito alla testa ed è stato ricoverato. Più tardi si è scoperto che l’attacco era stato organizzato su Facebook da gruppi di estrema sinistra. Circa sei mesi dopo l’aggressione subita a Parigi, altri cattolici in processione sono stati minacciati da alcuni musulmani. È successo a Nanterre, comune borghese appena fuori Parigi. In occasione della festa dell’Immacolata Concezione di Maria, la parrocchia locale aveva organizzato una processione con le fiaccole tra e due chiese del comune. Lungo il percorso però, i fedeli in preghiera sono stati prima insultati e poi aggrediti da una decina di individui. Questi hanno gridato ai cattolici «siete dei kuffar» (infedeli in arabo, ndr) ma anche «non siete a casa vostra» o ancora «Wallah (ti giuro) sul corano che vi sgozzo».In entrambi i casi, la magistratura ha aperto delle inchieste e il ministro dell’interno, Gérald Darmanin, ha espresso pubblicamente la propria condanna. Ma la mancanza di una risposta vera e decisa da parte delle autorità fa sì che, in ambienti anticlericali o islamisti, degli individui si sentano autorizzati ad attaccare i cristiani senza che questo abbia conseguenze sulla propria fedina penale. Talvolta anche le scuole cattoliche finiscono nel mirino di vandali. Lo scorso ottobre, sui muri di Poitiers - la città che nel 732 d.C. vide il re dei franchi Carlo Martello, respingere l’invasione araba venuta dalla Spagna - sono apparse delle minacce contro una scuola cattolica locale. «Gli istituti scolastici come l’Union Chrétienne di Poitiers - si leggeva sui manifesti clandestini - ingrossano i ranghi dell’estrema destra: che bruci la fabbrica di fasci». La scuola in questione accoglie 700 studenti, di tutte le religioni, dalla materna al liceo ed è una tra le più rinomate di Francia.Oltre a questi episodi recenti, non va dimenticato il tributo di sangue versato dai cattolici francesi negli ultimi cinque anni. La mattina del 26 luglio 2016 padre Jacques Hamel - un sacerdote ottantacinquenne in pensione - è stato sgozzato da due islamisti mentre celebrava la messa a Saint-Etienne du Rouvray, in Normandia. Gli autori dell’attentato si chiamavano Adel Kermiche e Abdel Malik Petitjean e avevano rivendicato la loro appartenenza allo Stato islamico, prima di essere abbattuti dalla polizia.Più recentemente, il 29 ottobre 2020, tre fedeli in preghiera nella basilica di Notre-Dame di Nizza, sono stati uccisi da Brahim Issaoui, un ventunenne tunisino arrivato qualche settimana prima a Lampedusa, come clandestino. Le vittime si chiamavano: Nadine Devillers, Vincent Loquès e Simone Barreto Silva.A questi attacchi visibili se ne aggiungono altri più sotterranei ma non meno insidiosi. E’ il caso ad esempio dei ricorsi davanti ai tribunali, promossi da movimenti atei o laicisti volti a cancellare le tracce delle radici cristiane della Francia.Il 17 novembre scorso, il tribunale amministrativo di Nantes ha accolto il ricorso della Federazione del Pensiero Libero di Vandea, che chiedeva la rimozione di una statua dell’Arcangelo San Michele da una piazza della località balneare de Les-Sables-d’Olonne. Secondo la federazione, vicina alla sinistra, la presenza della statua sarebbe contraria alla legge francese del 1905 sulla separazione tra lo Stato e la Chiesa. Da notare che la scultura si trova davanti ad una chiesa e vicino ad una via dedicate allo stesso arcangelo che, per i cristiani, ha ricevuto da Dio la missione di proteggere le anime dagli attacchi del male. Contro la decisione del Tar di Nantes, si è mosso un collettivo di cattolici locali che ha annunciato l’intenzione di fare appello.La stessa federazione laicista aveva già ottenuto una vittoria nel 2017, quando il Consiglio di Stato aveva imposto lo spostamento di una statua di San Giovanni-Paolo II, posta nel comune di Ploërmel, in Bretagna. La scultura è sovrastata da una croce.Questo è bastato ai ricorrenti per invocare, ancora una volta, la legge del 1905. L’inaugurazione del monumento in onore del grande papa polacco risale al 2006. La sua collocazione originale era al centro di un parcheggio pubblico. Ma questo non piaceva alla Federazione del Pensiero Libero che ha ottenuto l’ordine di spostamento della statua di 30 metri. I lavori sono costati circa centomila euro, ad essi hanno contribuito la diocesi locale, il comune di Ploërlmel e l’ambasciata di Polonia a Parigi. Un’altra sentenza più recente ha invece dato ragione alla Chiesa. Lo scorso 23 novembre, il tribunale di Parigi ha assolto il direttore di un sito Renaissance catholique. L’uomo era stato citato in giudizio da un collettivo di associazioni LGBT per aver pubblicato un testo nel quale si citava la posizione ufficiale della Chiesa cattolica in tema di matrimoni omosessuali.Oltre ai cattolici, capita che anche altre confessioni cristiane siano prese di mira. Quando stava per arrivare la prima ondata di covid, la chiesa evangelica della Porta Aperta di Mulhouse è stata attaccata anche da alcuni rappresentanti delle istituzioni. Questo perché nel febbraio 2020 - quando ancora il mondo non sapeva quasi nulla del virus nato in Cina - questa chiesa aveva organizzato un meeting di preghiera per 2000 persone. Qualche giorno più tardi si era scoperto che l’evento era stato un cluster e che molti dei suoi partecipanti avevano portato nelle loro città il virus, senza volerlo. Ma nonostante i dubbi sulla covid che esistevano ancora in quel periodo, pochi giorni dopo l’inizio del lockdown francese, Josiane Chevalier - il prefetto regionale - aveva attaccato pubblicamente la chiesa della Porta Aperta. Riferendosi all’incontro di preghiera, la funzionaria aveva detto ai microfoni di radio France Inter: «paghiamo le conseguenze del non rispetto delle misure di base». Dopo di lei altre voci si erano levate contro gli evangelici e accusandoli di fare proselitismo.Sempre per effetto della legge del 1905, in Francia le chiese costruite prima di quell’anno appartengono ai comuni, mentre le cattedrali allo Stato. Il loro uso è però delegato alle diocesi.Dato che i bilanci comunali sono sempre più scarni, la manutenzione delle chiese e di altri luoghi di culto non è esattamente una priorità. Per questo molte chiese si trovano in pessime condizioni e, qualora non si trovino acquirenti, vengono distrutte. E pazienza se custodiscono delle opere d’arte.È il caso della chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, nel comune di Ferrière-de-Flée vicino alla città di Angers, patria degli Angioini. L’edificio è decorato con vetrate e rilievi del XIX secolo per la cui tutela si è mosso anche Stéphane Bern, noto animatore della televisione francese nominato «Mister patrimonio» da Emmanuel Macron. Da notare che in questo dipartimento francese, dal 2000 a oggi, sono state già distrutte venti chiese e sembrerebbe che altre duecento rischino la demolizione. Ma anche nel resto della Francia, sono numerose le chiese e le cappelle andate in frantumi. Tra queste va ricordata la cappella di San Giuseppe di Lille, demolita nel febbraio di quest’anno. Se i comuni transalpini non hanno soldi per mantenere le chiese, le diocesi non si trovano in una situazione molto diversa. Inoltre bisogna ammettere che il clero francese, non è sempre pronto a battersi per mantenere aperto (o in piedi) un luogo di culto o di cultura cattolico. Come se la cura delle anime - che passa anche dalla presenza della Chiesa sul territorio - fosse un optional. Significativo è il caso della chiesa di Santa Teresa, di Saint-Quentin in Picardia. L’edificio è in stile art-déco e rischia di scomparire perché, come ha spiegato il responsabile finanziario della diocesi di Soissons, Laurent Poichette: «Non abbiamo i mezzi finanziari per investire [in questa chiesa, ndr] viviamo solo grazie alle donazioni». Parlando con France 3, il funzionario diocesano ha definito l’edificio di culto a rischio di demolizioni come «un oggetto non più utile»; per il quale è complicato trovare risorse finanziarie.Nel XV arrondissement di Parigi invece, c’è una scuola cattolica dei Saints-Anges che sembra inesorabilmente destinata a scomparire, nonostante accolga bambini handicappati e autistici. Sebbene l’espulsione dai locali in cui si trova in affitto sia nell’aria da vari anni, la diocesi di Parigi - attualmente senza vescovo dopo le dimissioni di monsignor Michel Aupetit - non è riuscita a trovare una soluzione alternativa. Tutte queste situazioni mostrano, all’alba del 2022, quanto non è facile essere cristiani in Francia.
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