2023-12-29
Appalti e spintarelle nella società Anas: arrestato Verdini jr, indagato papà Denis
Denis Verdini (Imagoeconomica)
Ai domiciliari il figlio dell’ex senatore, il socio e tre imprenditori. Il gip: «Forte sistema corruttivo, gli indagati sono spregiudicati».Corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti. Sul piatto, per le imprese che si rivolgevano a Verdini e soci, c’erano importanti appalti Anas, per dirigenti e funzionari pubblici disposti a dare una mano, invece, spintarelle e promozioni. Tommaso Verdini, classe 1990, figlio dell’ex senatore Denis, è finito agli arresti domiciliari (con tanto di divieto di comunicazione con chiunque, tranne i conviventi) insieme con il suo socio Fabio Pileri e con gli imprenditori che ruotavano attorno alla loro galassia: Antonio Samuele Veneziano, Stefano Chicchiani e Angelo Ciccotto. Il gip ha anche sospeso per 12 mesi dallo svolgimento delle funzioni in Anas due funzionari: Paolo Veneri, a capo della Direzione appalti e acquisti, e Luca Cedrone, responsabile del settore Gallerie. Tra gli indagati, però, c’è anche Domenico Petruzzelli, responsabile, nella sede centrale di Anas, della struttura Assetti infrastrutturale rete. E c’è anche babbo Denis, considerato dall’accusa il socio di fatto della Inver srl, l’impresa di famiglia, dalla quale avrebbe percepito «in nero», è scritto nell’ordinanza, «parte delle somme introitate» dalla società del figlio. Inoltre, sarebbe stato lui a decidere «la strategia» dell’impresa. La sua, insomma, sarebbe una posizione da dominus, «in virtù», sostiene l’accusa, «del suo peso politico e dei suoi rapporti» con esponenti della politica e anche con l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Massimo Bruno (non indagato), che avrebbe incontrato sia nell’abitazione del figlio, sia nel ristorante Pastation, che Tommaso ha avviato nel 2015 insieme ad Aldo Gucci. Secondo l’accusa, babbo Verdini sarebbe riuscito ad assicurare «sponde e appoggi istituzionali tali da consentirgli direttamente o tramite il figlio Tommaso e Pileri, di promettere e garantire» carriere in Anas o il ricollocamento in posizione lavorative «di rilievo». Il nome di babbo Verdini compare nei capi d’imputazione. È indagato anche per l’evasione dagli arresti domiciliari, ma la sua posizione è stata stralciata. Ai domiciliari ci era finito per una condanna a 6 anni e 6 mesi per il crac dell’ex Credito cooperativo fiorentino, ma avrebbe approfittato di permessi medici per incontrare politici e big dell’Anas proprio nel ristorante del figlio. È grazie alle dritte che arrivavano dal mondo Inver che, secondo l’accusa, le imprese satelliti riuscivano a entrare negli appalti. Per dare alle carte un aspetto formale, hanno scoperto gli investigatori della Guardia di finanza, coordinati dalla Procura di Roma, il denaro che arrivava a Verdini junior e soci sarebbe stato camuffato «da compensi per consulenze fittizie». In alcuni casi, però, sarebbero anche circolati «contanti». Il gruppo Verdini, in cambio, avrebbe acquisito da dirigenti e funzionari di Anas «informazioni riservate su procedure di gara». Le cifre, quelle tracciate, non sono di poco conto. Tra il luglio 2021 e l’aprile 2023 la Inver ha fatturato alle imprese satelliti 301.950 euro. La causale? «Generica», secondo l’accusa: «Consulenza». Ed è emerso che uno degli imprenditori, Chicchiani, che non avrebbe formalizzato alcun contratto, sarebbe debitore nei confronti di Verdini e Pileri di 500.000 euro «per la mediazione presso Anas». E di Chicchiani Verdini & C. non devono essersi fidati fino in fondo. Tanto che in una intercettazione Pileri viene invitato «ad assumere un atteggiamento prudente, in quanto Chicchiani potrebbe aver avvertito gli inquirenti». Una frase, emblematica, viene sottolineata nell’ordinanza: «Occhio che è un figlio della mignotta lui... E dice "Ah, lo sai che c’è? Fanno appuntamento così li becchiamo con le mani nel sacco"». All’appuntamento non accade nulla. Ma il grande orecchio della Guardia di finanza capta in ambientale una conversazione nella quale, valutano gli inquirenti, «si ha conferma che Chicchiani avrebbe consegnato a Tommaso Verdini 30.000 euro». Non sempre però le cose sembrano essere andate per il verso giusto, anche con i referenti in Anas. Tanto che Verdini junior manifesta un certo fastidio per la trascuratezza tenuta nei loro riguardi: «Il problema è che dopo loro (i funzionari pubblici, ndr) chiedono cose che noi gli facciamo». E Pileri aggiunge: «Poi quello che chiedono non sono cose semplici... la promozione, la sistemazione... sulla carta sembra semplice, ma dentro Anas...». Subito dopo proprio Verdini junior confessa al socio di aver anticipato «le criticità» delle attività della Inver a un legale che le ha definite «rischiose»: «Oltre il border...». E commenta: «Un dirigente è evidente che ci tratta il cliente meglio, perché sa che noi possiamo dargli una mano». In particolare Verdini & C. dimostrano di avere a cuore uno dei funzionari: «Il capo del personale di Fs c’ha sulla sua scrivania la promozione di Luca, da quadro a dirigente e l’assegnazione della responsabilità anche degli impianti delle gallerie». Un sistema. Che sarebbe arrivato fino agli uffici più strategici di Anas. In una intercettazione, per esempio, salta fuori il nome di Diego Giacchetti (non indagato), direttore delle risorse umane di Anas, dal quale avrebbero ricevuto «rassicurazioni» sulla «conferma a capo della Direzione appalti e acquisti» di uno degli uomini di loro interesse. E secondo gli inquirenti, «la capacità di Verdini e Pileri, anche e soprattutto in virtù del peso politico del primo attraverso il padre Denis, di influire sui futuri assetti di Anas è testimoniato da una conversazione nel corso della quale Tommaso Verdini informa il socio che all’indomani avrebbe incontrato Bruno (Massimo Bruno Chief corporate affair officer di Fs, ndr) e Giacchetti». Due nomi che ricorrono nel documento giudiziario. Gli indagati hanno rischiato di passare il Natale agli arresti, infatti il giudice Ciranna, che aveva ricevuto la richiesta di misure cautelari della Procura a luglio, ha firmato l’ordinanza il 20 dicembre. Ma le notifiche sono partite solo ieri. Forse arrestare il cognato del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti alla vigilia di Natale sarebbe stata una mossa troppo eclatante oppure, più semplicemente, ci sono voluti i tempi tecnici per organizzare la consegna dell’atto in contemporanea in diverse città italiane. Dentro si leggono quali siano secondo il gip le esigenze cautelari. Per la Ciranna, che non ravvisa «pericolo di inquinamento probatorio», ma al contrario sussistente «il concreto pericolo di reiterazione del reato», sarebbe «emerso un sistema corruttivo forte e stabile» che avrebbe portato «a una turbativa delle gare per importi milionari». Ma vi è di più. I pubblici ufficiali indagati rivestono tuttora ruoli operativi, di responsabilità e gestione di gare pubbliche in Anas». Ma queste erano le accuse conosciute ai tempi delle perquisizioni dell’anno scorso. A rendere necessari gli arresti per il giudice sono stati i comportamenti successivi. «Durante le indagini è emerso che Denis e Tommaso Verdini, unitamente al Pileri, a seguito delle perquisizioni subite, si stavano adoperando in concreto per proseguire il rapporto con gli imprenditori, interponendo una ulteriore società (nelle conversazioni si fa cenno alla Pda di Niccolò Macalle) per mettersi al riparo dalle conseguenze penali del loro agire illecito, stipulare un contratto di service con la Pda per giustificare il rapporto Inver/Pda e, a tempo debito, rilevare le quote della Pda». Nonostante le indagini in corso e la perquisizione subita a luglio del 2022, insomma, «gli imprenditori hanno continuato a "coltivare" e sostenere il rapporto illecito con i Verdini, Pileri e, di conseguenza, con i pubblici ufficiali confermati in Anas, limitandosi ad accorgimenti formali e documentali atti ad ostacolare ulteriormente le condotte illecite». La Ciranna è molto dura: «Gli indagati hanno agito con grande spregiudicatezza». Secondo il gip i due Verdini e Pileri avrebbero fatto anche «riferimento alla “lista di persone” da allocare all’interno del Gruppo Fs». La Ciranna cita un’intercettazione in cui, però, non è chiaro chi parli: «Quando s’è fatto la lista d’accordo con Massimo… quando nel Cda è passato con loro e gli ha dato una mano quello della Lega, lui ha fatto un accordo di futura collaborazione con Matteo e lì eccetera eccetera e con noi tramite Freni un rapporto di intermediazione di questo rapporto e in cambio di questa intermediazione […] ci ha chiesto una lista di persone interne a quel gruppo da aiutare e noi gli abbiamo dato un po’ di persone che ci hanno dato i nostri». Nelle intercettazioni compare anche il nome del sottosegretario leghista al ministero dell’Economia e delle finanze, l’avvocato Federico Freni. Nell’ordinanza si legge: «Dalle intercettazioni sono emersi rapporti di conoscenza di Pileri e Verdini con Massimo Bruno, con Diego Giacchetti, con Federico Freni. Soggetti con poteri di incidenza di primo piano nelle rispettive strutture. È indubbio poi che Tommaso Verdini e il padre Denis possano vantare significative conoscenze nel mondo politico tenuto conto del ruolo vestito dal secondo (prima deputato poi senatore) nel corso degli anni». Dopo un incontro a Pastation tra Tommaso Verdini, Pileri, Giacchetti e Freni, lo stesso Pileri avrebbe riferito al telefono di «aver difeso Petruzzelli, di aver parlato bene di Veneri e che Freni aveva dato loro mano libera». Per il giudice «Petruzzelli, ritenuto da Verdini e Pileri uomo di loro fiducia all’interno dell’Anas, grazie all’intercessione di questi ultimi è riuscito ad avere colloqui con Massimo Bruno e Federico Freni, ottenere la possibilità di essere nominato ad della società Cav spa. A fronte di ciò si è ben guardato di impedire che gli accordi fraudolenti intrapresi finissero per pilotare l’aggiudicazione della gara di cui era Rup». Pileri in un’intercettazione del 2021 diceva: «Avendo all’interno della struttura Fs Massimo Bruno, avendoci una quadratura con i partiti, diciamo, però, al Mef siamo coperti da Freni, se non portano a casa qualcosa di decente stavolta… tutto ‘sto lavoro». Verdini, invece, è stato intercettato mentre spiegava: «Freni, il sottosegretario all’Economia, sabato o domenica l’ha chiamato (riferito a Petruzzelli, ndr) e gli ha detto “lavoriamo insieme per la Latina-Roma, ti do una mano, ti aiuto a riprenderla”». Petruzzelli, invece, con i magistrati ha definito Pileri e Verdini «lobbisti», salvo poi minimizzare spiegando che i due lo avevano semplicemente «messo in contatto» con Bruno e Freni. Il quale non risulta indagato, non avendo i magistrati trovato prove di un suo intervento illecito nella vicenda. Il suo nome era già stato collegato ai Verdini nei mesi scorsi in quanto dalle indagini era emerso che Denis era evaso dai domiciliari proprio per incontrare, tra gli altri, il sottosegretario. E il politico aveva ammesso gli incontri: «A casa di Tommaso Verdini ci sono andato mille volte. È un palazzo dove peraltro utilizzavamo saltuariamente un appartamento per incontri di partito, anche con Matteo Salvini».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.