2024-08-08
Urso contro Stellantis sugli incentivi. «Non hanno rispettato gli impegni»
Adolfo Urso (Imagoeconomica)
Nonostante l’ecobonus arriva nuova cig. Contatti con Dongfeng e altre due case cinesi. Il governo la sua parte l’ha fatta, l’Ecobonus ha centrato gli obiettivi con i consumatori che hanno risposto positivamente soprattutto per le elettriche (il fondo da 200 milioni si è esaurito in meno di 9 ore) ma diversamente dalle attese, la produzione in Italia non è aumentata. non è aumentata. Lo annuncia il ministro Adolfo Urso nel corso dell’incontro con i sindacati sul futuro dell’auto. A questo punto l’interlocuzione con le case automobilistiche cinese va avanti ancora più speditamente. Tant’è, annuncia il ministro, che sono stati già sottoscritti memorandum di intesa con tre gruppi. In questi giorni erano circolate con insistenza voci di colloqui avanzati con Dongfeng, come riportato da La Verità, ma anche con altri gruppi quali Byd e Aiways che il ministero del Made in Italy dovrebbe incontrare in missioni tecniche in Cina nella seconda metà di agosto e a settembre. La riunione si è aperta sottolineando il salvataggio della Marelli a Crevalcore. Oggi sarà finalizzato il passaggio delle consegne al nuovo partner industriale. L’incontro al ministero è servito per fare un bilancio sull’esito degli incentivi fiscali e annunciare il loro rinnovo, questa volta con una programmazione triennale, per aumentarne l’efficacia, ma anche sulla base degli ulteriori strumenti agevolativi europei. Non è mancata una stoccata a Stellantis. Urso ha sottolineato che sono andati esauriti in poco tempo i 230 milioni dell’Ecobonus, corrispondenti a 25.000 prenotazioni e questo ha permesso di rinnovare il parco auto circolante. Infatti l’83% delle prenotazioni ha visto una contestuale rottamazione di auto soprattutto Euro 3. Inoltre è stato centrato l’obiettivo di agevolare i redditi bassi. Il 77% delle risorse sono andate a persone fisiche e il 49% a coloro che hanno un Isee inferiore a 30.000 euro. Fin qui tutto bene. Meno bene invece per l’obiettivo di aumentare la produzione. Nonostante l’impulso dell’Ecobonus l’incremento sperato dei volumi produttivi per la Panda a Pomigliano e la 500 elettrica a Mirafiori, non si è realizzato. Tant’è che Stellantis ha annunciato l’interruzione delle attività a Mirafiori e la cig a Pomigliano. Proprio per dare un’ulteriore spinta al settore, il piano degli incentivi avrà una programmazione triennale. Urso ha spiegato che il fondo automotive dispone di 750 milioni per il 2025 e di 1 miliardo per gli anni dal 2026 al 2030. La prossima edizione dell’Ecobonus, secondo il ministro, avrà come priorità il sostegno alla filiera della componentistica, agevolando le produzioni made in Europe e introducendo alcuni parametri produttivi come l’impronta ecologica, la cyber security e la sostenibilità sociale. Il ministro ha precisato che già è in corso un rafforzamento dell’asse strategico nelle politiche industriali, con Francia e Germania. A novembre dovrebbe svolgersi un incontro in ambito europeo sui dazi alle auto cinesi.Il vero nodo però è il rallentamento della produzione in Italia. Urso è tornato sulla necessità di aprire all’insediamento di un’altra casa automobilistica e ha confermato il dialogo in corso con diversi gruppi cinesi. Va avanti quindi un strategia messa a punto nella recente visita in Cina della premier, Giorgia Meloni, che ha firmato un memorandum con il ministro cinese dell’Industria nel quale si prevede una collaborazione sulla tecnologia ibrida e sulla mobilità elettrica. E’ stata già fatta una ricognizione con le Regioni per individuare alcuni siti industriali dismessi utili a favorire gli investimenti cinesi in Italia. Quanto a Stellantis il ministro ha fatto presente di aver inviato al gruppo un documento relativo al rallentamento della produzione a Termoli e alla situazione dei siti italiani. La risposta è stata di una disponibilità a riaprire il confronto dopo la pausa estiva per aggiornare il piano industriale.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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