2025-03-20
Trump vuole le centrali nucleari di Zelensky
Dopo il colloquio di martedì con Putin, il tycoon ha telefonato ieri al leader ucraino. E ha proposto di porre i suoi impianti atomici sotto il controllo degli Usa. Già effettuato uno scambio di 372 prigionieri. Domenica ripartono i negoziati a Gedda.La macchina diplomatica americana sull’Ucraina continua a muoversi. Dopo il colloquio di martedì con Vladimir Putin, Trump, nel pomeriggio italiano di ieri, ha avuto una telefonata con Volodymyr Zelensky. «Ho appena concluso un’ottima telefonata con il presidente ucraino Zelensky. È durata circa un’ora», ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca. «Gran parte della discussione si è basata sulla chiamata fatta ieri con il presidente Putin per allineare sia la Russia che l’Ucraina in termini di richieste e necessità. Siamo sulla buona strada», ha proseguito. Stando a una nota della Casa Bianca, Trump avrebbe proposto di porre le centrali nucleari ucraine sotto il controllo degli Usa. «La proprietà americana di tali impianti sarebbe la migliore protezione per tali infrastrutture e un supporto per l’infrastruttura energetica ucraina», recita il comunicato, secondo cui i presidenti hanno anche concordato di collaborare per far tornare a casa i bambini rapiti.Dal canto suo, il presidente ucraino ha definito il colloquio «positivo, molto sostanziale e schietto». «Uno dei primi passi verso la fine completa della guerra», ha aggiunto, «potrebbe essere la fine degli attacchi alle infrastrutture energetiche e alle altre infrastrutture civili. Ho sostenuto questo passo e l’Ucraina ha confermato che siamo pronti a implementarlo». «I team ucraino e americano sono pronti a incontrarsi in Arabia Saudita nei prossimi giorni per continuare a coordinare i passi verso la pace», ha proseguito Zelensky, che si è anche detto fiducioso sulla possibilità che, con Trump, si possa arrivare alla pace entro «quest’anno».Sempre ieri, Mosca e Kiev hanno scambiato un totale di 372 prigionieri, come era stato concordato durante il colloquio tra Trump e Putin. «Questo è uno dei più grandi scambi di prigionieri di guerra», ha commentato Zelensky, che era a Helsinki per incontrare il primo ministro finlandese Petteri Orpo. In tutto questo, è stato anche reso noto che, domenica, si terranno a Gedda nuovi colloqui tra americani e russi. Intanto, un certo ottimismo è stato espresso dall’inviato statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che, riferendosi alla telefonata tra l’inquilino della Casa Bianca e quello del Cremlino, ha dichiarato: «Hanno concordato un percorso verso alcune condizioni di cessate il fuoco e verso un cessate il fuoco completo, che sarà negoziato nei prossimi giorni. In realtà penso che in un paio di settimane ci arriveremo». Witkoff ha anche definito «probabile» un incontro tra i due presidenti: un incontro che, secondo il Cremlino, potrebbe avvenire in Arabia Saudita.Certo, i problemi non mancano: nella mattinata di ieri, Kiev e Mosca si sono infatti scambiate delle accuse. L’Ucraina ha tacciato la Russia di aver attaccato delle infrastrutture energetiche ucraine, violando così i termini del cessate il fuoco parziale stabilito durante la telefonata tra Trump e Putin. «Anche questa notte, dopo il colloquio di Putin con Trump, quando Putin avrebbe detto di aver dato l’ordine di fermare gli attacchi contro gli obiettivi energetici ucraini, 150 droni hanno colpito infrastrutture energetiche», ha dichiarato Zelensky. «Il regime di Kiev ha lanciato un attacco deliberato utilizzando tre droni ad ala fissa contro un impianto energetico nel villaggio di Kavkazskaya», ha affermato, dal canto suo, Mosca.Come che sia, almeno per ora, il processo diplomatico a guida americana va avanti. E, al netto di tutte le cautele, è un dato di fatto che, oltre a rompere l’impasse ereditata dal predecessore, Trump sia riuscito ad avviare una trattativa con la Russia. Una trattativa che, assieme alla crisi ucraina, riguarderà vari dossier: dai rapporti sino-russi alla Siria, passando per Gaza e l’Iran. Nonostante Putin abbia il coltello dalla parte del manico sul campo di battaglia (specialmente nel Kursk e nel Donbass), Trump ha due leve su cui puntare. In primis, sa che lo zar ha dei problemi in Medio Oriente a seguito della caduta di Bashar Al Assad e dell’indebolimento dell’Iran: può quindi aiutare il Cremlino a recuperare terreno nella regione in cambio di un suo ammorbidimento sul dossier ucraino. In secondo luogo, la Casa Bianca è consapevole del fatto che Putin teme l’abbraccio soffocante con Pechino. In cambio di passi avanti sull’Ucraina, Trump ha dunque intenzione di offrire allo zar accordi economici in grado di ridurre la sua dipendenza dal Dragone.Insomma, non è vero che il presidente americano non avrebbe a disposizione leve negoziali. Così come non è vero che avrebbe abbandonato una politica di deterrenza nei confronti di Mosca. Nonostante la Russia abbia invocato la cessazione dell’invio di armamenti occidentali a Kiev, Trump ha dichiarato che la questione non è stata discussa durante il suo colloquio con Putin. «Non abbiamo parlato di aiuti, non ne abbiamo parlato affatto», ha detto, intervenendo su Fox News. «La condivisione di informazioni di intelligence in termini di difesa dell’Ucraina continuerà», ha aggiunto ieri la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, secondo cui Trump aiuterà inoltre Kiev a ottenere più sistemi di difesa aerea Patriot, specialmente dall’Europa. La stessa «proprietà» americana delle centrali nucleari ucraine, affrontata nella telefonata di ieri tra il presidente americano e Zelensky, potrebbe rientrare, come l’accordo sui minerali, in un’ottica di deterrenza. Trump vuole, tra l’altro, basare la tutela statunitense dell’Ucraina su degli interessi concreti. E chissà che magari non punti a vendere anche energia ucraina a un’Europa occidentale in forte difficoltà energetica.