2020-05-01
Un’altra vittima nel Mascherinagate: «Così la Exor mi ha dato una sòla»
L'azienda elvetica doveva fornire i Dpi per il Lazio. Tra le ditte gabbate c'è anche la Evirontek di Orlich: ha ordinato 200.000 Ffp2 per le Marche, mai consegnate. S'infittisce il mistero sulla compagnia Seguros.Nel Mascherinagate della Regione Lazio sta assumendo un ruolo di primo piano la Exor Sa di Lugano, che avrebbe dovuto fornire gran parte delle protezioni Ffp3 ed Ffp2 marchiate 3M e che sarebbe già stata denunciata nel Canton Ticino. Sul sito della Radiotelevisione svizzera si leggeva: «La Exor Sa, con sede in piazza Dante, fa capo all'imprenditore italiano Paolo Antonio Balossi. All'indirizzo corrisponde solo una buca delle lettere con il nome della società e l'ufficio di un commercialista. Ai diversi tentativi di contatto della Rsi, la Exor Sa non ha risposto». Anche noi abbiamo provato inutilmente a metterci in contatto con l'imprenditore milanese, classe 1975, sotto inchiesta a Brescia per indebita compensazione con l'Erario di crediti Iva fittizi.Nel momento di massimo stress per la pandemia Balossi e la sua Exor hanno cercato di entrare nel business, ma, sembra, facendo il passo più lungo della gamba. Si sono proposti come fornitori di mascherine 3M a diverse Regioni e società. Tra quelle che hanno accettato c'è la Eco Tech di Frascati, che ha ordinato alla Exor 10 milioni di mascherine versando 4.531.000 euro di caparra, ma non ha ancora ricevuto nulla se non dei certificati Sgs (che certificano esistenza e tipologia della merce), come altre ditte. Risultato: gli amministratori Sergio Mondin e Anna Perna sono stati indagati per inadempienza in pubbliche forniture dalla Procura di Roma. L'azienda aveva ricevuto 15,5 milioni di euro di anticipi dalla Regione. Nell'ultima mail la Exor ha annunciato agli avvocati della Eco Tech che il primo carico di merce, 4 milioni di mascherine Ffp3, arriverà il 4 maggio. Peccato che nel frattempo la Regione Lazio abbia revocato gli affidamenti e la stessa Eco Tech abbia inviato una diffida per la restituzione delle somme anticipate.Ma la Eco Tech non è la sola azienda che avrebbe preso la sòla dalla Exor. Per esempio anche la bolognese Evirontek Italia srl ha avuto una brutta esperienza con la società svizzera. Come ci ha raccontato Roberto Orlich, presidente della società che si occupa di brokeraggio farmaceutico «Noi il 16 marzo gli abbiamo bonificato 200.000 euro per circa 200.000 mascherine Ffp2. Inizialmente dovevano essere di produzione bulgara e quindi il prezzo era più basso di quelle 3M. Le avevamo già promesse con un ricarico basso alla Regione Marche. Poi ci hanno detto che la fabbrica in Bulgaria era stata requisita dal governo e allora la Exor, con nostra soddisfazione, ci ha annunciato che aveva in arrivo delle 3M e che le avrebbe fornite allo stesso prezzo e che non ci dovevamo preoccupare». A quel punto Orlich informa la Regione Marche che avrebbe fornito delle 3M sottocosto: «Mi sentivo gratificato, era un bel gesto». Purtroppo da quel momento l'imprenditore riceve solo «molte informazioni di cambi di programma, riguardanti in particolare le località da cui avrebbero dovuto partire le mascherine»: «Inizialmente mi hanno parlato di Southampton, dove mi dicevano che c'era un hub della 3M. Quando le notizie hanno cominciato a diventare contraddittorie e ho iniziato a pressare è spuntato un certificato Sgs che diceva che la merce era a Shanghai». A Orlich, però, la Exor non ha mai fatto i nomi degli spedizionieri: «Se ne sono ben guardati, forse perché sono stato per tanti anni responsabile della logistica di un grosso gruppo industriale e gli spedizionieri li conosco tutti». Ad aprile sono iniziate a uscire sui giornali le notizie del mascherina gate laziale. «A quel punto sono stato assalito dai dubbi che ho condiviso con la Regione Marche, da cui fortunatamente non avevo preso anticipi. Ho scritto anche agli altri miei clienti per dire loro che non c'erano certezze e ho iniziato a restituire gli acconti a chi me lo ha chiesto. Per altri ho cercato delle alternative. La Exor mi ha fatto fare la figura del cioccolataio». Adesso Orlich ha perso la pazienza: «I termini della consegna sono stati spostati più volte. L'ultimo era il 24 aprile, ma neanche quello è stato rispettato. Ho chiesto a Balossi la restituzione del pagamento. Sto aspettando».Oltre alla questione della Exor, c'è quella della Seguros Dhi-Atlas, la presunta compagnia assicurativa che avrebbe garantito per 14 milioni di euro gli anticipi della Regione Lazio. Ma sarà difficile per l'ente escutere la garanzia. Una delle persone che ha approfondito meglio la situazione della Seguros è Andrea Augello, ex senatore di Fratelli d'Italia: «Alla Companies house la Seguros risulta essere “dormiente" dal febbraio del 2019, anche se nel settembre del 2019 dichiara di aver versato un capitale di 31 milioni di sterline, ma è un'autocertificazione». Come mai il direttore Andrea Battaglia Monterisi, residenza dominicana e un'imputazione italiana in un processo di camorra, avrebbe fatto un simile aumento di capitale? «Di solito un'iniziativa del genere dovrebbe essere il preludio a una ripresa dell'attività di business e di trading che agli atti non risulta, come non risulta l'approvazione del bilancio. È molto probabile che avessero in vista qualche operazione che richiedeva un appostamento di capitale». Ricordiamo che un testimone ci ha raccontato nei giorni scorsi di aver visionato personalmente una garanzia da 5 milioni di euro emessa dalla Seguros per crediti Iva a beneficio dell'Agenzia delle entrate di Milano.Eppure la società ha un codice Sic (simile al nostro codice Ateco) che limita la sua attività all'intermediazione e alla consulenza finanziaria, escludendo esplicitamente l'attività assicurativa e i fondi pensione. «Nelle due determine di revoca, la Regione Lazio indica la Seguros come una società che svolge attività di intermediazione finanziaria» continua Augello, «ma dimenticano di riportare le ultime due righe contenute nel codice attività, quelle che specificano ciò che non può fare». Un'altra prova del pressapochismo con cui è stata distribuita la torta milionaria delle mascherine.