2025-07-16
La Ue scorda i cristiani discriminati
Ursula von der Leyen (Ansa)
La Commissione lancia un bando per sostenere azioni contro il razzismo, ma cita solo antisemitismo e anti islamismo. E c’è la promozione delle «famiglie arcobaleno».Si chiama Equal il nuovo bando della Commissione europea, aperto ieri e con chiusura fissata al 23 ottobre, cofinanziato al 90% dall’Ue, che si propone di sostenere azioni concrete contro razzismo, intolleranza e discriminazioni. Un’intenzione che, almeno sulla carta, appare lodevole. Eppure non mancano le controversie, soprattutto per ciò che nel testo non è incluso.Secondo quanto emerge dal bando ufficiale, le priorità sono sei: lotta al razzismo sistemico (con focus su antiziganismo, razzismo anti nero e anti asiatico), antisemitismo, odio antimusulmano, promozione della diversità nei luoghi di lavoro, contrasto della discriminazione verso le persone Lgbt. A queste si aggiunge una priorità riservata alle autorità pubbliche per l’attuazione di strategie nazionali antidiscriminazione.Particolarmente dettagliate risultano le sezioni relative all’antisemitismo e all’odio antislamico: ciascuna articolata in due sottopriorità, una aperta alle organizzazioni della società civile e una riservata alle autorità pubbliche. In entrambi i casi si prevede un ventaglio di interventi che vanno dal monitoraggio degli episodi d’odio, alla sensibilizzazione, al sostegno diretto alle vittime. Anche per le persone Lgbt vengono indicate azioni concrete, come l’inclusione nel mondo del lavoro, la tutela delle «famiglie arcobaleno» e il supporto a soggetti in particolare vulnerabilità.Tutto pregevole; ma il riferimento alla discriminazione contro i cristiani dov’è? Una «dimenticanza» che non è passata inosservata. Per Paolo Inselvini, Fratelli d’Italia, «è sconcertante leggere il bando Equal, pubblicato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Cerv (cittadinanza, uguaglianza, diritti e valori), che dichiara di promuovere l’uguaglianza e contrastare le discriminazioni. Tra le priorità si citano l’antisemitismo, l’anti islam; tuttavia, manca qualsiasi riferimento alle crescenti discriminazioni contro i cristiani, che colpiscono migliaia di fedeli in Europa». Dati alla mano, «solo nel 2023, secondo l’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani, si sono registrati oltre 2.400 crimini d’odio, di cui 232 episodi di molestie, minacce o violenza: un aumento di quasi il 20% solo tra 2022 e 2023». Inselvini rileva anche la scelta di finanziare, attraverso fondi pubblici, progetti legati al mondo gay, «a cominciare dall’assurda promozione delle “famiglie arcobaleno”, un concetto giuridicamente inesistente in molti Stati membri, tra cui l’Italia. È inaccettabile che l’Ue impieghi fondi pubblici per sostenere modelli culturali divisivi e imposti dall’alto, ignorando milioni di cittadini».Il bando Equal, in effetti, prevede espressamente come priorità la «promozione dell’uguaglianza Lgbt» e sostiene progetti che mirano esplicitamente a supportare le famiglie arcobaleno, incoraggiando il coinvolgimento di organizzazioni della società civile attive in questo ambito. Nella stessa sezione si sottolinea come sia necessario «affrontare le sfide che le persone Lgbt incontrano in settori in cui risultano particolarmente svantaggiate, come istruzione, sanità e alloggio».Ma è proprio questa asimmetria nell’elenco delle priorità che alimenta il malcontento di una parte politica. Inselvini ha annunciato un’interrogazione alla Commissione: chiede di «chiarire l’omissione della discriminazione anticristiana dal bando, di giustificare il sostegno a strutture sociali non riconosciute in diversi ordinamenti nazionali e, soprattutto, di rivedere i criteri del bando per garantire un approccio imparziale».
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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