
Benjamin Netanyahu promette vendetta e in serata l’Idf lancia una maxi operazione su Beirut dopo aver chiesto lo sgombero di 12 aree. Hezbollah tira più di 260 razzi su Israele.Ieri mattina è stato ritrovato il corpo del rabbino Zvi Kogan, emissario ad Abu Dhabi dello Chabad-Lubavitch (movimento ebraico a livello internazionale e una ramificazione dell’ebraismo chassidico), che risultava scomparso da qualche giorno. L’ufficio del Primo ministro e il ministero degli Esteri israeliano hanno dichiarato: «Le autorità di intelligence e sicurezza degli Emirati Arabi Uniti hanno localizzato il corpo di Zvi Kogan, scomparso da giovedì 21 novembre 2024». Benjamin Netanyahu ha commentato l’omicidio del rabbino all’inizio della riunione settimanale del Consiglio dei ministri: «Vorrei esprimere profonda indignazione - a nome mio, di tutti i membri del governo, di tutti i cittadini di Israele e dell’intero popolo ebraico- per il rapimento e l’omicidio di Zvi Kogan, che Dio lo vendichi», ha esordito Netanyahu. Poi ha aggiunto: «A vostro nome, invio anche le mie più sentite condoglianze alla famiglia Kogan. Lo Stato di Israele userà tutti i mezzi e si occuperà di questi assassini e di coloro che li hanno uccisi, con la massima estensione della legge. Nessuno di loro la farà franca». Si ritiene che il rabbino Kogan (ex soldato delle Forze di difesa israeliane), un assistente del rabbino Levi Yitzchak Duchman, rabbino capo degli Emirati Arabi Uniti, sia stato aggredito da tre killer uzbeki, assunti dall’Iran che Io avrebbero seguito dal suo posto di lavoro, il supermercato kosher di Abu Dhabi. Gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato nel tardo pomeriggio l’arresto di tre sospetti legati all’omicidio del rabbino Kogan e le persone sono ora sotto inchiesta. Viste le circostanze è lecito attendersi una possibile ritorsione, ad esempio, l’omicidio mirato di qualche personalità iraniana. Nella notte tra sabato e domenica caccia da combattimento di Gerusalemme, sotto la direzione della Divisione di intelligence Aman, hanno preso di mira le infrastrutture militari vicino al valico di frontiera Josiah nella Valle della Bekaa settentrionale. Si tratta di infrastrutture che vengono utilizzate dagli Hezbollah per trasferire armi dalla Siria al Libano. Il valico Josiah è sotto il controllo del regime siriano che fa in modo che le armi iraniane vengano trasferite dalla Siria all’Unità 4400 di Hezbollah che si occupa anche del contrabbando di armi. Sempre nella giornata di ieri il gruppo terroristico sciita libanese ha lanciato più di 260 razzi contro Israele che ha risposto attaccando l’aerea di Qanoun Ras Al Ain, nel distretto di Tiro (nel Sud del Libano). Da qui Hezbollah tre giorni fa ha lanciato i razzi che hanno colpito la base italiana nei pressi della quale l’altra notte sono stati ritrovati alcuni resti di razzi e droni. Israele ha risposto ai razzi con un pesante attacco aereo a Dahiyeh (Beirut) e ci sarebbero diverse vittime. A proposito di Unifil, il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenuto a In mezz’ora su Rai 3 ha affermato che «l’Onu deve assumere un atteggiamento più coraggioso e rafforzare le regole di ingaggio della missione Unifil in Libano per consentire alle forze militari di fare il proprio lavoro d’interposizione. Abbiamo prestato più di 1.000 uomini all’Onu, ora l’Onu li deve proteggere. E questo si può fare bene con Unifil più forte». Infine, l’Esercito israeliano ha chiesto formalmente scusa per aver colpito una postazione dell’esercito libanese nel Sud del Paese, uccidendo un soldato e ferendone altri 18: «Le Forze di difesa israeliane si rammaricano dell’incidente e chiariscono che stanno combattendo contro Hezbollah, e non contro l’Esercito libanese». A fine pomeriggio Idf ha chiesto agli abitanti di 12 aree di Beirut di lasciare le loro abitazioni in previsione di un attacco, iniziato poco dopo.
L’avvocato che seguiva i genitori che si sono visti portare via i figli ha rimesso il mandato: «Hanno rifiutato casa e progetto». I nuclei della zona che seguono uno stile di vita simile «spaventati» dai possibili controlli.
Svolta improvvisa nella vicenda della «famiglia del bosco», i coniugi Catherine Birmingham e Nathan Trevallion che vivevano in un casolare in un bosco nel Comune di Palmoli, in Provincia di Chieti, ai quali il Tribunale dei minori dell’Aquila ha tolto i figli, trasferendoli insieme alla madre in una casa famiglia.
Ieri mattina, con una nota, Giovanni Angelucci, il legale che curava gli interessi dei Trevallion nella vicenda, ha annunciato la rinuncia al mandato. I toni sono all’insegna dell’amarezza: «Purtroppo, ieri sera (martedì, ndr), dopo attenta riflessione, ho deciso, non senza difficoltà, di rinunciare al mandato difensivo a suo tempo conferitomi dai coniugi Nathan Trevallion e Catherine Birmingham. Mi sono visto costretto a una simile scelta estrema, che è l’ultima che un professionista serio vorrebbe adottare, dal momento che negli ultimi giorni i miei assistiti hanno ricevuto troppe, pressanti ingerenze esterne che hanno incrinato la fiducia posta alla base del rapporto professionale che lega avvocato e cliente».
In un mondo in cui i flussi di denaro viaggiano alla velocità di un clic, la Guardia di Finanza è oggi la prima linea di difesa, impegnata a intercettare frodi, truffe online, riciclaggio e movimentazioni sospette che utilizzano criptovalute e piattaforme fintech. Ma quanto è realmente grande questa economia sommersa digitale? E quali sono i nuovi strumenti investigativi che permettono di seguirne le tracce e quali sono le tuffe piu’ diffuse sul web? Ne parliamo con il Generale Antonio Mancazzo Comandante del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza.
È la sola domanda da porsi sul caso dei Trevallion. La risposta la sanno tutti, anche se non vogliono ammetterlo. E la politica deve intervenire perché i tecnici hanno esondato.
Il tribunale dell’Aquila che ha deciso di allontanare da casa i tre figli di Nathan Trevallion dichiara di aver agito perché i bambini erano in grave pericolo. Rischiavano importanti danni psicologici a causa della mancanza di socializzazione, ha spiegato il giudice. Vivendo isolati, i piccoli potrebbero diventare incapaci di «riconoscere l’altro», cioè di comprendere e accettare le differenze.
L’aspetto curioso della faccenda è che i più incapaci di riconoscere e accettare l’altro, in questi giorni, sembrano essere proprio coloro che sostengono con forza le ragioni del tribunale e insistono a descrivere la famiglia Trevallion come una banda di psicolabili. In molti scrivono ad esempio che Catherine Birmingham, moglie di Nathan e madre dei bambini, è una pazzoide che vende sul suo sito fantomatiche guarigioni spirituali. Altri insistono a dire che padre e madre siano due fanatici, restii a trattare con i servizi sociali e chiusi nelle loro fortezze ideologiche oltranziste.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 27 novembre con Carlo Cambi






