2020-12-30
Un’altra Onlus faceva la cresta sui migranti
Federico Pizzarotti (Ansa)
Succede a Parma, dove il legale rappresentante della Svoltare (più volte elogiata dal sindaco ex grillino Federico Pizzarotti) è stato arrestato. Per i pm 16 milioni di fondi ottenuti per aiutare i richiedenti asilo sono stati distratti per cene, viaggi, vini costosi e trattamenti estetici.«L'attestato di Civica Benemerenza viene conferito a Svoltare Onlus per aver interpretato in modo sensibile e coinvolgente le esigenze di una società in continua mutazione, accompagnando le persone nel creare o ricreare le condizioni essenziali per consentire loro una svolta di vita», firmato Federico Pizzarotti sindaco di Parma. «Peculato, malversazione ai danni dello Stato, turbativa d'asta, falso e omessa dichiarazione di Ires e Irap, commessi nel settore dei servizi di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale», firmato Guardia di finanza e Procura della Repubblica.La prima dichiarazione risale al 7 gennaio 2018, quando il sindaco «no border» del capoluogo emiliano aveva voluto premiare l'associazione nel corso della cerimonia dedicata al Santo Patrono della città. La seconda invece la si trova nella nota diffusa ieri dagli inquirentiIn mezzo ci sono anni di finanziamenti pubblici, sponde politiche, progetti comuni, manifestazioni di piazza insieme, prese di posizione contro la politica dei porti chiusi della Lega. Quando si parla di business dell'immigrazione si intende proprio questo: tanta retorica e tanti soldi. Nello specifico, circa 16 milioni di euro che, secondo la Gdf e i pm, sarebbero stati indebitamente sottratti da Svoltare.La onlus, che sembra non essere nemmeno una vera onlus, visto che per le fiamme gialle il documento che ne attestata l'appartenenza al Registro regionale sarebbe falso, aveva ottenuto, fin dal luglio del 2015 dalla prefettura di Parma la gestione del servizio di accoglienza dei richiedenti asilo e, dal Comune di Parma, la gestione di interventi destinati ai migranti.Le indagini, avviate nel settembre 2018, sono infatti nate da un controllo fiscale svolto nei confronti della Svoltare Onlus, nel corso del quale alle Fiamme Gialle era stata esibita una determina dirigenziale della Regione Emilia Romagna «ideologicamente falsa». Il legale rappresentante, Simone Strozzi, è agli arresti domiciliari ed è stato disposto il sequestro preventivo di liquidità, beni mobili ed immobili fino a 1.400.000 euro. Tra le accuse anche quella di aver distratto fondi per cene costose, vini pregiati, viaggi, trattamenti estetici, pagamento di utenze domestiche e altre spese personali e stipendi ingiustificati dei soci.La vicinanza con l'associazione fino a ieri rivendicata in più occasioni e con orgoglio da Pizzarotti e i suoi, rischia di rivelarsi oggi piuttosto scomoda, come rivela la breve e imbarazzata dichiarazione del sindaco: «Seguiremo con attenzione l'evolversi della vicenda che sta interessando Svoltare Onlus: ogni accusa va verificata, come è legittimo e corretto che sia. La notizia colpisce tutte le persone e gli enti che, come il Comune di Parma, hanno sempre creduto nell'importanza dell'attività di gestione delle emergenze umanitarie: le accuse, verso cui nessuno può rimanere indifferente, sono gravi».Per la Lega, che da anni ha messo il sodalizio tra il Comune e Svoltare nel mirino, non è ovviamente abbastanza: mentre la referente provinciale di Parma Sabrina Alberini, parla di «scenario inquietante» e denuncia «il rischio che, dietro ai buoni propositi di molti, si possano nascondere zone d'ombra», il senatore Maurizio Campari si aspetta dalla giunta Pizzarotti «tre semplici cose: prenda le distanze dalla cooperativa, chieda scusa ai cittadini e si dimetta, di danni ne ha fatti già abbastanza».La deputata e consigliera comunale parmigiana del Carroccio Laura Cavandoli aggiunge: «Ho più volte fatto interrogazioni ed espresso perplessità sull'attività della Svoltare per la mancanza di chiarezza nella gestione del business dell'accoglienza e sulle irregolarità con cui alla Onlus nel 2018 fu assegnata dal sindaco Pizzarotti la civica benemerenza di Sant'Ilario. Alle mie interrogazioni su tali ambiguità e alla mia richiesta di presentare i bilanci di Svoltare, le risposte del primo cittadino e della giunta sono sempre state elusive e sprezzanti e, nonostante le promesse, non sono mai stati forniti i bilanci richiesti».Dure prese di posizione sono arrivate anche dagli altri gruppi d'opposizione in Consiglio Comunale e dai partiti di centrodestra: il senatore Enrico Aimi di Forza Italia denuncia il «collasso del nostro stato sociale, la “cresta" di tante, troppe cooperative diventate autentiche holding dell'accoglienza, molte delle quali fasulle» e Fdi, per voce del coordinatore locale Stefano Bosi, parla di «sistema di accoglienza truffaldino».In serata arriva anche il «fuoco amico» del Ciac (Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale): «Non possiamo dire che la notizia arrivi improvvisa: da tempo in città correvano voci insistenti di pratiche poco trasparenti e comportamenti estranei agli standard etici delle reti d'associazioni con cui collaboriamo, ma certamente ci sconvolge e turba la ampiezza e la profondità delle pratiche illegali che sembrano emergere nell'esperienza di Svoltare», si legge in una nota dell'associazione che si occupa di immigrazione.L'impressione generale è che possano seguire nuove puntate.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)