2025-05-21
La Casa Bianca avvisa i belligeranti: «Se superano la linea, ci ritiriamo»
Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio (Ansa)
Il Segretario di Stato Marco Rubio: «Vediamo cosa offrirà lo zar». Doha rivendica il dono dell’aereo: «Normalità».Donald Trump si mostra fiducioso. Dopo la telefonata con Vladimir Putin l’altro ieri, il presidente americano si è detto cautamente ottimista sulla possibilità di un accordo tra ucraini e russi. «Penso che succederà qualcosa. Ci sono di mezzo degli ego molto, molto grandi. Ma penso che succederà qualcosa», ha dichiarato. Tuttavia, l’inquilino della Casa Bianca non ha escluso che, in caso di ulteriore stallo, gli Usa possano abbandonare la mediazione diplomatica, sbolognando il dossier agli europei. «Se pensassi che il presidente Putin non volesse chiudere la questione, non ne parlerei nemmeno, perché mi tirerei indietro», ha detto. Quando gli è stato poi chiesto di essere più preciso sul motivo che avrebbe potuto portare Washington a fare un passo indietro, Trump ha risposto sibillinamente: «Direi che ho una certa linea, ma non voglio dire quale sia, perché penso che renderebbe la negoziazione ancora più difficile di quanto non sia già». Un’ipotesi, quella del passo indietro, che, secondo Axios, avrebbe «scioccato» alcuni leader europei. Come che sia, l’inquilino della Casa Bianca ha anche escluso nuove sanzioni a Mosca, ritenendo «che ci sia la possibilità di ottenere qualcosa». «Ma potrebbe arrivare il momento in cui questo accadrà», ha precisato. «È importante continuare a parlare a tutte e due le parti», ha dichiarato ieri Marco Rubio, «qualsiasi offerta Putin metterà sul tavolo ci dirà quale è il suo intento nel breve termine». In questo quadro, il presidente americano ha definito «utile» l’eventualità che russi e ucraini tengano dei colloqui in Vaticano. Ciò significa che Trump vede di buon occhio un’eventuale sponda con la Santa Sede. Ricordiamo del resto che, alcune ore prima della sua telefonata con Putin, JD Vance e Rubio venivano ricevuti da papa Leone XIV e che, nell’occasione, si era discusso anche di crisi ucraina. In secondo luogo, ventilando un ritiro dalla mediazione diplomatica, Trump punta a mettere sotto pressione sia Volodymyr Zelensky che lo stesso Putin. Kiev non può fare a meno dell’appoggio americano sul fronte militare e politico. Dall’altra parte, il Cremlino teme dei contraccolpi in Medio Oriente, visto che Trump ha recentemente annunciato la revoca delle sanzioni al nuovo governo di Damasco, infliggendo così un duro colpo all’influenza russa in Siria.L’obiettivo (tutt’altro che facile) del presidente americano è quello di spingere i contendenti ad accelerare i tempi. «Non ci sono scadenze e non possono essercene. È chiaro che tutti vogliono risolvere la questione il più rapidamente possibile, ma il diavolo si nasconde nei dettagli», ha detto ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Zelensky, dal canto suo, ha accusato Mosca di «cercare di prendere tempo» per «continuare la guerra» e ha ringraziato l’Ue per il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia. Nella sua strategia diplomatica, Trump deve guardarsi anche dalla Cina, che sta provando a inserirsi: ieri, Pechino ha invocato un accordo di pace «equo» che sia «accettabile per tutte le parti».Continua frattanto a tenere banco la polemica sull’aereo, dal valore di 400 milioni di dollari, regalato agli Usa dal Qatar e ben accolto dallo stesso Trump, che lo vorrebbe come jet presidenziale. Stando ad Axios, il capogruppo dem al Senato, Chuck Schumer, ha presentato un disegno di legge per impedire che aerei stranieri possano essere utilizzati come Air Force One. In particolare, secondo Schumer, il jet rappresenterebbe un rischio per la sicurezza nazionale, mentre la Cnn ha sostenuto che alla base del dono vi sarebbero state delle trattative tra Doha e l’amministrazione americana. Dall’altra parte, ieri, il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha negato accuse di corruzione, affermando che l’offerta dell’aereo è una «cosa normale che accade tra alleati».
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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