2022-09-08
Valentina Pace: «Sono cresciuta grazie alla soap infinita»
L’ex «ballerina di Siviglia» ideata da Gianni Boncompagni ora star di «Un posto al sole»: «“Macao” mi ha fatto conoscere al grande pubblico, non era una trasmissione maschilista. Nel 2002 ho iniziato a lavorare nella sit com e quando torno mi sento come a casa».A vent’anni, Valentina Pace, nata a Roma nell’anno della febbre del sabato sera, il 1977, divenne un personaggio pop che le portò fortuna. Gianni Boncompagni, ideatore e regista di Macao, trasmesso su Rai 2, in seconda serata, in due edizioni, nel 1997 e 1998, pensò per lei la parte di una ballerina andalusa seduta in una sedia su piattaforma rotante, che sorrideva e non proferiva parola, mentre il coro circostante di ragazzi e ragazze intonava: «Ahi, ballerina di Siviglia / ahi, non ballare resta ferma…».In quel programma che ironizzava su se stesso, con il titolo su barattoli stile Andy Warhol della sigla, e sdrammatizzava la condizione giovanile con canzonette birichine tipo «Ragazzina di Treviso» o «Fumatrice di nascosto», altri figuranti si esibirono, come lei silenziosi, su quella pedana rotante, dal «bel samurai» alla «ragazza della quarta misura». Il personaggio «ballerina di Siviglia», tuttavia, svettò sugli altri in fatto di popolarità, tanto che sono molti, ancor oggi, a ricordarlo. Da qui, per Valentina Pace si sono aperte le porte del futuro.Dal 1999 al 2017, come attrice, ha partecipato a otto fiction tv e a tre film, tra cui uno, South Kensington (2001) di Carlo Vanzina. Ma a renderla familiare al vasto pubblico, stavolta non solo di giovani, è stata la sua partecipazione, iniziata nel 2002, nel ruolo di Elena Giordano, a Un posto al sole, la soap opera ambientata a Napoli che va in onda pressoché ininterrottamente su Rai 3 dal 21 ottobre 1996 e ha superato la soglia delle 6.000 puntate, raccontando le intricate vicende di una serie di persone accomunate dal fatto di vivere nello stesso palazzo, nella fiction palazzo Palladini e nella realtà Villa Volpicelli, nel quartiere di Posillipo, con vista sul golfo e sul Vesuvio.Per fare la sua parte a Un posto al sole ha dovuto trasferirsi a Napoli per alcuni periodi? «No, per girare le scene sono sempre andata a Napoli in genere due-tre giorni a settimana, al massimo quattro ma mai più di quattro, per poi tornare a casa, a Roma, dalla mia famiglia».Quale professione hanno svolto i suoi genitori e ha fratelli o sorelle? «I miei ormai sono in pensione. Mio padre è stato direttore di una filiale di Banca Intesa e mia madre impiegata al Comune di Roma ai beni culturali. Ho una sorella, Giorgia, che ha 51 anni».Che scuole ha fatto? «Mi sono diplomata al liceo linguistico a Roma e poi iscritta a Tor Vergata a lingue. Ho frequentato per sei mesi ma poi sono stata chiamata per Macao. Quando frequentavo il liceo facevo piccole pubblicità, fotografie per cataloghi di moda, qualche sfilata per guadagnare due soldi mentre ero studentessa. Poi feci due provini per Macao, mi concentrai sul lavoro e l’università finì nel dimenticatoio».Da piccola com’era, introversa o estroversa? «Non ero una bambina estroversa. Nasco come bimba timida, molto, e anche abbastanza insicura. Ho dovuto lavorare su me stessa. Mai detto da bambina “faccio l’attrice”. Tutt’altro. M’iscrissi a Lingue con il sogno nel cassetto di fare l’interprete parlamentare».E nell’adolescenza e prima giovinezza? «La timidezza è continuata. Quando iniziai Macao, trovavo faticoso stare davanti alle telecamere. Mi vergognavo, m’imbarazzavo. Poi ho iniziato a studiare in una scuola di arte drammatica e recitazione, quindi dovevi recitare e fare dizione con altri ragazzi. E lì iniziai un lavoro su me stessa per superare difficoltà e paure».Come fu l’incontro con Gianni Boncompagni? «L’incontro non c’è stato, inizialmente. Cercavano ragazze di contorno a questa nuova trasmissione che era ancora un mistero. Feci il provino alla cieca. Ci presentammo in tante e superai le selezioni. Un giorno la mia agenzia mi convocò per un incontro con Gianni. A quel punto mi rivelò che, all’interno del programma aveva deciso di creare questo personaggio della ballerina di Siviglia, con la canzone…».Ma la scrisse lui quella canzoncina? «Sì, le scriveva tutte lui, era un piccolo genio».Come valuta quell’esperienza? «Bellissima, meravigliosa, la porterò sempre nel cuore. Andavo con gioia a lavorare. Facevo parte di un gioco che consisteva nel creare un personaggio misterioso che non parlasse».Non si sentì mai la sua voce in quel programma… «No, mai…».Come fu il rapporto con Alba Parietti, conduttrice della trasmissione? «Tranquillo. Era professionale, carina, gentile…».Le cronache raccontano che poi Boncompagni la sollevò dal ruolo di presentatrice. Perché? «Non ne ho idea. Non entravi in queste dinamiche. Mi trovai l’anno dopo che lei non c’era più…».Secondo lei Macao era una trasmissione maschilista? «No, assolutamente».Dopo essere stata la silenziosa «ballerina di Siviglia» il pubblico sentì la sua voce. Esordì nel 1999 nello sceneggiato di Rai 1 Memorie di una ragazza perbene, ispirato al misterioso omicidio della studentessa Marta Russo alla «Sapienza»… «Ho ricordi un po’ sfocati… Era la prima volta che cominciavo a lavorare come attrice. Abbiamo cercato di rappresentare una storia vera e dunque si doveva essere molto delicati. I genitori di Marta rimasero contenti».L’esperienza di Un posto al sole, di cui lei è un personaggio di rilievo, ormai familiare ai telespettatori. Bilancio nel complesso positivo? «Nel complesso molto positivo. Ho iniziato nel 2002, sono entrata e uscita varie volte. Dopo tanti anni che lavoro in questa squadra, sono loro legata anche affettivamente. Sono cresciuta, maturata, ho familiarizzato con tutti i reparti. È come tornare sempre a casa. Non ci sono stati eventi negativi».E il suo personaggio, Elena Giordano, che sta facendo ora, per quanto non appaia da un po’? «Al momento è a Londra, con sua figlia, Alice, che ha vent’anni. Se dovesse esserci un rientro, sarà dunque da Londra. Ma, al momento, non possiamo parlare di rientro…».Alle sorprese e ai colpi di scena di Un posto al sole il pubblico è abituato e sappiamo che non possono esserci anticipazioni sostanziali. Elena è figlia della perfida e calcolatrice Marina, interpretata da Nina Soldano. Rapporto non semplice tra le due… «Si sono amate e si sono anche fatte la guerra, si sono avvicinate ma anche allontanate. Fra loro c’è stato odio e amore ma ha sempre prevalso quel rapporto tra madre e figlia che le ha portate a ricongiungersi».Senta, ma quali similitudini e differenze individua tra Elena Giordano e Valentina Pace? «Le differenze, intanto, sono il percorso educativo diverso. Elena è cresciuta con due genitori separati, una madre presa da sé stessa e un padre assente. Ha un carattere molto fragile, insicuro. Ma certe cose che ha fatto, come andare con l’ex-compagno di Viola, legata a lei da un rapporto di amicizia, io nella vita non le farei mai. Ho cercato di dare a Elena qualche aspetto del mio carattere, come l’ironia simpatica e anche quello di una madre che ha cercato di essere presente…».Ama il suo personaggio? «Oramai sì, lo amo. Dopo tanti anni ci si affeziona».Nella soap si è visto davvero di tutto, tanto che alcuni la definiscono real drama, il lato oscuro e inquietante della vita e la selva di problemi che fanno emergere il peggio o il meglio delle persone. Secondo lei, queste storie invitano i telespettatori e riflettere su loro stessi? «Un posto al sole non è una soap patinata, irreale. Si rappresenta, nei limiti del possibile, la vita sociale, con tutto ciò che può accadere. Siamo sempre al passo con l’attualità e si affrontano quindi temi come la violenza, la droga, il sesso, l’omosessualità… tutto, insomma. Certo, gli spettatori stabiliscono paragoni con la loro vita, fallimenti lavorativi, figli che si drogano… Pensando: “Vedi che anche a me è successo così…”».Come si è fatto con le riprese della soap nel periodo più duro dell’epidemia? «Io ero appena uscita perché era nata mia figlia, Matilde, che oggi ha tre anni e mezzo. Credo che il lavoro, per brevi periodi, si sia fermato. So che dovevano fare un tampone al giorno, lavorare con le mascherine e toglierle durante le riprese».A palazzo Palladini, cioè villa Volpicelli, nella realtà vivono persone? «Certo. Infatti le riprese sono fatte solo per gli esterni».Quest’estate si è sposata, a Roma, con rito civile. E non si è dimenticata di Un posto al sole… «C’erano Nina Soldano (Marina nella soap, ndr.), Michelangelo Tommasi (Filippo) e Samanta Piccinetti (Arianna) che, nella vita reale, è la moglie di Michelangelo».Ha recentemente dichiarato che vorrebbe sposarsi anche con cerimonia religiosa… «Sì, se ci sarà l’occasione lo faremo, ma non so quando».Lei ha un’altra figlia, Alice. Quanti anni ha? Vive con voi? «Ha 12 anni. Certo, vive con noi, ma regolarmente frequenta anche il suo papà».È doveroso ricordare l’attrice Carmen Scivittaro, scomparsa a 78 anni il 14 agosto 2022. A Un posto al sole, per tanti anni, è stata Teresa, la moglie del vigile Otello. «Me la ricordo come una donna dolce, alla mano, sorridente. Amava i bambini e gli animali. Quando ha avuto problemi, la vedevamo un po’ chiusa in sé stessa. Ha avuto una vita famigliare non facile…».Ma lei lo guarda tutte le sere Un posto al sole? «Sono sincera. L’ho sempre guardato quando ci ho lavorato e andavo in onda, anche per farmi delle autocritiche. Se sono fuori dal set, può accadere che mi sfugga, ma cerco di buttarci un occhio. A mia figlia chiedo come sono andata. E se mi accorgo di qualche gaffe ci mettiamo a ridere…».