2025-03-22
Banditi schwa e asterischi a scuola
Giuseppe Valditara (Ansa)
Valditara vieta l’uso dei segni grafici cari all’universo Lgbt nei documenti ufficiali. Fdi: «Addio scarabocchi». Anche la Crusca gioisce: «Così si rispetta la lingua italiana».Un colpo decisivo al pensiero unico è arrivato ieri, da una circolare inviata dal ministero dell’Istruzione e del merito a tutte le scuole, nella quale si invita a tutelare l’integrità della lingua italiana contro gli assalti dello schwa e del politicamente corretto.«Nelle comunicazioni ufficiali», si spiega, «è imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italiana. L’uso di segni grafici non conformi, come l’asterisco e la schwa, è in contrasto con le norme linguistiche e rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale».Tali storpiature si sono diffuse negli ultimi anni, inizialmente tra gli ambienti Lgbt, poi nelle università, fino a insinuarsi nella quotidianità. Il loro intento è quello di far risaltare la presunta molteplicità di genere, al di là del tradizionale binomio maschile e femminile. Tutto nasce da una matrice ideologica, più precisamente dal progetto di trasformare la realtà attraverso il linguaggio, un’ambizione maturata a sinistra, a partire dagli anni Settanta, con il tramonto del mito della lotta di classe.In questa iniziativa in difesa della lingua italiana, il dicastero guidato da Valditara può contare su un alleato autorevole e forte di una tradizione secolare. «L’Accademia della Crusca», prosegue infatti il ministero, «ha più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi».Pronta la conferma dell’istituzione fiorentina: «Occorre sempre mantenere la regolarità della lingua italiana, utilizzando la sua forma ufficiale», ha dichiarato Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca. «Va dunque escluso tassativamente l’asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico. Lo stesso vale per la scevà o schwa».La vicenda, naturalmente, è carica di risvolti politici, al di là della difesa «tecnica» della grammatica. «Questi scarabocchi saranno lasciati fuori dalle scuole. Abbiamo bocciato l’ideologia della sinistra», esulta infatti Fratelli d’Italia sui social. «È un ulteriore passo avanti nella lotta contro l’ideologia gender», ha rivendicato, invece, Rossano Sasso, il capogruppo della Lega in commissione Cultura, scienza e istruzione che, negli scorsi giorni, aveva avanzato la questione in una proposta di legge.Secondo Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati di Fratelli d’Italia, la circolare «ferma il graduale processo di imbastardimento dell’italiano, piegato alle esigenze del politicamente corretto e della finta inclusività. La nostra è una lingua che ha nella sua semplicità fonetica le ragioni della sua musicalità».Inevitabile la reazione della sinistra, subito salita sulle barricate a invocare inclusione, educazione affettiva e le consuete parole d’ordine. «Invece di preoccuparsi degli asterischi», ha dichiarato Cecilia D’Elia, capogruppo pd in commissione scuola, cultura e istruzione pubblica, «sarebbe stato più serio affrontare i nodi veri e accogliere le richieste che vengono dal mondo della scuola, dagli studenti e dalle famiglie. Ad esempio dando seguito alle richieste di educazione affettiva nelle scuole. L’unica confusione è quella creata da chi non vuole aiutare la scuola a sostenere i percorsi di crescita delle ragazze e dei ragazzi che si interrogano sulle relazioni, la sessualità, la propria identità». L’alternative progressista è dar loro cattivi maestri?
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