2024-03-14
«Una nuova commissione non serve. Nordio valuti l’invio di ispettori»
Tommaso Foti (Imagoeconomica)
Il capo dei deputati Fdi Tommaso Foti: «Una serie di accessi furono fatti poco prima della nascita del governo, non è un caso. Il materiale di Striano sequestrato mesi dopo l’avviso di garanzia: c’è stato il tempo per far sparire qualcosa».Tommaso Foti, presidente dei deputati di Fratelli d’Italia. Dossieraggi o presunti tali: Fdi dice no alla richiesta di una Commissione parlamentare di inchiesta, arrivata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, dalla Lega, da Italia viva e sostenuta dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Come mai questa frenata da parte vostra?«Innanzitutto bisogna dire che nessuno frena alcunché, anche perché fino a prova contraria non c’è nessuna proposta presentata in tal senso, è tutto un dibattito giornalistico. Poi nella fattispecie c’è una ragione molto semplice: tutte le disfunzioni che si sono verificate fino a questo momento, tutte le questioni che sono sul tappeto e che sono oggetto di indagine ad esempio della Procura della Repubblica di Perugia investono, per quanto riguarda la parte dei servitori dello Stato, la Direzione nazionale antimafia. Non si vede la ragione per la quale, essendovi una Commissione antimafia, questa non debba agire su quelle che sono le competenze che una legge dello Stato le affida. Siamo stati chiari con un comunicato diffuso da tutti i capigruppo di centrodestra di Camera e Senato, me compreso. Poi, se nell’ambito delle verifiche, delle audizioni o degli interrogatori che verranno posti in essere dalla Commissione antimafia emergeranno degli aspetti per i quali la stessa Commissione non è competente, allora si potrà provvedere attraverso un’altra Commissione. Non è che la Commissione si costituisca schioccando le dita, perché poi occorre definirne le competenze, l’ambito di operatività, la scadenza, e quindi avendo i fatti attinenza con una Commissione già costituita, è bene che sia questa ad operare. La presidente Chiara Colosimo ha dimostrato grandissima attenzione e velocità nell’intervento: vorrei ricordare che è stato il primo organo tra quelli che sia il dottor Cantone che il dottor Melillo hanno indicato come quelli naturali a cui riferirsi: la Commissione Antimafia, il Copasir e il Csm».Per il momento il sottotenente Striano è l’unico che risponde di questi accessi abusivi. Secondo lei, ha fatto tutto da solo?«Non faccio dietrologia e non sono componente della Commissione Antimafia, però ho ascoltato le dichiarazioni che hanno reso il dottor Melillo e il dottor Cantone. Un numero di accessi tale, con lo scarico di 50.000 file, possono vedere la presenza di una persona sola curiosa al punto da mettere la sua attenzione su 10.000 persone? È evidente che no. Inoltre: i rapporti coi giornali risulta che ci siano stati ma viene fuori anche qualcosa di più rilevante. Il dottor Cantone parla ad esempio del mercato delle Sos. Un mercato presuppone che anche in questo ambito non vi sia il disegno di una persona sola. Altra considerazione: emerge chiaramente dalle audizioni che anche dopo lo spostamento del dottor Striano da quel settore risultano altri accessi, con notizie pubblicate che non possono che provenire da lì. Allora il discorso si allarga. E poi: può essere curiosità che una serie di accessi vengono fatti nei giorni precedenti alle elezioni politiche e alla formazione del governo Meloni? Penso che un indizio è un indizio, una serie di indizi diventano una prova».A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca?«Io penso bene! Penso che ci sia un quadro ben preciso di mandanti che avevano delle ben precise finalità. Purtroppo, un’altra cosa che non è stata messa in risalto ma viene chiaramente fuori dalle audizioni, è che la Procura di Roma inizia le indagini, manda l’avviso di garanzia a Striano, ma lo interroga due mesi dopo! Non solo: il decreto di sequestro del materiale in possesso dello Striano è di un mese dopo l’interrogatorio. Quando avviene il sequestro, quindi, con tutta probabilità molta parte del materiale è stato distrutto, tanto è vero che risultano ad esempio delle chat tra Striano e alcuni giornalisti coinvolti, ma le chat stesse sono vuote. Non si trova il documento trasmesso o che poteva essere trasmesso. Un altro elemento sul quale necessariamente ci si deve attivare per vedere se sotto il profilo tecnologico si riesce poi a ricostruire tutto. Questa situazione non si sarebbe verificata se Striano fosse stato sentito subito come persona informata dei fatti, gli fosse stato notificato su due piedi l’avviso di garanzia e gli fosse stato sequestrato il telefono».Dalle nostre inchieste viene fuori, in relazione alla Procura di Perugia, quello che il nostro direttore Belpietro ha definito un verminaio. Giudici uno contro l’altro, indagini incrociate, accuse, veleni. Non pensa che si potrebbe utilizzare, per fare chiarezza, uno strumento che già c’è, quello dell’invio degli ispettori?«Questa è una prerogativa del ministro della Giustizia che deve valutare anche le reali portate non delle voci che circolano ma di fatti concreti. È ovvio che un conto è parlare di tensioni e insulti, altro conto è accertare se queste cose sono o meno vere. In ogni caso, ritengo che per il rispetto delle competenze che la politica deve a chi assolve a un ruolo di governo, questa è una valutazione che compete strettamente a via Arenula».A proposito di via Arenula, come mai il ministro Nordio si è lanciato nella richiesta di una Commissione di inchiesta?«Penso che si sia trattato di una riflessione non sconvolgente, non ha fissato un termine, non ha detto: ora ci vuole una Commissione di inchiesta. Ha lasciato trasparire una possibilità che nessuno nega e che noi riconosciamo. In questi casi la tempistica è importante: l’urgenza del caso suggerisce che ruotando tutto, a quanto abbiamo appreso fino a oggi, intorno alla Direzione antimafia, la materia rimanga nella Commissione antimafia, che è anche quella meglio attrezzata per affrontare il caso».Un cenno sulla politica: in Abruzzo il campo largo, anzi larghissimo, si è afflosciato. Prodi dice che il campo va coltivato. Che ci vogliamo piantare, presidente Foti?«Guardi, io penso che come campo di patate possa andare benissimo, ma soprattutto: si tenta di vendere per campo quello che è un orto dei miracoli. In ogni caso, a Conte e Schlein bisogna riservare una nota di poesia. Potremmo fare coi bei versi del D’Annunzio questo epitaffio: era la favola bella che ieri ti illuse, o Schlein, che oggi ti fa piangere, o Conte, che ti lascia senza voti. Camposanto».