2022-07-10
Venezia festeggia i 550 anni della prima lira
In autunno la città ospiterà un evento per celebrare il conio della moneta, detta Tron dal nome del doge che la volle introdurre. Ogni pezzo oggi vale oltre 3.000 euro. Il numismatico Sandro Sassoli: «Si sta lavorando per dedicarle anche un monumento nel Veronese».Le coincidenze della storia, talvolta, stupiscono. Il 2022, oltre a essere il 20° anniversario dell’introduzione dell’euro e del congedo dalla lira, è anche il 550° della nascita della prima moneta da 1 lira della storia italiana. Essa, di cui sono sopravvissuti alcuni esemplari che oggi, sul mercato dei collezionisti, possono essere quotati anche oltre 3.000 euro ciascuno, è comunemente chiamata lira Tron, giacché fu il 68° doge di Venezia, Niccolò Tron, a introdurla nella monetazione della Repubblica di Venezia, dando così forma e sostanza a quella che fino ad allora era stata una «moneta fantasma», costituendo solo un’unità di conto, legata a un peso, usata in preventivi e bilanci. Il termine lira, infatti, è legato a quello di libbra ma anche al latino libram, bilancia. Una lira equivaleva, all’incirca, a 240 denari d’argento. Nel 1472, dopo una riforma monetaria dai toni asperrimi che puntava ad attenuare l’inflazione e il diffuso fenomeno della falsificazione e della tosatura delle monete, quel doge, dal viso barbuto e dal cipiglio severo, che dovette subire il dolore di apprendere che l’unico suo figlio fu segato vivo dai Turchi, decise di materializzare il concetto di lira in una moneta d’argento da 31,3 carati, del peso di 6,5 grammi. Essa ebbe fortuna non solo a Venezia e nei territori veneti, ma anche negli scali commerciali verso Oriente. E contribuì a stimolare altri potenti dell’epoca a fare altrettanto. Due anni dopo, infatti, nel 1474, a Milano, Galeazzo Maria Sforza ordinò, sulle orme di Venezia, la coniazione della lira nuova da 20 soldi, o testone.Questa concomitanza di anniversari non è sfuggita al governatore del Veneto Luca Zaia e al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che hanno incaricato il creativo numismatico romano Sandro Sassoli di ideare un’iniziativa che si svolgerà nella città lagunare a inizio autunno. Sassoli non è nuovo a eventi legati alla storia dell’ex valuta nazionale. Nel 2002 organizzò, a Roma, la festa di addio alla lira, e due divi nazionali, Alberto Sordi e Sophia Loren, lanciarono le ultime monete, che gli italiani oggi rimpiangono, nella fontana di Trevi. La primavera scorsa, con il suo Comitato celebrazioni della lira italiana e dell’euro, che ha ottenuto il patrocinio del Parlamento europeo, ha ricordato alla fontana di Trevi l’evento del 2002, stavolta con la presenza di Mara Venier, veneziana, nominata per l’occasione testimonial e madrina della lira Tron. «Auspichiamo la presenza di Mara anche in autunno a Venezia» sottolinea Sassoli, che ha avuto l’idea di commissionare a Marco Giampaoli, nipote di quel Pietro Giampaoli capo incisore della Zecca di Stato, autore di una faccia, quella con il busto femminile, delle 500 lire d’argento del 1957 con le tre caravelle, la riproduzione della prima lira della storia, chiamata anche «trono». «La nuova coniazione della lira Tron», aggiunge, «è stata fortemente voluta dal consigliere della Regione Veneto e studioso del territorio Stefano Valdegamberi, che sta sostenendo anche il progetto per realizzare un monumento alla lira Tron a Soave (Verona)», dato che nell’Alto Medioevo, a Verona era attiva un’importante zecca. Interessante è il coinvolgimento degli istituti scolastici, essendo la lira non solo un ricordo delle generazioni dei genitori e dei nonni, ma anche un elemento che s’intreccia con la storia nazionale e stimola ad approfondirla. Quella lira voluta nel 1472 dal Consiglio dei dieci scatenò anche polemiche per l’eccesso di narcisismo di Niccolò Tron, poiché mai fino a quel momento un doge aveva osato imprimere il proprio profilo su una moneta, evento poi rintuzzato con il ripristino, nelle successive monete veneziane, della tradizionale immagine della sottomissione del doge, inginocchiato davanti a San Marco. Ma inaugurò un itinerario che passa attraverso i primi biglietti cartacei espressi in lire, voluti nel 1746 da Carlo Emanuele III di Savoia, una sorta di obbligazioni per finanziare spese di guerra, fino all’Unità d’Italia, quando la lira fu adottata come valuta ufficiale del Regno, poi Repubblica, fino al 1° gennaio 2002, giorno in cui l’euro dette un colpo di spugna alla secolare epopea delle valute sovrane di gran parte delle nazioni europee.