2025-03-04
Orcel a Palazzo Chigi per le nozze con Bpm. «Fermare Unicredit? Favore ai francesi»
Andrea Orcel a Palazzo Chigi (Ansa)
Se la banca di Piazza Gae Aulenti fosse costretta a rinunciare, strada spianata a Crédit Agricole. Terzo polo made in Parigi?La partita del risiko bancario entra nel vivo e da quanto risulta il muro del governo contro l’Ops di Unicredit su Banco Bpm è un po’ meno solido di prima. È questo il risultato della missione romana di Andrea Orcel. A Palazzo Chigi ha incontrato, Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Giorgia Meloni, e il comitato per il golden power che ieri ha tenuto la prima riunione. Sebbene non fossero presenti né la premier né i sottosegretari alla presidenza, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, il colloquio è stato comunque determinante. Ha segnato, infatti, il via ufficiale di una partita che è finanziaria ma soprattutto politica. L’incontro è stato un passaggio cruciale nel lungo processo che potrebbe determinare il destino di Banco Bpm.Andrea Orcel ha notificato l’offerta a Palazzo Chigi il 4 febbraio, e ora la macchina burocratica sta accelerando. Ieri, infatti, è stato depositato anche il prospetto alla Consob. Se tutto andrà secondo i piani, l’offerta dovrebbe partire entro fine aprile, con l’approvazione prevista per marzo da parte della Bce. Tuttavia, le difficoltà non sono poche. Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, ha messo in atto una strategia difensiva, fatta di maggiori dividendi e soprattutto il rilancio dell’Opa su Anima. Il prezzo di ciascuna azione della società di gestione del risparmio è stato portato da 6,2 a 7 euro, con l’intenzione di ostacolare l’offerta di Orcel e rendere più costosa l’operazione.Ma c’è un aspetto che non può essere ignorato e alla fine diventerà prevalente. Il governo tramite l’uso del golden power, ha un ruolo decisivo. L’obiettivo è proteggere i risparmi degli italiani da eventuali acquisizioni straniere che potrebbero compromettere la stabilità finanziaria del Paese.Ed è proprio su questo aspetto che, a quanto pare, ha insistito Orcel nel corso dell’incontro. Ha ricordato che il governo ha, ovviamente, il diritto, entro i limiti di legge, di mettere dei paletti all’operazione. Tuttavia bisogna anche ricordare che l’azionista di maggioranza di Banco Bpm è il Crédit Agricole. Attualmente è fermo al 9,9% ma ha la possibilità di arrivare al 29,9%. Il messaggio di Orcel al governo è semplice: se l’operazione Unicredit non va a buon fine, il gruppo guidato da Giuseppe Castagna finirà sotto il controllo francese, portando con sé anche Anima, e mettendo a rischio una parte del risparmio gestito in Italia. La minaccia, dunque, non è solo quella di una vendita a un attore estero, ma di una perdita di influenza strategica su uno dei principali gruppi bancari del Paese. Né sarebbe possibile attivare il golden power considerando che Crédit Agricole si limiterebbe a esprimere la sua influenza sulla governance utilizzando i diritti di azionista di maggioranza. Senza contare un altro aspetto: l’eventuale fallimento dell’Ops farebbe crollare le azioni del Banco che ieri hanno toccato il loro massimo storico a 9,75 euro in rialzo dell’1,33%. Al top anche Unicredit: 51,97 euro, +2,69%.In questo quadro non è da sottovalutare il ruolo che Orcel si è ritagliato nella partita sul rinnovo del cda delle Generali. Forte di una quota del 5,2% del Leone, Unicredit è destinata a essere l’ago della bilancia nell’assemblea del prossimo 24 aprile. Ovviamente schierare queste azioni a favore di Caltagirone e Delfin porterebbe all’uscita dell’attuale amministratore delegato Philippe Donnet. Una soluzione caldeggiata da Palazzo Chigi che, in nome dell’italianità del risparmio, non vede di buon occhio l’alleanza fra Generali e il gruppo francese Natixis.Sullo sfondo c’è il futuro della filiale moscovita di Unicredit. La Bce ha chiesto ripetutamente a Orcel di lasciare il Paese. La banca russa, ormai ferma a causa delle sanzioni internazionali, continua a operare solo in minima parte ed esclusivamente a servizio di clienti italiani. Tuttavia, la vendita della banca russa è una questione delicata. Unicredit, sebbene abbia fermato ogni attività di prestito e non accetti nuovi depositi, è in attesa di uno scenario più favorevole. Sia perché vendere adesso non sarebbe certamente un affare. Sia per il rischio di controparte. Una cessione forzata, infatti, potrebbe far finire l’istituto nell’oscurità. I suoi 3 miliardi di depositi, oggi garantiti dal cappello di Unicredit, potrebbero servire a finanziare traffici di scarsa trasparenza come le armi o illeciti come la droga.In Germania, Unicredit è protagonista della trattativa su Commerzbank di cui possiede il 28%. La resistenza della Germania è forte, e la politica locale è ben lontana dall’essere favorevole a una «scalata ostile» da parte di Orcel. L’Antitrust tedesca ha già avviato un’indagine sull’operazione, e la battaglia potrebbe continuare per mesi. Difficile vedere una soluzione prima di un anno.Nonostante le difficoltà, la strategia di Orcel potrebbe risultare vincente. Le difese preparate dalla banca tedesca stanno facendo salire il titolo. Unicredit, comunque vada, potrebbe tornare a casa con un utile significativo. Ma la partita è tutt’altro che chiusa, e l’esito dipenderà non solo dalle mosse finanziarie, ma anche dalle decisioni politiche che arriveranno nei prossimi mesi.La situazione che si sta delineando in Italia è un mix complesso di strategia economica e giochi geopolitici. Il governo vigila attentamente sull’operazione Banco Bpm e non può consentire che finisca in mani francesi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.