2023-01-30
«Ursula ostacola l’indagine sui vaccini Ue»
Emily O’Reilly (Philipp von Ditfurth/picture alliance via Getty Images)
Emily O’Reilly, difensore civico dell’Unione, attacca il presidente Ursula von der Leyen: «Da luglio bloccati sull’inchiesta relativa allo scambio di sms con l’ad di Pfizer». Intanto il pm di Bergamo: «Accertate gravi omissioni nelle prime fasi della pandemia». Walter Veltroni sul Corriere che fu pro Roberto Speranza scopre che il lockdown ha devastato i ragazzi.Lui aveva previsto tutto. Lungimirante al limite della visionarietà, Walter Veltroni aveva intuito fin dall’inizio le terribili conseguenze umane e sociali delle restrizioni sanitarie. Lo ha rivendicato ieri, dalla prima pagina del Corriere della Sera: «Nei primi giorni del lockdown», si è vantato, «richiamammo l’attenzione, allora giustamente concentrata a scongiurare il destino di morte degli anziani, sulle conseguenze che un lungo periodo di isolamento avrebbe avuto sui ragazzi. La privazione di ogni forma di socializzazione, il rinculare nella dimensione familiare e domestica proprio nel tempo biologico del vitale distacco da essa, la rinuncia obbligata al rapporto con gli altri, alle feste, ai baci, alle partite di calcio, ai cinema e alle feste di compleanno… la scuola ridotta a un’esperienza individuale, privata della dimensione di incontro, scambio, relazione. Come si poteva pensare che tutto questo non avesse conseguenze sulla vita di ragazzi ai quali sono stati sottratti quei momenti irripetibili della vita che, tutti lo sappiamo, sono racchiusi in quel fazzoletto di anni della vita di ciascuno?». Già: come si poteva pensare che tutto questo non avesse conseguenze terribili specie sui più giovani? A quanto risulta, tuttavia, qualcuno lo ha pensato, e ha ritenuto che fosse giusto invocare chiusure, restrizioni, discriminazioni. E il giornale su cui Veltroni da tempo firma era in prima fila a sostenere Roberto Speranza e la sua delirante linea dalla segregazione. Adesso, tuttavia, come se nulla fosse ecco che Walter, bello paciarotto, ci informa dei danni: «Da mesi assistiamo all’esplodere delle conseguenze stoltamente non previste e non prevenute di questa inedita condizione nella storia dei giovani». Verissimo: ma chi è stato lo stolto che non ha previsto il disastro, e anzi quando altri mettevano in guardia si premurava di tacitarli? Chissà se mai Veltroni farà nomi e cognomi, e chissà se mai verranno fuori dalle pagine del Corrierone con passato da castigatore di no vax.È più facile, a ben vedere, che qualche nominativo spunti dalle carte della Procura di Bergamo, la quale - da un tempo che pare infinito - sta indagando sulle fasi iniziali della pandemia, proprio quelle in cui furono stoltamente presi i provvedimenti restrittivi a cui Veltroni fa riferimento. Sabato, senza che la cosa suscitasse troppo clamore, il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani ha fatto cenno all’inchiesta (ancora in corso) durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il suo ufficio, ha fatto sapere, ha «accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia». Parliamo dunque della primavera del 2020, argomento su cui dovrebbe a breve misurarsi anche la commissione di inchiesta parlamentare voluta da Fratelli d’Italia. Ebbene, appare molto difficile che non venga chiamato in causa il ministero della Salute, anche perché il procuratore bergamasco ha fatto cenno a un tema bello spinoso, ovvero il mancato aggiornamento del piano pandemico su cui tanto abbiamo scritto. La scoperta dell’inutilità di quel protocollo datato, ha detto Chiappani, è stata «eclatante e di forte impatto». Si spera dunque che siano di forte impatto le indagini a riguardo, e soprattutto che lo siano i conseguenti provvedimenti delle autorità giudiziarie. Certo, lascia un po’ l’amaro in bocca l’idea che i fallimenti nella gestione della pandemia siano ammissibili soltanto ora, a oltre tre anni di distanza, e dopo che altri errori perfino peggiori sono stati compiuti. Inoltre c’è ancora tanto, troppo su cui si deve fare chiarezza. A cominciare dalle numerose questioni riguardanti i vaccini. Tre anni dopo, delle devastanti chiusure e della sconsiderata gestione delle prime fasi di emergenza si può almeno discutere, ma sui sieri grava ancora un silenzio tombale, l’omertà è la regola. A certificarlo non è qualche svalvolato complottista, bensì l’Ombudsman europeo, l’organismo di mediazione istituito dal trattato di Maastricht che dovrebbe vigilare sul comportamento delle istituzioni. Emily O’Reilly, che dirige l’istituzione, ha rilasciato alcune dichiarazioni piuttosto pesanti a France 24. «L’Ombudsman europeo», spiega la testata francese, «afferma di essere stata ostacolato dalla Commissione europea quando ha chiesto informazioni in relazione all’affare Pfizergate. Al centro di questa polemica c’è uno scambio di sms tra il capo della Commissione Ue e l’amministratore delegato di Pfizer in vista di un importante contratto firmato tra l’Ue e l’azienda farmaceutica per un vaccino contro il Covid-19».Come noto, la sporca faccenda riguarda i messaggini scambiati fra Ursula von der Leyen e Albert Bourla, capoccia di Pfizer. Che si siano detti i due in privato non è dato sapere: Ursula afferma di aver cancellato le chat, Bourla invece ha ripetutamente rifiutato di farsi ascoltare dal Parlamento europeo e si è limitato mesi fa a inviare una sottoposta che ha pensato bene di ridere in faccia a chi le chiedeva informazioni. Sugli sms, la O’Reilly non si è risparmiata: «Siamo stati sostanzialmente ostacolati dalla Commissione. E la Commissione non ha ancora ammesso realmente che gli sms esistano, ma è chiaro che ci siano», ha detto. E ancora: «Penso che la Commissione abbia la responsabilità di fare chiarezza, anche se questo è politicamente difficile. Perché si tratta della fiducia dei cittadini in relazione a una questione molto importante. Altrimenti le persone anti vax od ostili all’Ue potranno creare una narrazione ingiusta di ciò che accade nell’Unione». Ora, un po’ irrita che la preoccupazione sia sempre quella di sedare le eventuali critiche dei presunti no vax, ma a questo punto non importa. Ciò che conta è che persino un’autorità europea sia giunta ad affermare che sul caso Pfizer è ora di raccontare le cose come stanno, e che fino a oggi siamo stati presi per i fondelli. È l’ennesimo mattone che viene rimosso dal muro di negazione, falsità e ideologia edificato attorno al Covid. Non ci eravamo inventati nulla: ora si può dire che le restrizioni sono state dannose, che sulla gestione pandemica ci sono state clamorose mancanze, che sui vaccini ci hanno nascosto la verità. E chissà, magari fra quattro o cinque anni di tutto questo riusciranno a occuparsi anche i grandi giornali, e Veltroni potrà dire che lui, in fondo, aveva già previsto ogni cosa.