2023-06-11
Valditara: «La mia idea di scuola: un piano in 10 punti che riunisca l’Italia»
Giuseppe Valditara (Imagoeconomica)
Il ministro dell’Istruzione: «Investiamo subito 50 milioni l’anno in 150 istituti per annullare il divario Nord-Sud. Poi ampliamo».Annullare le differenze tra Nord e Sud garantendo pari opportunità d’istruzione agli studenti su tutto il territorio nazionale è la priorità del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e l’Agenda del Sud lo strumento per centrare l’obiettivo.Ministro in cosa consiste?«È un piano in 10 punti per dare una visione e una strategia che sino ad ora è mancata, per avviare un percorso che riunisca l’Italia. Non possiamo più accettare risultati negli apprendimenti che vedono penalizzati gli studenti del Mezzogiorno. Per ora interveniamo in 150 scuole ma lavoriamo per incrementare il numero degli istituti coinvolti che saranno individuati dall’Invalsi tramite alcuni criteri, come tasso di dispersione, contesto socio economico, fragilità nei risultati d’apprendimento. Il piano prevede fra l’altro più docenti, scuole aperte anche il pomeriggio, e durante le vacanze estive, coinvolgimento delle famiglie, corsi di formazione dell’Invalsi per gli insegnanti, retribuzioni aggiuntive per le attività extracurriculari e fuori dal tempo scuola. Se il progetto funziona, come crediamo, puntiamo ad estenderlo».Un bell’impegno di spesa?«Investiamo subito circa 50 milioni l’anno ma stiamo lavorando per individuare nuove risorse ed incrementare il numero degli istituti».E i fondi del Pnrr?«Nel decreto semplificazione abbiamo inserito il modello Genova per l’edilizia scolastica, che a detta del presidente dell’Anci, Decaro, è stato decisivo per recuperare tempo e consentire la realizzazione di asili nido, scuole dell’infanzia e per la riqualificazione delle scuole in tutta Italia».Pochi giorni fa l’aggressione di una professoressa da parte di un suo alunno: servono provvedimenti del Ministero o anche un cambiamento culturale?«Occorre ridare autorevolezza ai docenti e introdurre la cultura del rispetto nelle scuole. Noi abbiamo iniziato mettendo a disposizione dei docenti aggrediti l’avvocatura dello Stato, disponendo che lo Stato si costituirà parte civile contro gli aggressori ai quali sarà richiesto anche un risarcimento per danni d’immagine. Ho emanato la circolare per riportare ad un uso corretto del cellulare in classe. Abbiamo esteso al personale della scuola l’assicurazione contro gli infortuni. Abbiamo istituito il tavolo contro il bullismo che sta terminando i lavori e che ci darà gli elementi per affrontare efficacemente un fenomeno che colpisce studenti e anche docenti».A scuola si può parlare di violenza contro le donne?«Con il ministro Eugenia Roccella abbiamo scelto il 25 novembre per sensibilizzare le scuole su questo tema, ma al di là della data noi dobbiamo affermare quotidianamente la cultura del rispetto contro ogni discriminazione di genere».Nella «sua» scuola lei ha previsto due figure: tutor e orientatore. Saranno utili anche contro il bullismo?«Il principio della personalizzazione dell’insegnamento, che mira a valorizzare i talenti di ogni studente, tramite attività di tutoraggio e orientamento, sarà una svolta. Ho visitato scuole frequentate da ragazzi che avevano avuto problemi con la giustizia, bocciati più volte, che rischiavano la marginalizzazione sociale. In quelle scuole i docenti hanno saputo accendere quella lampadina che ognuno ha dentro di sé, li hanno motivati valorizzando le loro abilità e aiutandoli a superare le difficoltà, dandogli gli strumenti per trovare la loro strada nella vita. Quei giovani si sono riscattati, diventando responsabili, si sono inseriti nel lavoro. Insomma, vanno valorizzati i talenti di ciascuno attraverso un percorso modellato sulle abilità del giovane per recuperare i ritardi o per consentire di accelerare a chi in classe si annoia perché è già avanti. Anche questo è un modo per sconfiggere il bullismo».La risposta alla chiamata dei tutor è stata notevole, perché secondo lei questa nuova figura rivoluzionerà la scuola?«Una risposta di grande responsabilità, che ha smentito chi prevedeva sarebbe stato un flop: ha aderito il 99,8% delle scuole, soltanto 8 non hanno risposto. Avevamo necessità di 37.000 tutor, hanno presentato domanda più di 52.000, cercavamo 2.200 orientatori, oltre 4.200 si sono resi disponibili. Il docente tutor coordinerà i colleghi per la personalizzazione della formazione, individuando i deficit piuttosto che le potenzialità o abilità per strutturare un percorso che vedrà poi la partecipazione dei colleghi disciplinari, per esempio di italiano, di matematica, di inglese, e che consentirà di prolungare il tempo scuola anche al pomeriggio. L’orientatore suggerirà a famiglie e studenti i percorsi di studio più adatti alle potenzialità del giovane in relazione con l’offerta formativa terziaria e le opportunità del mercato del lavoro così da fare le scelte giuste per il futuro».Il famoso dialogo scuola-mondo del lavoro che manca?«Consideri che le imprese denunciano un milione e 200.000 posti non coperti per assenza di qualifiche. La scuola deve educare alla libertà e formare cittadini maturi, liberi da condizionamenti e nel contempo deve offrire gli strumenti per avere un futuro in campo lavorativo. Lavoriamo anche per una importante riforma dell’istruzione tecnico-professionale, che è un pilastro del sistema formativo italiano».Come sarà la Maturità?«Avremo lo scritto tradizionale, e per l’orale un colloquio, non una classica interrogazione disciplinare, in cui lo studente dovrà dimostrare quanto ha assimilato per contenuti e metodo, sapendo fare collegamenti interdisciplinari. Previste agevolazioni per gli studenti alluvionati dell’Emilia Romagna».
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