2019-03-19
Vaticano e Colle tessitori della Via della seta
Lo scambio di cortesie con Oltretevere («Siamo sinceri nel migliorare le relazioni con la Santa sede») anticipa l'arrivo di Xi in Italia. Segno che le diplomazie lavorano da tempo. Come il Quirinale che, date garanzie agli Usa, è l'altro pilastro dell'intesa con Pechino.La Cina è «sincera» nel rapporto con il Vaticano ed è impegnata per un «dialogo costruttivo» con la Santa Sede. Le parole sono del portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, nel corso della conferenza che ha tenuto ieri, dicendosi «non a conoscenza» delle voci circolate riguardo un possibile incontro tra il presidente cinese Xi Jinping, e papa Francesco, in occasione della visita del numero no cinese in Italia. «La Cina è sempre sincera nel miglioramento delle relazioni con il Vaticano e ha fatto sforzi» a questo riguardo, ha detto Geng, citando il «risultato importante dell'accordo preliminare sulla nomina dei vescovi» raggiunto tra Pechino e la Santa Sede nel settembre scorso. «La Cina continuerà a impegnarsi con il Vaticano per un dialogo costruttivo, per accumulare comprensione e fiducia reciproca e per continuare a migliorare la nostra relazione», ha concluso Geng. A stretto giro di posta anche il Vaticano ha diffuso la propria posizione attraverso le agenzie di stampa. Obiettivo: smentire l'incontro, ma confermare che nessuno - a partire dal Papa - chiuderebbe la porta in faccia ai cinesi. In pratica, due smentite fanno una conferma. Non tanto sul concreto incontro tra i due capi, ma sul riconoscimento diretto delle due diplomazia non c'è alcun dubbio. È la Santa Sede che da oltre un anno preme per l'accordo sulla Via della seta, perché diventerebbe il perimetro dentro il quale il potere temporale della Chiesa riuscirebbe a muoversi con più facilità. La spinta ulteriore, non a caso, è partita dopo la visita ufficiale del ministro dell'Economia, Giovanni Tria. Alla fine di agosto 2018, il capo del Mef si è recato a Pechino per discutere di valute e accordi bilaterali. Delle tappe del viaggio era a conoscenza anche il segretario di Stato, Pietro Parolin, che aveva già incontrato nel novembre del 2017 Luigi Di Maio. Il rappresentante del Papa e il leader grillino si erano visti a Washington con l'obiettivo di chiarire la posizione dei 5 stelle nei confronti degli Usa e di altre grandi potenze. Hanno parlato di Russia e di Cina. D'altronde non bisogna dimenticare che l'accordo in via di firma non è altro che l'evoluzione del memorandum discusso al forum di Pechino del maggio 2017. All'epoca in Cina a rappresentare l'Italia era Paolo Gentiloni, il quale si vantò di essere il solo premier di un Paese del G7 a essere presente. E andando indietro tracce dello schema si vedono nell'attività portata avanti da Franco Bassanini quando facilitò l'ingresso di China State Grid dentro la compagine azionaria di Cdp reti. Insomma, si vede sempre il filo conduttore steso per la prima volta da Romano Prodi dieci anni fa quando iniziò un ciclo di lezioni alla tv di Stato cinese. Non a caso l'altro ieri l'ex leader dell'Ulivo ha elogiato la scelta del governo e a luglio del 2018 si era spinto fino a sostenere che per risolvere la questione immigrazione in Africa l'Europa avrebbe dovuto collaborare con la Cina: il celebre «aiutiamoli a casa loro» ma attraverso i cantieri finanziati dal Dragone. Non stupisce che a smorzare le polemiche tra Lega e 5 stelle sia stato proprio Sergio Mattarella , che sul memorandum ha messo il sigillo del Colle garantendo che è conforme alle leggi europee. Con tutto il rispetto per il lavoro dei ministeri coinvolti nel memorandum, la regia politica ha due pilastri basilari: il Colle e il Vaticano. Poi l'attività terrena è nella mani di vice ministri, sottosegretari e consulenti. Si comincia con il consigliere di Michele Geraci, l'uomo che fa il lavoro di sherpa e tiene i rapporti con Pechino. Si tratta di Sergio Maffettoni, già console di Chongquing, è definito da chi lo conosce un vero cattolico, praticante e pure attento osservatore delle dinamiche vaticane. Non ci sembra un dettaglio da poco, visto il background politico che ha spinto Xi Jinping a prendere un aereo e andare fino a Palermo dove forse potrà entrare in una chiesa (come turista) senza doversi avvicina per forza a San Pietro. Ovviamente il presidente cinese si dedicherà prima agli incontri romani concentrati nella giornata di venerdì e sabato. Prima Mattarella, poi l'Altare della Patria, di seguito Camera e Senato con uno stop di 20 minuti con Roberto Fico. Sabato mattina, Giuseppe Conte e di nuovo Mattarella, poi a mezzogiorno, dopo aver firmato il memorandum, partirà per Palermo. In mezzo, e tra le righe, si discuterà di 5G. Ufficialmente il tema è fuori dal memorandum, ma sarà il convitato di pietra. In questo caso il link si chiama Marco Bellezza. Il consigliere della presidenza del Consiglio lavoro con Di Maio proprio con delega tecnologica. Prima dell'incarico lavoravo alla studio legale Portolano Cavallo che oggi è molto vicino a Huawei. Perché alla fine le grandi strategie e le visioni finiscono per coinvolgere le aziende che cacciano i soldi. E il business del 5G e la nuova rivoluzione industriale.
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