2020-04-07
Una serie tv su Phyllis, la casalinga divenuta guerriera per la famiglia
Cate Blanchett (Axelle/Bauer-Griffin/FilmMagic/Getty Images)
Arriva «Mrs America» con Cate Blanchett nei panni della Schlafly, icona della destra americana: lottò contro l'aborto e difese i diritti delle donne di casa. Svelando le false promesse di libertà del femminismo. «Molte persone non capiscono che cosa sia davvero il femminismo. Pensano che si tratti di progresso e successo per le donne, ma non è affatto così. Si tratta, in realtà, di potere per la sinistra femminile [...] Le femministe pensano che le differenze tra uomini e donne siano solo un costrutto sociale. Quindi sono in lotta con la natura umana. Non vorrei essere chiamata femminista. Le femministe non credono nel successo delle donne». A pronunciare queste parole è stata Phyllis Schlafly (1924-2016), forse la casalinga di maggior successo politico dell'intera storia occidentale. Graziosa, bionda, carattere forgiato nell'acciaio e nella brutalità della Grande depressione. Nata in una famiglia presbiteriana ma battezzata secondo il rito cattolico, Phyllis è stata capace di mobilitare un intero popolo, senza per altro godere di amicizie potenti e senza poter contare su immensi patrimoni. Ha dato voce a una larga fetta della popolazione femminile americana, quella che non si riconosceva nel femminismo e nella sua effimera «lotta per la libertà». Divenne famosa con le proprie forze, quasi come fanno oggi certe celebrità del Web. Nel 1964 stampò a sue spese il pamphlet A Choice, Not An Echo, che in breve tempo vendette milioni di copie. Paradossalmente, la sua carriera di polemista non iniziò con un'invettiva anti femminista, ma con un attacco feroce al partito repubblicano, lo stesso per cui (dopo la laurea in scienze politiche) si era candidata nel 1952, senza successo. Nel suo libro, la Schlafly sosteneva che il Grand Old Party, troppo influenzato dai liberal della costa est, stesse dimenticando la propria tradizione conservatrice. Per questo decise di appoggiare lo sfortunato Barry Goldwater, non prima di aver sparato a palle incatenate contro Nelson Rockefeller e altri «globalisti» del suo stampo. Si può dire che ci avesse visto giusto, anche se la sua linea non è mai stata maggioritaria nella destra statunitense. Nonostante l'ennesima delusione, Phyllis non lasciò perdere la politica. Continuò a fare la casalinga, e all'inizio degli anni Settanta arrivò la sua occasione di cambiare le sorti dell'America. La Schlafly, ancora oggi, è nota soprattutto per la sua opposizione all'Equal Rights Amendment, un emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti presentato al Congresso per la prima volta nel 1923, ma piombato al centro del dibattito sull'onda della contestazione e sostenuto, appunto, dal femminismo rampante. Non è un caso che di quell'emendamento si sia riparlato negli ultimi due anni, cioè dopo la morte di Phyllis e dopo l'esplosione del Me too, un movimento che mostra quanto la nostra intellettuale casalinga avesse ragione sulla vera natura delle attiviste per i diritti. Ed è proprio sull'onda lunga del Me too che il canale statunitense Fx ha deciso di produrre la serie tv intitolata Mrs America, con la straordinaria Cate Blanchett nei panni della Schlafly. La prima puntata andrà in onda negli Usa il 15 aprile, dopo di che sarà piuttosto facile reperirla online. La narrazione si concentra sulla lotta della Schlafly contro l'Era. Siamo all'incirca nel 1972, e l'emendamento - già approvato da molti Stati e sostenuto sia dai democratici che dai repubblicani - è a un passo dal concretizzarsi. Ma ecco che scende in campo la nostra Phyllis. Con i suoi articoli e i suoi comizi è riuscita a mobilitare una marea di donne, ottenendo anche grande approvazione dagli elettori maschi (soprattutto nei ceti popolari). Risultato: l'approvazione dell'Era viene prima posticipata e poi dimenticata, almeno fino al 2017, anno in cui alcuni Stati hanno cominciato a riparlarne. Le argomentazioni della «guerriera della famiglia» sono potenti: sostiene che, con la scusa dell'uguaglianza, l'Era penalizzerà le donne. Inutile addentrarsi nel dettaglio della legge, o nella descrizione puntuale della guerra in cui la Schlafly si impegnò. Quel che più conta, oggi, è ricordare le sue idee. Phyllis, ai giorni nostri, sarebbe senz'altro descritta come una donna che ha introiettato la schiavitù patriarcale. Una con idee «medievali», che vuole le donne in cucina e sottomesse. La descrivevano più o meno così anche le sue avversarie degli anni Settanta, come la femminista Gloria Steinem (Rose Byrne nella serie tv).Ma già allora la nostra aveva capito quali inganni si celassero dietro la tanto sbandierata «libertà femminile». «Penso che il femminismo abbia reso le donne infelici», ha detto Phyllis in una delle sue ultime interviste, «e che le abbia convinte di vivere in una società discriminatoria e ingiusta, spingendole a rivolgersi al governo affinché risolvesse i loro problemi». Con la scusa dei maggiori diritti, diceva la Schlafly, il femminismo ha convinto le donne a disprezzare la vita famigliare. E noi, col senno di poi, possiamo dire che avesse intuito perfettamente le dinamiche del neoliberismo. Promettendo emancipazione, il femminismo ha creato una nuova massa di lavoratrici sfruttabili; con la scusa dell'uguaglianza ha tentato (e ancora tenta) di abolire le differenze per rendere maschi e femmine più manipolabili. Le femministe, diceva Phyllis nel 1972, compiono un «assolto totale al ruolo della donna americana come moglie e madre e alla famiglia come unità base della società. Stanno cercando di rendere le mogli e le madri insoddisfatte della loro vita, facendole sentire “cittadine di seconda classe" e “schiave abiette". Promuovono il sesso libero invece della “schiavitù" del matrimonio, i “centri diurni" federali per i bambini anziché le case. Stanno promuovendo gli aborti invece delle famiglie». Sono parole di quasi 50 anni fa, sembrano scritte ieri.
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