2024-08-29
Verso 12 miliardi di tagli in manovra ma niente interventi sui bonus casa
Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)
Il Mef vuole meno tax expenditures e spending review nei ministeri. Però non ci dovrebbero essere sforbiciate sugli immobili, tanto meno retroattive. Pensioni: Fi chiede minime a 1.000 euro, la Lega non molla Quota 41.Domani il D-day per indicare il nome del commissario italiano in Ue. Difficile che si scappi dalla figura di Raffaele Fitto, capace di gestire il Pnrr e già dotato delle relazioni e dei contatti (a lui si deve nei tempi addietro l’organizzazione attorno a Ecr), mentre persiste l’incognita sulle future nomine Rai. Da qui non scapperà dunque il primo cdm dopo la pausa estiva. Mentre potrebbero rimanere delusi tutti coloro che si aspettano una sorta di legge finanziaria cotta e mangiata. Il governo infatti dovrà mandare in Ue il piano strutturale di bilancio entro il 20 settembre. Uscirà da un apposito cdm previsto per la prossima settimana. Il testo andrà in Aula e sarà valutato dai parlamentari, meno di tre settimane per approvarlo. Sufficienti però visto che il testo non conterrà numeri specifici ma indicazioni di obiettivi sul deficit e sulle entrate in termini di gettito (il governo si aspetta dai dati di luglio in uscita a breve un ulteriore exploit) e di Pil (le stime del 2024 potrebbero portare l’asticella sopra l’1%). Alla Commissione saranno dunque indicati le linee guida e gli obiettivi. L’esecutivo ha già assicurato la conferma del taglio del cuneo e il proseguimento della riforma dell’Irpef. Ma nella lista delle priorità sono inserite anche le agevolazioni per le madri lavoratrici e la maxi deduzione per chi assume. Mentre spunta da Fdi anche la proposta di poter detrarre i consumi culturali, come già avviene per le spese sanitarie. È però solo con il passaggio successivo (il Dpb del 20 ottobre) che si capirà che tipo di spending review dovranno attuare i ministeri e quante tax expenditures (su un totale di circa 100 miliardi) dovranno essere limate. Al momento, tra la prima voce e la seconda si parla di una dozzina di miliardi. Di fatto però una tela bianca ancora da scrivere. Per quello che si sa oggi, a finire sotto le cesoie di Giancarlo Giorgetti, titolare dell’Economia, potrebbero essere gli incentivi meno green. Si esclude, invece, che vengano ulteriormente tagliati i bonus alle case - a quanto risulta alla Verità - e quindi nessun intervento retroattivo, a differenza di alcune voci circolate in questi giorni. Diversa infine la questione pensioni. La linea di Giorgetti è chiara: qualunque intervento andrà definito solo «all’interno e in modo coerente alla sostenibilità complessiva della finanza pubblica». Ma gli alleati sono in pressing. Forza Italia insiste con l’innalzamento delle pensioni minime: l’obiettivo «di legislatura» è arrivare a 1.000 euro e «il prossimo anno», promette il responsabile dei dipartimenti di Fi Alessandro Cattaneo, «faremo un altro passo in quella direzione». La Lega non molla Quota 41: è «plausibile», dice in tv il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ma se dovesse diventare realtà sarà con il ricalcolo contributivo. Fa intanto discutere l’ipotesi di una nuova stretta sulle pensioni anticipate. L’ipotesi allo studio di estendere da 3 a 6/7 mesi la finestra mobile per chi sceglie di uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) viene stoppata dalla Lega. «Io non so se c’è qualcuno nella Ragioneria che cerca sempre di trovare i numeretti e quindi innalzare questa soglia», ma «non è tempo per aumentarla», dice Durigon, che avverte: «Non si toccano le finestre». La misura agita le opposizioni e preoccupati i sindacati, che tornano a chiedere un confronto con il governo. «Le ipotesi sul tavolo delle pensioni, come l’allungamento delle finestre di uscita per la pensione anticipata, il possibile ridimensionamento di Opzione donna e l’introduzione di meccanismi che penalizzerebbero l’importo finale delle pensioni, rappresentano un attacco diretto ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici», ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo. «Se queste misure fossero confermate, si allontanerebbe sempre più l’orizzonte di un pensionamento dignitoso, tutto in nome di una sostenibilità economica che sembra ignorare le reali esigenze del Paese. Riteniamo inaccettabile», ha sottolineato Buonomo, «che si parli di tali proposte, senza considerare la gravità delle loro ricadute sociali e senza un adeguato confronto con i sindacati, nonostante le ripetute richieste in tal senso. Il dialogo è fondamentale quando si tratta di decisioni che impattano in modo così significativo sul futuro dei lavoratori e delle lavoratrici». Interessante intervento, peccato che sia ancora tutto così fumoso da rendere la discussione sui giornali più utile alle opposizioni che ai cittadini. È chiaro che la Lega cercherà di cavalcare anche quest’anno il cavallo di battaglia delle pensioni. Matteo Salvini ha dichiarato guerra da tempo alla legge Fornero, ma va anche detto che ogni anno la platea di chi beneficia delle uscite anticipate è sempre più esigua e quindi non certo in grado di creare buchi di bilancio. Probabilmente anche quest’anno si attuerà un intervento di bandiera e si passerà al prossimo anno.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)
Iil presidente di Confindustria Emanuele Orsini (Ansa)