2021-07-05
I vaccini contro il Covid stravolgono l’etica
Milena Gabanelli l'ha definita sul «Corriere» una fake news, ma i sieri sono davvero stati fabbricati con l'utilizzo di feti abortiti. A meno che non si ritenga che «il fine giustifica i mezzi», nessuno dovrebbe essere obbligato a immunizzarsi con simili prodotti.I cosiddetti vaccini contro il Covid-19 sono sacri ed è vietato parlarne male. La federazione degli ordini dei medici, Fnomceo, scritto in minuscolo non per una dimenticanza, minaccia la radiazione a chi oserà sconsigliarli. Eppure si tratta di farmaci in fase sperimentale che non potrebbero essere somministrati a meno che non ci sia un'emergenza, vale a dire mancanza di cure alternative. Oggi non c'è emergenza, le cure ci sono e sono ottime. La Fnomceo ha trovato giusto e normale imporre l'obbligo vaccinale per il personale sanitario con farmaci sperimentali che contrastano la malattia rendendola meno grave ma non impediscono l'infezione, cioè il contagio, ma fa sentire la sua voce per imbavagliare le voci critiche.Il farmaco, ripeto, è in fase sperimentale, quindi con effetti collaterali che sono tutti da scoprire e che sarà difficile scoprire se le voci critiche vengono azzittite. Poi c'è il problema etico: si tratta di farmaci fabbricati usando le piccole vite vivisezionate di due creature umane abortite volontariamente proprio per fornirle alla vivisezione. Alcuni negano questa verità. Milena Gabanelli, il 16 giugno scorso, sul Corriere della sera ha pubblicato un video a proposito delle fake news. La giornalista affronta il tema dell'uso delle cellule fetali per produrre i vaccini e del fatto che questi possano contenere tracce di Dna umano. La signora Gabanelli afferma che ciò che è contenuto nei vaccini è pubblico e non v'è traccia di materiale cellulare. Il professor Paul Offit è uno dei maggiori esperti di vaccini a livello mondiale e afferma il contrario: negli anni Sessanta vi furono due aborti volontari, praticati uno in Svezia e uno in Inghilterra. Le cellule ricavate da questi feti abortiti sono state utilizzate per produrre diversi vaccini: il vaccino contro l'epatite A e altri. Si tratta di linee cellulari derivanti da quelle ottenute negli anni Sessanta, quindi non sono stati praticati altri aborti terapeutici per produrre vaccini, ma la risposta alla domanda se nei vaccini esista una piccolissima quantità di tracce di Dna, derivante da quelle cellule fetali, è affermativa. Dunque il Dna fetale è presente in molti vaccini, anche in quelli contro il Covid-19 ad Adenovirus usati in Occidente, ad esempio quelli prodotti dalle case farmaceutiche AstraZeneca e Johnson & Johnson. Paul Offit a gennaio spiegava che c'erano due vaccini in uso in quel momento negli Stati Uniti: uno prodotto da Pfizer e uno da Moderna, entrambi a Rna messaggero, nessuno dei due derivato da cellule fetali, ma la dottoressa Pamela Acker con un lavoro estremamente documentato afferma che i due farmaci a Rna sono stati testati su cellule umane, ovviamente, e che le uniche cellule umane su cui possono essere stati testati sono quelle derivate dai feti abortiti. Si tratta di feti abortiti al quinto mese, quando i fasci spinotalamocorticali che portano l'informazione del dolore sono perfettamente formati, che vengono sezionati vivi e senza anestesia, che danneggerebbe i preziosi tessuti prelevati.Le gerarchie cattoliche, che raccomandano i vaccini, e addirittura sedicenti esponenti del mondo pro life hanno serenamente giustificato il tutto con i due motti anticristiani secondo i quali il fine giustifica i mezzi e bisogna scegliere il male minore. Chi sceglie il male minore sta scegliendo il male ed è fuori dalla legge di Cristo. Particolarmente prezioso quindi è il libro Mors tua vita mea. Il fine non giustifica i mezzi (Edizioni Maniero del Mirto), che ha una preziosa prefazione di monsignor Carlo Maria Viganò e contiene articoli di importanti autori, tra i quali un mio piccolo contributo. Nell'epoca del Covid-19, tutto sembra passare in secondo piano rispetto alla salvaguardia della vita fisica. Diventa perciò lecito sacrificare il settore economico, soprattutto le attività che più caratterizzano il nostro Paese: cultura, intrattenimento, ristorazione, il made in Italy, lasciando senza lavoro imprese e, di conseguenza, padri di famiglia. Diventa lecito sacrificare gli anziani, a cui viene impedito di intrattenere le relazioni sociali, fondamentali per mantenere le funzioni cognitive; sacrificare i ragazzi, costretti alla didattica a distanza. Non a caso sono aumentati nell'ultimo anno i fenomeni di autolesionismo tra i giovani. In nome della salvaguardia della vita fisica diventa legittimo anche sacrificare feti abortiti volontariamente? A questa domanda, centrale per i cattolici, ma non meno importante per tutti coloro che cercano la verità, risponde l'interessantissimo e già citato saggio. Ognuno in base alle proprie conoscenze, tutti accomunati dalla fede cattolica, gli autori dimostrano che per la produzione di alcuni vaccini e segnatamente per quelli conto il Covid-19 vengono utilizzate cellule derivate da feti vittime di aborto volontario. Il fatto che Bergoglio abbia consigliato a tutti e addirittura obbligato, pena la perdita del lavoro, i dipendenti del Vaticano a vaccinarsi ha contribuito ulteriormente alla confusione. Ma come ci ricorda Gianfranco Amato, uno degli autori del libro, citando san Tommaso d'Aquino: «Nessun atto malvagio può essere giustificato anche se l'intenzione è buona». Dunque il fine non giustifica i mezzi. La dichiarazione è attribuita a Niccolò Machiavelli. In realtà, lui si limitò a esprimere il concetto ne Il principe, ma la citazione esatta è di padre Hermann Busembaum, guarda caso, un gesuita.La verità è che bambini sono stati dissezionati senza anestesia per ottenere gli organi da cui ricavare le linee cellulari per creare i vaccini. I sieri di Astrazeneca e Johnson & Johnson sono stati prodotti coltivando i virus su queste cellule, quelli di Pfizer e Moderna le hanno utilizzate per i test di conferma. Per ottenere queste linee cellulari, sono stati necessari una serie di esperimenti, regolarmente documentati, che hanno richiesto l'uso di più bambini abortiti. A questo proposito, Wanda Massa riporta le parole della dottoressa Theresa Deisher, fondatrice dell'Istituto di ricerca sulla sicurezza dei vaccini. Deisher spiega che i vaccini prodotti con cellule fetali umane contengono residui di Dna umano, con gravi rischi di sviluppare malattie autoimmuni e cancro. Si parla di vaccini, ma nel caso dei sieri prodotti contro il Covid-19 bisognerebbe più correttamente parlare di terapie geniche sperimentali, la cui reale efficacia non è nota, così come ignoti sono gli effetti a medio e lungo termine, mentre si sono già verificati casi di reazioni avverse fatali.A Massimo Viglione il merito di avere analizzato la situazione generale mettendo i fatti in ordine cronologico a partire dai primi momenti dell'emergenza, evidenziando le contraddizioni delle scelte fatte a livello politico, la campagna mediatica martellante che da un lato ha terrorizzato la popolazione e dall'altro ha presentato il vaccino come unico elemento salvifico in grado di sconfiggere il Covid-19 avvertendoci nel contempo che «nulla sarà come prima». Anche la nostra etica non sarà più come prima.