2023-05-30
Valente a capo dell’Agenzia spaziale
Teodoro Valente (Imagoeconomica)
Il nuovo presidente dell’Asi dovrà risolvere le grane lasciategli in eredità da Giorgio Saccoccia: l’Italia punta ad avere più peso in Europa e servono verifiche sul programma Ariane 6.Non è stata una passeggiata la nomina del professore Teodoro Valente alla presidenza di Asi, l’agenzia spaziale italiana. Dopo gli anni dei governi di centrosinistra e 5 Stelle, infatti, anche a questa tornata c’è chi ha provato di nuovo a mettere i bastoni tra le ruote al governo di Giorgia Meloni e al ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Oltre al nuovo presidente, il nuovo consiglio di amministrazione dell’agenzia sarà composto da Giuseppe Basini, Marica Branchesi, Stefano Gualandris, Marco Lisi, Luisa Riccardi e Elda Turco Bulgherini. Valente si lascia dietro una serie di «trombature» eccellenti, legate a doppio filo con i passati esecutivi di matrice giallorossa, tra piddini e grillini. Per la presidenza di Asi, infatti, si era ricandidato (un’altra volta) nelle scorse settimane Roberto Battiston, ex presidente dell’agenzia spaziale ai tempi di Renzi e Gentiloni, poi, perso il posto, diventato ai tempi di Giuseppe Conte un esperto di Covid 19. Battiston è anche chiamato il Nipoton, perché sposato con una delle nipoti dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Da ormai 4 anni, cioè da quando non è più in Asi, ha provato più volte a trovare un incarico da presidente, senza successo. Non ce l’ha fatta a diventare direttore generale di Esa, l'agenzia spaziale europea, dove non è riuscito nemmeno a entrare nella short list né è stato preso in considerazione per ben 2 volte alla guida del Cnr: ben due commissioni lo hanno affossato situandolo a mezza altezza tra i candidati. Ora è arrivata la quarta bocciatura. Ma non è la sola. Perché Valente ha anche vinto la concorrenza dell’ingegnere Luigi Pasquali, coordinatore Leonardo per lo Spazio, prossimo alla pensione. E ancora. Valente è stato preferito anche al professor Eugenio Coccia, fisico sempre alla ricerca di una sistemazione apicale che l’ex ministro Vittorio Colao aveva proposto al cda di Asi senza successo. A quanto si dice per arrivare a Valente c’è stata in questi mesi una battaglia molto serrata tra il ministero dell’Università di Annamaria Bernini - che avrebbe preferito Coccia - e il rettore della Sapienza Antonella Polimeni, che sosteneva Valente. Il nuovo presidente é un ingegnere chimico esperto di materiali. Nell’ambiente dell’industria spaziale è poco noto, e ancor meno in Esa. Da un lato questo rappresenta un possibile ostacolo ai rapporti con l’agenzia spaziale europea, dall’altro lo rende indipendente dall’influenza del potente direttore generale Joseph Aschbacher. Di sicuro Valente ha competenze manageriali comprovate, background scientifico di alto livello e un master in Businnes administration alla Luiss di Roma, curriculum ben differente da quello del suo predecessore Giorgio Saccoccia con un master in una ignota università olandese. Unica nota stonata sulla scelta potrebbe essere il fatto che ha condiviso 18 articoli scientifici con il professor Paolo Gaudenzi, membro della commissione di nomina. In ogni caso a Valente spettano da subito due importanti battaglie. Innanzitutto c’è da negoziare in Europa il ruolo dell’Italia, unico dei tre paesi massimi contributori ad avere un solo direttorato. Ci sono due posti a selezione, uno è quello che riguarda l’amministrazione, l’altro quello delle telecomunicazioni. Su quest’ultimo ha già messo il cappello la Francia che si aspetta di portare a casa almeno una delle due direzioni a fronte di un investimento di 3,1 miliardi. C’è poi da verificare il futuro del programma Ariane 6 che ha oltre due anni di ritardo e dove si confida che gli errori tecnici siano stati risolti. Nel frattempo Saccoccia ha trovato un incarico a Parigi, in un ufficetto in Esa, dove sta vivendo il suo successo per il passaggio dal livello A5 a A6, regalatogli alla memoria e mai raggiunto in 15 anni di selezioni. Ora toccherà a Valente risolvere i problemi.
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