2024-08-25
La Venere stracciona stia fuori dalla chiesa
La Venere degli stracci di Pistoletto a Napoli (Getty Images)
Partita la raccolta firme contro la decisione dell’amministrazione comunale di Napoli di spostare la «creazione» (per così dire) di Pistoletto a San Severo al Pendino. Una pacchianata sacrilega e oscena che segue quella dell’idolo pagano inca in Vaticano.Il culto della bruttezza, dell’orrido è la conseguenza inevitabile della negazione di Dio. Le due cerimonie di inaugurazione e conclusione delle Olimpiadi di Parigi, oltre che essere violentemente anticristiane - entrambe hanno irriso l’Eucarestia - sono state brutte, come brutta è stata l’inaugurazione del tunnel del San Gottardo. Integramente brutta è la cosiddetta arte postmoderna, come sempre più brutti, anzi mostruosi, sono i personaggi della Walt Disney e molti giocattoli per bambini, visto che i bambini devono abituarsi già da piccolissimi al brutto, per questo è fondamentale mandare negli asili i drag queen. Oscenamente brutta è la Pachamama, orrida divinità Incas cui si sacrificavano feti e bambini, che rappresenta una madre terra incinta, ma rinsecchita da siccità e carestia per cui le mammelle sono vuote, che bisogna rinverdire con sacrifici umani. Onestamente bruttina è anche la Venere degli stracci, statua enorme che si mostra di fianco a un mucchietto di stracci fabbricata dall’artista Pistoletto scopiazzando in cemento la Venere con la mela dello scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen. I nostri complimenti all’artista per la bravura nel copiare, che è comunque un’attività che presuppone una qualche capacità, e per l’idea incredibile e straordinaria di mettere degli stracci vicino alla statua, e questo le ha dato tutto un altro significato: resistenza, resurrezione, coraggio, valore, dolore per l’ingiustizia delle umane vicende, compassione per i diseredati, ribellione alle tirannidi, intelligenza, genio, speranza, fede, carità, amore, certamente inclusione e ovviamente sostenibilità e antifascismo. Tanto era affascinante la statua originaria di Thorvaldsen, tanto è sgradevole per dimensioni e materiali la ragazzona di Pistoletto. Innumerevoli artisti hanno manifestato il loro dolore per l’ingiustizia della condizione umana dipingendo o scolpendo con maestria straordinaria, da Murillo a Zorn, da Geoffroy a Van Gogh e a Schiele e innumerevoli altri, ma volete mettere il genio di mettere un mucchietto di veri stracci di fianco alla copia in cemento della statua di un altro? Anche il fatto che alcuni abbiano talento e altri no è una forma di ingiustizia, in effetti. La suddetta ragazzona in cemento fornita di stracci è stata esposta per mesi e mesi di fronte al Palazzo di Città, perché Napoli, poveretta, è una città priva di opere d’arte, che aveva disperatamente bisogno di qualche cosa, e l’amministrazione comunale nel suo genio ha voluto darle qualcosa. L’amministrazione comunale ora vorrebbe spostarla in una chiesa di sua proprietà (San Severo al Pendino) ma ancora consacrata. Nelle chiese c’è già la Madonna come presenza muliebre, e non è cortese metterle di fianco una Venere enorme e nuda, inclusa di stracci. C’è stata una piccola sollevazione civica, cui ha fatto eco la stampa locale, con una raccolta di firme per scongiurare la decisione. L’avvocato Formicola ha spiegato la motivazione. «Come il santo padre di felice memoria Benedetto XVI disse agli artisti, nel suo discorso del 21 novembre 2009, il proprio dell’arte è la bellezza in cui splende la verità, ovvero, secondo Platone, è la potenza del bene che si rifugia nella natura del bello. E la bellezza non può che essere armonia, ordine, misura, proporzione, soprattutto nobiltà, di suoni, forme, colori. Mai può assumere “i volti dell’oscenità, della trasgressione o della provocazione fine a se stessa”, cioè non è nella stravaganza, nella celebrazione della bruttezza, del deteriore, del degrado, del materiale di risulta, nella deformazione dell’immagine di Dio che si riflette nella magnificenza del creato e soprattutto nella figura dell’uomo eccellente, il kalokagathos, il bello e buono di classica memoria. Alla stregua di tanto, il gruppo napoletano della Comunità Opzione Benedetto (che nella sua denominazione fa riferimento al santo di Norcia, come uno dei fondatori della civiltà cristiana), aderisce alla raccolta di firme lanciata per opporvisi, perché ritiene il proposito di ricollocare la cosiddetta Venere degli stracci in un edificio ecclesiale, tuttora consacrato, un’offesa alla dignità del luogo sacro per la bruttezza intrinseca della pretesa opera d’arte, che in realtà contravviene a tutti i paradigmi sopra enunciati e attua ciò che Benedetto XVI stigmatizzava nel suo discorso, ma anche perché non c’è bisogno, dopo la Pachamama in San Pietro, d’un altro idolo pagano in chiesa».Non è la prima volta, e sarebbe bello che fosse l’ultima, che le amministrazioni comunali impongono alla cittadinanza, una cittadinanza già ricchissima di più di 2.000 anni di arte, come nessuna altra nazione al mondo, pacchianate incredibili, dagli escrementi in marmo di Paul McCarthy, mega cacca di 15 tonnellate, esposti a Carrara, le ridicole impacchettature di tale Christo Vladimirov Javacheff, tutta roba pagata dai contribuenti, mentre chiese romaniche crollano per l’incuria. Questi orrori sono sempre anche enormi. Chiediamo alle amministrazioni comunali di piantarla di sperperare il denaro pubblico per finanziare pacchianate o almeno di tenerle fuori dalle nostre chiese.
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