Il settore, provato da un anno orribile segnato dalla pandemia, prova a rialzarsi. Le notizie che arrivano dal Pharma fanno sperare. Mentre le aziende si allineano all'agenda sul cambiamento climatico di Joe Biden
Il settore, provato da un anno orribile segnato dalla pandemia, prova a rialzarsi. Le notizie che arrivano dal Pharma fanno sperare. Mentre le aziende si allineano all'agenda sul cambiamento climatico di Joe BidenPer il settore delle materie prime il 2020 è stato un anno piuttosto orribile. La pandemia ha comportato un crollo della domanda in quasi tutte le commodity, a eccezione di quelle considerate un bene rifugio come quelle collegate ai metalli preziosi. Non solo. Molti dei gruppi mondiali che controllano il settore dell'estrazione mineraria hanno dovuto affrontare un processo, lungi dall'essere concluso, che riguarda la sostenibilità ambientale. «Peabody energy corporation», dice Salvatore Gaziano, direttore investimenti Soldiexpert scf, «da inizio anno perde quasi il 90% e rappresenta uno dei più grandi produttori di carbone al mondo. È arrivato a rischiare la bancarotta perché è al centro di sconvolgimenti di lungo periodo del mercato energetico poiché il gas naturale e le rinnovabili stanno sostituendo il carbone. Inoltre le ricadute economiche del Covid hanno indebolito la domanda di carbone utilizzato nella produzione di acciaio».Come muoversi, dunque? Nel settore delle materie prime la selezione è importante. Bisogna guardare i prezzi, ma soprattutto le prospettive a lungo termine e l'andamento dell'economia. La vittoria di Joe Biden e l'annuncio di vaccini ha riportato fermento nelle quotazioni poiché il settore è stato fra i più depressi del 2020. Molte società minerarie si stanno muovendo rapidamente per allinearsi all'agenda sul cambiamento climatico di Biden con alcune materie preferite come il litio, il rame e altri metalli che possono aiutare il presidente eletto a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di ridurre le emissioni di carbonio ed elettrificare le automobili della nazione. «Con Biden che propone di accelerare la fine del carbone e di altri combustibili fossili con il suo piano climatico da 2 trilioni di dollari, gli estrattori dei cosiddetti metalli strategici sperano che il team di Biden li veda come partner, non come nemici», ricorda Gaziano.Intanto la Cina ha ripreso a correre. Del resto, alte sono le speranze post pandemia per una ripresa industriale a V che i mercati siderurgici cinesi hanno già visto in questi mesi e che ora dovrebbe interessare i mercati legati alla soia, al mais e al rame. Per investire sul settore ci sono fondi ed Etf specializzati: ad esempio, il Blackrock world mining, più esposto nell'estrazione aurifera, anche nel 2020 ha continuato a crescere (+8,2%) arrivando ad avere una performance del 21,27% in tre anni. Inoltre, il mercato delle materie prime è particolarmente presente Borsa e alcuni titoli, nonostante la crisi, hanno fatto piuttosto bene. Ci sono, ad esempio, big del settore come Rio Tinto (presente anche nel settore carbonifero), il cui titolo è cresciuto del 30% in tre anni e si è mostrato in territorio positivo anche nel 2020 (sebbene solo dello 0,78%). Lo stesso vale per le azioni del gruppo Bhp, che sono cresciute del 28,8% in tre anni, anche se nel 2020 hanno sofferto un po' cedendo il 2,63%. Hanno sofferto anche i titoli Anglo American con una perdita del 12,24% nonostante abbiano mantenuto una crescita del 30% negli ultimi 36 mesi. Per investire nel settore delle materie prime e dormire felici, insomma, la vera arma è il tempo. Le quotazioni mostrano che una pandemia può non essere un problema in Borsa se si tiene il titolo a lungo.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






