2020-10-14
Vacanze forse (ma attenti alla quarantena)
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La Corea del Sud, così come altri Paesi nel mondo, non vietano l'ingresso ai turisti a cui però viene imposto il pagamento di ingenti somme di denaro per coprire le spese di 14 giorni di quarantena forzata. Intanto l'Europa, nel pieno della seconda ondata, vara il «semaforo Ue» per evitare che vengano ancora chiusi i confini Schengen.Si chiamano «viaggi senza meta». Si tratta di voli dove si decolla e si atterra allo stesso aeroporto. Dedicato a tutti coloro cui manca passare qualche ora tra le nuvole. Con il Covid cambia anche il modo di scegliere e fare la valigia. Ecco i tre oggetti da non dimenticare prima di partire.Lo speciale contiene tre articoli e gallery fotografiche.Tra le attività che il Coronavirus ha limitato incredibilmente c'è senza dubbio la possibilità di viaggiare senza limiti per il mondo. Se prima eravamo abituati a studiare vacanze con largo anticipo alla ricerca di affari e offerte vantaggiose per recarci in Paesi esotici o lontani, oggi si è propensi a organizzare tutto all'ultimo secondo per paura che «cambi qualcosa» nella situazione sanitaria mondiale e mandi gambe all'aria progetti, piani e prenotazioni. Se da una parte la cancellazione senza penali anche durante le 24 ore prima del viaggio sembra ormai d'obbligo sia per le strutture che per i mezzi di trasporto, dall'altra si fa largo la proposta di alcuni Paesi di riaprire i loro confini ai turisti mettendoli però in quarantena per una porzione di vacanza. È il caso, per esempio, della Corea del Sud. La terra del Kpop e degli Idols, pur non vietando l'ingresso a chi arriva dall'Italia, richiede a chi atterra in una delle città del Paese il pagamento di circa 1400 dollari e un periodo di quarantena della durata di 14 giorni. La somma richiesta coprirà le spese per i test covid, vitto e alloggio nel periodo di limbo tra l'inizio della vacanza e l'arrivo dal nostro Paese. Qualcosa di simile, seppur con cifre minori, succede anche in Cina dove per poco meno di 1000 dollari verrete accolti in strutture ad hoc e destinate alla quarantena dei viaggiatori. Come si legge sul sito l Consiglio viaggiaresicuri.it, il Consiglio dei Ministri ha deliberato il 7 ottobre 2020 la proroga dello stato di emergenza sul territorio nazionale fino al 31 gennaio 2021 e il dpcm varato ieri (e valido fino al 13 novembre) ha ripreso, e in parte modificato, la disciplina in tema di spostamenti da/per l'estero già contenuta nei precedenti dpcm e nelle Ordinanze adottate dal Ministro della Salute. Per chi viaggia, per lavoro o piacere, verso Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Regno Unito e Irlanda, Gibilterra, Isole del Canale, Isola di Man, basi britanniche nell'isola di Cipro, territori spagnoli nel continente africano, Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Riunione, Mayotte a oggi non sono previste limitazioni agli spostamenti verso questi Paesi. Coloro che invece entrano/rientrano in Italia da questi Paesi (dopo soggiorno o anche solo transito nei 14 giorni precedenti l'ingresso in Italia), oltre a compilare un'autodichiarazione dovranno anche sottoporsi a un test molecolare o antigienico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell'arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine (ove possibile) o entro 48 ore dall'ingresso nel territorio nazionale presso l'azienda sanitaria locale di riferimento. Le persone che hanno soggiornato o transitato in questi Paesi nei 14 giorni precedenti l'arrivo in Italia devono anche comunicare il loro ingresso nel territorio italiano al Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda Sanitaria competente.Con l'avvio della seconda ondata Covid19, l'Europa ha anche scelto di lanciare un «semaforo Ue» per evitare che i Paesi blocchino i confini come già successo la scorsa primavera durante l'esplosione del virus nel nostro Continente. Il semaforo non è altro che un codice comune che classifica l'espansione della pandemia su una scala di colori (verde, arancione, rosso e grigio) e funzionerà come un biglietto da visita per chi intende viaggiare. Stop, dunque, al blocco dei confini, ma piuttosto prevenzione, quarantena e tamponi all'ingresso per chi arriva dalle zone più a rischio. In base ai criteri del semaforo Ue, formalizzato ieri a Lussemburgo dai ministri per gli Affari europei, l'Italia oggi rientrerebbe a pieno titolo nel gruppo arancione, ovvero tra quei paesi in cui il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è inferiore a 50, ma il tasso di positività dei test è pari o superiore al 4%, oppure se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è compreso tra 25 e 150 e il tasso di positività dei test è inferiore al 4%. Con noi, solo la Germania, la Svezia, la Finlandia la Grecia e il Portogallo. Il resto degli Stati membri rientra infatti a pieno titolo nel gruppo rosso che identifica quei Paesi in cui il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è pari o superiore a 50 e il tasso di positività dei test è pari o superiore al 4%, oppure se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è superiore a 150. A oggi nessuno Stato si guadagnerebbe invece il semaforo verde, che viene assegnato a chi dimostra di avere un tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni inferiore a 25 e un tasso di positività ai test inferiore al 4%. Nessun Stato membro dovrebbe avere anche il codice grigio (assegnato quando non sono disponibili informazioni sufficienti o se il tasso di test effettuati è inferiore a 300) sebbene Polonia e Bulgaria superino di poco il numero di test accettati dalla'Ue.