2023-07-20
Tutto come col Covid. C’è l’allarme (falso) sugli ospedali intasati. E tornano i bollettini
Titoloni surreali: pronto soccorso «sotto pressione». Eppure dopo l’ondata di calore del 2017 il ministero ammise: pochi morti.Al pronto soccorso non si va più per i sintomi del Covid, ma per i colpi di calore. Poco importa se, in realtà, spesso sono solo disturbi lievi, malesseri generali accompagnati da intensa sudorazione e forte spossatezza perché le temperature alte sfiancano, da sempre, soprattutto se non ci troviamo in vacanza al mare o ai monti. Da settimane è partita una campagna mediatica martellante, sull’estate infuocata e assassina, così basta avvertire un po’ di affanno nel passare l’aspirapolvere o nel rifare i letti a mezzogiorno ed ecco che ci sentiamo esortati a correre all’urgenza. Capitava durante la pandemia, adesso ripropongono il copione di un allarme esteso e martellante per la colonnina di mercurio che si impenna. Ogni giorno, sul portale del ministero della Salute sono pubblicati i bollettini caldo attivati dal 15 maggio e che proseguiranno fino al 15 settembre, tanto per non perdere l’abitudine con l’elenco contagiati e morti che ci veniva somministrato quotidianamente. Attraverso una circolare, il ministro Orazio Schillaci addirittura ha «fortemente» raccomandato «l’attivazione del cosiddetto “codice calore” ovvero l’istituzione di un percorso assistenziale preferenziale e differenziato nei pronto soccorso». Magari accompagnato da una richiesta di tampone, grazie a qualche brillante iniziativa delle direzioni sanitarie, perché se un paziente arriva respirando male può essere per il caldo ma anche per l’infezione di Wuhan in atto, non pensate? Il ministro ha ordinato anche la riattivazione delle Usca, le Unità di continuità assistenziali scarsamente impiegate durante il Covid e che dovrebbero limitare il ricorso agli ospedali, così pure l’«attivazione degli ambulatori territoriali 7 giorni su 7 sul periodo delle 12 ore per accessi relativi agli effetti del caldo». Nelle Regioni, si stanno ancora chiedendo quali ambulatori possano far funzionare per le questioni climatiche, in assenza di infermieri, di medici e in periodo di ferie del personale. In questo caos organizzativo, ma senza dati concreti sull’aumento dei ricorsi alle urgenze, i giornaloni fanno a gara nello sparare titoli surreali, su emergenze dovute al caldo che manderebbero al collasso i pronto soccorso. «Spesso non sono notizie, ma vengono sparate come se lo fossero», ha giustamente commentato sul Foglio il meteorologo Paolo Sottocorona, che già era sbottato a La7 spiegando che i quotidiani internazionali parlano delle nostre temperature bollenti perché «leggono i giornali italiani che scrivono sciocchezze e usano nomi di fantasia». L’esperto in previsioni del tempo non solo ha stigmatizzato l’abitudine di enfatizzare la realtà, senza motivo, ma ha detto che «il prezzo di questa imprecisione viene pagato magari da gente che si allarma e si spaventa, e magari neanche si può permettere il condizionatore». Mentre il ministero della Salute sembra indifferente alle problematiche di quanti stanno davvero al caldo, perché tra i dieci consigli «utili» presenti sul sito c’è quello di migliorare l’ambiente domestico e di lavoro. Come? «Efficace è naturalmente l’impiego dell’aria condizionata», ci dicono, ma va impiegato «con cautela» il ventilatore meccanico il cui uso è sconsigliato «quando la temperatura interna supera i 32°C, perché non è efficace per combattere gli effetti del caldo». Alla faccia dei consumi, delle politiche green e della popolazione che non può permettersi di comprarsi un climatizzatore e pagarne le relative bollette. Intanto, sale l’attenzione sul cambiamento climatico che mette a rischio la nostra salute, così come succedeva con il Covid. Far leva sulle paure, sempre. «Sono tre settimane che si annuncia l’arrivo di temperature “infernali”, drammatizzazione che può portare a un’inutile diffusione del panico e a una sorta di autosuggestione presso una certa categoria di persone – e non è una minoranza – che per età e abitudine, o perché non è abbastanza smaliziata, tende a fidarsi, come si diceva un tempo, di “quello che dice la tv” o, oggi, il web», riflette sempre Sottocorona.Eppure, di estati calde ce ne sono state tante senza conseguenze apocalittiche. Nel report sulla mortalità estiva del 2017, il ministero della Salute riferiva che quella estate era stata «a livello nazionale la seconda più calda mai registrata dal 1800, seconda solo a quella del 2003, in particolare per quanto riguardo le temperature del mese di agosto». Ciò nonostante, la valutazione degli effetti sulla salute «monitorata attraverso la mortalità giornaliera e gli accessi in pronto soccorso ha evidenziato nelle 34 città del Piano nazionale un impatto contenuto rispetto agli anni precedenti». Con quali risultati lo si legge sempre nel rapporto estate 2017: «In generale la mortalità nella popolazione +65 anni è stata inferiore all’atteso nel mese di luglio, mentre l’ondata di agosto (periodo 31 luglio-10 agosto, con picchi di temperatura massima compresi tra 38-41°C) ha fatto registrare effetti sulla mortalità contenuti e limitati solo a poche città del centro Sud».E nei consigli ai lavoratori esposti ad alte temperature, c’era quello di «ridurre il ritmo di lavoro […] ridurre l’attività lavorativa nelle ore più calde […] fare interruzioni e riposarsi in luoghi freschi». Non di ricorrere alla Cassa integrazione ordinaria.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.