2025-06-27
L’Ucraina sedotta e abbandonata dalla Nato
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Prima del vertice dell’Aia, il percorso di Kiev verso l’Alleanza atlantica era stato definito «irreversibile». Nel comunicato finale, tuttavia, non se ne fa menzione. Forse c’è lo zampino di Donald Trump, che però lancia anche una stoccata a Vladimir Putin: «Finisca la guerra».Non sembrano procedere di pari passo le parole rilasciate dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, e il testo finale del vertice tenutosi all’Aia.Alla vigilia del summit, Rutte aveva infatti ribadito che «il percorso» dell’Ucraina verso la Nato è «irreversibile». Lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, lo aveva pubblicamente ringraziato, ricordando che il cammino di Kiev verso l’Alleanza atlantica «è importante ed è importante che non cambi». Eppure, nella dichiarazione finale del vertice non è presente alcun riferimento alla questione: con l’«Ucraina» menzionata solamente due volte, si afferma meramente che «gli alleati riaffermano i loro impegni duraturi a fornire sostegno all’Ucraina, la cui sicurezza contribuisce alla nostra» e quindi «a tal fine» i membri della Nato «includeranno contributi diretti alla difesa dell’Ucraina e alla sua industria della Difesa nel calcolo della spesa».Il segretario generale, durante la conferenza stampa finale che ha sancito la chiusura dei lavori, ha comunque dichiarato: «Supportiamo l’Ucraina nella sua ricerca della pace e continueremo a sostenerla nel suo irreversibile percorso verso la partecipazione alla Nato». E nel tentativo di spiegare come mai mancassero alcuni passaggi nel documento finale, ha specificato che il testo ufficiale «non è il comunicato tradizionale» dove ci sono «sessanta pagine, con 90 paragrafi, che parla del mondo dalla nascita di Gesù fino a oggi, con tutto quello che è successo nel frattempo». E dunque: «Quello che vogliamo fare non è ripetere tutte le cose già dette, come il percorso irreversibile dell’Ucraina per entrare nella Nato. Tutto questo c’è ancora, non è cambiato niente. Ci siamo focalizzati su cinque paragrafi, di cui uno riguarda il prossimo incontro». La decisione di essere meno prolissi non è però mai stata la strada intrapresa dall’Alleanza atlantica soprattutto riguardo alla guerra in Ucraina. E nonostante le spiegazioni di Rutte, la mossa appare insolita, visto che l’aumento delle spese militari fino al 5% del Pil è motivato dalla «minaccia a lungo termine posta dalla Russia alla sicurezza euroatlantica». Facendo un passo indietro, per esempio, il 24 febbraio 2024, in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa, nel documento ufficiale si leggeva: «Gli Alleati e l’Ucraina stanno lavorando a stretto contatto, prendendo decisioni insieme per sostenere l’ulteriore integrazione dell’Ucraina nella Nato, in linea con le decisioni del Vertice di Vilnius. Il futuro dell’Ucraina è nella Nato». Affermazioni simili sono state incluse anche nella dichiarazione ufficiale del vertice Nato a Washington, il 10 luglio 2024: «Sosteniamo pienamente il diritto dell’Ucraina di scegliere i propri accordi di sicurezza e di decidere del proprio futuro, libera da interferenze esterne. Il futuro dell’Ucraina è nella Nato».Intanto - forse rassicurata dalla frenata sull’ingresso di Kiev nella Nato, probabilmente imposto da Trump - la Russia non sembra particolarmente preoccupata della scelta della Nato di aumentare la spesa per la Difesa. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha infatti sostenuto: «Per quanto riguarda l’impatto del 5% sulla nostra sicurezza, non credo che sarà significativo». Ha poi sottolineato: «Sappiamo gli obiettivi che stiamo perseguendo e non li nascondiamo, li annunciamo apertamente: sono assolutamente legali dal punto di vista di qualsiasi interpretazione della Carta dell’Onu e del diritto internazionale». I rapporti tra Casa Bianca e Cremlino restano tuttavia altalenanti: Trump ha infatti dichiarato che Putin sarebbe «mal consigliato» e ha spiegato che «deve davvero porre fine a quella guerra».Chi invece ha risposto piccata è la Cina. Il suo ministero degli Esteri ha puntato il dito contro «lo staff di rilievo della Nato» per aver diffamato «il normale rafforzamento militare» cinese. Il portavoce degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun, ha anche ribadito che la Cina non ha mai fornito armi ai protagonisti della guerra in Ucraina. Le affermazioni non frenano però la collaborazione tra Pechino e Mosca nel campo dell’intelligence. A renderlo noto è stato il capo del servizio di intelligence estero russo, Sergei Naryshkin, stando a quando comunicato dalla Tass. Spostandoci sul teatro di guerra, Mosca e Kiev proseguono lo scambio dei prigionieri, come concordato il 2 giugno a Istanbul. Alla liberazione «dei soldati delle forze armate, della guardia nazionale e del servizio di frontiera» come annunciato da Zelensky, è corrisposto il rilascio di «un gruppo di militari russi» come dichiarato dal ministero della Difesa russo. Tra l’altro lo stesso presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato che la Turchia è «in dialogo con le parti per tenere un terzo round di colloqui nel prossimo futuro», aggiungendo che Trump, sarebbe pronto a parteciparvi se fosse presente anche Putin. E anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che Mosca è sempre favorevole al ruolo di Washington per «facilitare i negoziati», mentre ha lanciato una stoccata contro l’Ue, a suo dire colpevole di usare «la minaccia immaginaria» russa «per spremere denaro dai suoi contribuenti».
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
(Ansa)
«L'immunità parlamentare serve a garantire libertà di espressione, libertà di azione ai parlamentari, non per vicende che riguardano l'attività delle persone quando non erano ancora parlamentari. Quindi - ha spiegato il ministro degli Esteri - non e' giuridicamente fondata la richiesta della conservazione dell'immunità. Noi siamo garantisti, quindi finchè uno non è condannato non e' colpevole, però non possiamo dare un salvacondotto a Salis. Se fossero cose avvenute durante il mandato parlamentare sarebbe stato diverso, ma in questo caso i reati di cui è accusata sarebbero stati commessi prima della sua elezione in Parlamento quindi è giusto votare contro la conservazione dell'immunità».
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