2023-09-07
Vertice di governo sulla manovra: l’obiettivo è trovare 32 miliardi
Le legge di bilancio parte da alcuni punti fissi: il rinnovo dei tagli al cuneo, l’incremento delle pensioni minime e il sostegno alle famiglie. Far quadrare i conti resta difficile: possibile deficit verso il 5%La legge di Bilancio dovrebbe essere di circa 30-32 miliardi di euro. Ieri sera insieme al premier Giorgia Meloni e ai vice Matteo Salvini e Antonio Tajani si sono riuniti i capigruppo dei partiti di maggioranza alla Camera e al Senato (per Fdi Tommaso Foti e Lucio Malan, per la Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, per Forza Italia Paolo Barelli e Licia Ronzulli, Maurizio Lupi per Noi Moderati e Micaela Biancofiore) per fare il punto della situazione in vista dell’avvio dell’iter della manovra. Il ragionamento della Meloni è estremamente semplice: i soldi sono pochi, i partiti devono adeguarsi e non avanzare richieste impossibili da attuare. La manovra di quest’anno è molto complicata per il governo, poiché in primavera ci saranno le Europee ed è inevitabile che ogni forza politica della maggioranza abbia bisogno di incassare qualche risultato politico da giocare poi sul tavolo della campagna elettorale. Prudenza e responsabilità sono le parole d’ordine della Meloni e di Giorgetti, ai quali spetta l’ingrato compito di dire molti «no» alle richieste di Lega e Forza Italia, mentre la parola d’ordine per tutti è attaccare l’opposizione sul Superbonus, argomento scelto dal governo per giustificare la scarsità di fondi e che anche secondo Bloomberg rappresenta la causa del possibile incremento del deficit vicino al 5% del Pil contro l’obiettivo fissato nella Nadef al 4,5%. La bandiera politica di Fratelli d’Italia è ampiamente condivisa dagli alleati: il taglio del cuneo fiscale, ovvero ridurre la differenza tra il costo del lavoro per l’azienda e la retribuzione netta percepita dal lavoratore. Il taglio è già stato introdotto dalla legge di Bilancio 2022, e rafforzato dal decreto Lavoro del primo maggio scorso. Un intervento però «a termine», che scade il prossimo 31 dicembre, e che il governo nella manovra di quest’anno intende rendere strutturale o quanto meno prorogare di un altro anno, in attesa di verificare se le condizioni dell’economia europea miglioreranno. Il taglio del cuneo introdotto con il decreto Lavoro, ricordiamolo, ha comportato un sostanzioso aumento dello stipendio netto per i lavoratori dipendenti con un reddito lordo fino a 35.000 euro all’anno, che si sono ritrovati fino a 100 euro al mese in più in busta paga. Altro argomento sul quale tutta la maggioranza è d’accordo è l’aumento delle pensioni minime, cavallo di battaglia di Forza Italia: dagli attuali 600 per gli over 75 si dovrebbe passare a 700 euro al mese, per raggiungere nell’arco della legislatura la fatidica quota di 1.000 euro al mese. Sul fronte dell’incentivo alla natalità, Fratelli d’Italia ha in mente un bonus per le famiglie che hanno almeno tre figli. La detassazione delle tredicesime è un altro capitolo che vede la maggioranza concorde. I nodi da sciogliere, però, non mancano. Innanzitutto, c’è da affrontare il tema del costo dell’energia: lo scorso anno, su una manovra che «cubava» (il verbo curiosamente scelto dalla Meloni nel presentarla) complessivamente 35 miliardi, circa 21 vennero investiti per aiutare famiglie e imprese a far fronte al caro-bollette. E quest’anno? «Per le bollette», spiega il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, «stiamo facendo le valutazioni in questi giorni, naturalmente rispetto a quello che è l’andamento dei prezzi anche di ancoraggio, che sono quelli delle forniture del prezzo base del gas e anche una serie di simulazioni che riguardano eventuali interventi su fasce sociali. In questo momento le ipotesi sono di esercizio da parte degli uffici», aggiunge Pichetto Fratin, «pertanto attendiamo il punto di caduta principalmente dal ministero dell’Economia perché chiaramente è una questione di capacità di bilancio». Il governo ha intenzione di intervenire anche sul costo della benzina: «Sui carburanti», sottolinea Pichetto Fratin, «vale lo stesso ragionamento delle bollette. Ci troviamo con un prezzo del petrolio a 90 dollari al barile, che è salito notevolmente. Bisognerà valutare i riflessi del prezzo. È una valutazione da farsi entro la fine del mese». Una delle ipotesi sul tavolo è prevedere una sorta di «buoni benzina» per le famiglie meno abbienti. «L’unica cosa che noi abbiamo detto con forza», argomenta il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, «è che i tagli orizzontali non servono. Ridurre le accise in maniera orizzontale è sbagliato. Il taglio delle accise sulla benzina costa un miliardo di euro al mese, molto meglio concentrare alcune risorse per coloro che non ce la fanno. Concentriamo le risorse per aiutare le imprese», precisa Lupi, «il tema è la crescita, rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, il 7% mi sembra una grande conquista e vale 10 miliardi e mezzo». Oggi si riunisce il consiglio dei Ministri: all’ordine del giorno, tra i vari punti, anche le misure per evitare lo stop alle auto diesel Euro 5 in Piemonte; disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno; misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 18 settembre con Carlo Cambi
La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)
Il food è ormai da tempo uno dei settori più di tendenza. Ma ha anche dei lati oscuri, che impattano sui consumatori. Qualche consiglio per evitarli.