2018-03-29
Venti fondi d'investimento su cui puntare se non si teme l’ottovolante cinese
La Borsa di Pechino in pochi giorni ha perso quanto guadagnato da inizio anno, e i dazi Usa peggiorano l'instabilità. Alcuni prodotti però offrono rendimenti fino al 60%. L'esperto: «Evitate elettronica, Tlc e arredamento». E la nuova era di Xi Jinping consente investimenti di lungo termine. Chi oggi ha intenzione di investire sul mercato cinese non può non considerare la guerra commerciale in corso tra Pechino e Stati Uniti. Del resto, spiega Alessandro Allegri, ad di Ambrosetti am sim, «la guerra commerciale avviata da Donald Trump attraverso il Section 301 action con l'obiettivo di favorire la supremazia statunitense sta creando scompiglio fra gli operatori finanziari e non sembra aver portato nell'immediato i frutti sperati». Gli indici Usa hanno infatti chiuso la settimana passata con performance tutt'altro che convincenti (-5,67% l'indice S&P 500) e il dibattito a oggi ruota intorno a una domanda: si è proprio certi che le restrizioni americane avranno conseguenze negative per tutte le industrie cinesi? Secondo alcuni esperti, no. «Gli investitori al momento mantengono le loro posizioni sui mercati asiatici e sulla Cina», spiega Claudia Segre, presidente della Global thinking foundation. Certo, questo non toglie che i mercati cinesi non siano adatti ai deboli di cuore. «Dopo una rapida salita di quasi il 10% da inizio anno», sottolinea Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf, «il mercato ha perso tutto quanto accumulato e negli ultimi giorni si trova a un livello che viene considerato da molti analisti tecnici una sorta di spartiacque fra mercato al rialzo e al ribasso». INFOGRAFICA !function(e,t,n,s){var i="InfogramEmbeds",o=e.getElementsByTagName(t)[0],d=/^http:/.test(e.location)?"http:":"https:";if(/^\/{2}/.test(s)&&(s=d+s),window[i]&&window[i].initialized)window[i].process&&window[i].process();else if(!e.getElementById(n)){var a=e.createElement(t);a.async=1,a.id=n,a.src=s,o.parentNode.insertBefore(a,o)}}(document,"script","infogram-async","https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js"); Per chi ama scegliere i singoli titoli ed è pronto a sopportare una notevole volatilità, le opportunità non mancano. «Spiccano i colossi innovativi in grado di cogliere la rivoluzione dei consumi, sempre più online, che sta interessando la Cina: Vipshop e Alibaba su tutti e Netease per il business dei videogiochi», spiega Allegri. «Non è da sottovalutare neanche la forte crescita del settore assicurativo grazie a Ping an, leader indiscussa nel Paese», continua. «Le opportunità di investimento non si limitano alle imprese con attività interne al Paese. Ci sono titoli come Inner Mongolia yili, la più grande azienda agricola cinese, che ha registrato a fine anno una crescita del 20% dei ricavi, l'Autonome con una crescita annua del 37% e il colosso sanitario Midea». Al contrario, spiegano Stuart Rae, cio del fondo Asia-Pacific value equities, e John Lin, gestore China equities di Alliancebernstein, vista la guerra commerciale in corso, meglio evitare «le società attive nel settore dell'elettronica e delle telecomunicazioni» e più in generale «tutte quelle che competono direttamente anche sui mercati statunitensi come ad esempio società che producono attrezzature sportive e arredamento». Ma, per togliersi tutti questi grattacapi e investire in modo (un po') più sereno il modo c'è. Tra i fondi disponibili in Italia, non mancano quelli che investono in Cina. Come spiegano da Ambrosetti am sim, ad esempio, il China consumer fund di Fidelity negli ultimi tre anni ha offerto rendimenti del 32,1%. Lo stesso vale per l'Hsbc msci China , che in 36 mesi è cresciuto del 46,11%. Secondo Gaziano di Soldiexperts, c'è invece l'Ubs equity fund - China opportunity che in tre anni ha offerto rendimenti di oltre il 64%, oppure il Vontobel fund China leaders, anch'esso di poco sotto il 60% di performance in tre anni. Insomma, le opportunità non mancano e ormai l'investimento nella Repubblica popolare può essere alla portata di tutti. A patto, però, che ci si affidi a un buon consulente e che si sia pronti al tipico ottovolante di questi mercati.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
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