2020-03-13
Trump stanzia 1.500 miliardi, la Lagarde pugnala l’Italia. Forse salta il Patto di stabilità
Disastroso debutto alla guida della Bce: niente taglio dei tassi («Non siamo qui per ridurre gli spread») e mini Qe che affossa i mercati. Mentre la Fed pompa liquidità.Che disastro, madame Lagarde, che disastro. Altro che Super Mario, il presidente della Bce Christine Lagarde ieri si è trasformata nella donna invisibile che affonda le Borse fa impennare lo spread. Chi si aspettava da Francoforte un ulteriore taglio dei tassi sui depositi (già negativo allo 0,50%) sulla scia di quanto già fatto dalla Fed, è rimasto subito deluso. Il vertice dell'Eurotower ha deciso di non prendere questa strada, dimostrando la completa mancanza di coordinamento con gli Stati Uniti dove qualche ora dopo la Federal reserve di New York ha annunciato che inietterà 1.500 miliardi di dollari nel sistema monetario con tre operazioni Repo (pronto contro termine) a tre mesi da mettere in campo tra ieri e oggi.Francoforte preferisce invece limitarsi a offrire nuovi prestiti a lungo termine e a effettuare ulteriori acquisti di obbligazioni. Nemmeno le misure aggiuntive, come le condizioni più favorevoli sul nuovo round di Tltro (il ciclo di prestiti a lunga scadenza disegnato in modo tale da essere girato dalle banche alle Pmi), sono riuscite a calmare i mercati che nell'insieme del pacchetto hanno visto una Bce con la cassetta degli attrezzi già vuota. Insomma, garantisce liquidità alle banche, pagandole per incrementare le operazione di prestito. Ma una popolazione che non può spendere perché i negozi sono chiusi - cosa che sta accadendo in Italia - non ha bisogno di credito. Acqua e zucchero per l'impatto del virus. Quando poi madame Lagarde ha acceso il microfono in conferenza stampa per illustrare il suo vaccino contro il virus, la delusione è diventata panico: «Non siamo qui per ridurre gli spread, non è la funzione della Bce», ha detto rispondendo a una domanda sul premio di rischio in forte ascesa in alcuni Paesi dell'Eurozona a partire dall'Italia. Quanta nostalgia di Mario Draghi e del suo «whatever it takes». Quell'«a ogni costo» che madame Lagarde ha sostituito con un «We are not here to close spreads». Dimenticandosi che se lo spread sale, e non è colpa dell'Italia ma di un virus, la Bce serve proprio a quello. A intervenire in caso di choc esogeni - come la pandemia del coronavirus - al di fuori del controllo dei governi. Tanto da far sorgere un dubbio a qualche acuto osservatore: la presidente della Bce sta cercando di avvicinare l'Italia al baratro per spaventare il resto d'Europa e pungolarlo ad adottare le stesse misure restrittive oppure sta portando avanti una strategia da incompetente e da irresponsabile? Tradotto: madame Lagarde ci è o ci fa? La risposta arriverà presto. Ma nel frattempo dobbiamo fare i conti con un pompiere che ha gettato benzina sul fuoco. Il giorno dopo l'annuncio della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che ha promesso la creazione di un fondo di investimento speciale di 25 miliardi di euro per tutta l'Europa anche se in prima linea nella lotta alla diffusione ora c'è solo l'Italia. E dicendoci pure che non siamo soli, che il nostro sforzo e il nostro esempio sono preziosi per tutti i cittadini europei. Dopo il danno, la beffa. E oggi ecco pure il ceffone in faccia: 120 miliardi da utilizzare da qui alla fine dell'anno per il riacquisto titoli, soldi che si aggiungono ai 20 miliardi di euro al mese già previsti dall'ultimo quantitative easing. Pochi spiccioli considerando che quando Draghi armò il primo bazooka nel gennaio 2015 le munizioni furono un programma di acquisti da 60 miliardi al mese. Con una «ricarica» nel settembre 2019, appunto, da altri 20 miliardi al mese. E per altro il Qe è pure un'arma spuntata per chi come noi si sta avviando verso la stagflazione. Niente bazooka, insomma, solo freccette.L'Eurotower ieri ha ammonito le banche che beneficeranno della liquidità a utilizzarla per sostenere l'economia e non per aumentare la distribuzione dei dividendi o i bonus ai manager. E sta discutendo con gli istituti «misure individuali» come riprogrammare le ispezioni in loco ed estendere i termini per l'attuazione di misure emerse dai controlli. Il presidente della Bce si è però tenuta sul vago su un altro tema molto importante per le banche italiane, ovvero come saranno conteggiate le nuove sofferenze. Maglie più larghe sì, ma non ha detto quali sono. I mercati vogliono un'azione decisa e la vogliono ora. Buona parte della conferenza stampa la Lagarde l'ha invece dedicata a invitare governi e istituzioni europee a varare un piano fiscale ambizioso e coordinato sottolineando come sino a ora siano state varate misure di emergenza per soli 27 miliardi di euro complessivi, vale a dire circa un quarto di punto del Pil europeo. «La risposta deve venire in primo luogo e soprattutto dalla politica fiscale», ha detto, «non ci si può attendere che siano le Banche centrali a risolvere la situazione». Armiamoci e partite. Comunque, ha assicurato, «l'Italia, le sue banche, le famiglie, le imprese beneficeranno pienamente di tutti gli strumenti che ho appena introdotto». E ci mancherebbe altro, madame Lagarde. Ma questo non è un pranzo gratis. Non lo è mai stato.Dalla Commissione Ue intanto è arrivata un'apertura: oggi verranno presentate le linee guida sulla flessibilità del Patto di stabilità, secondo le quali tutta la spesa che i governi dirotteranno per l'epidemia sarà considerata legata a circostanze eccezionali, e quindi non calcolata ai fini del deficit. Non soltanto le spese una tantum, scomputate anche prima, ma anche quelle strutturali. Agli Stati verrà consentito di deviare temporaneamente dai target di bilancio per tutte le spese fi sostegno all'economia, ai lavoratori, alle regioni e al sistema sanitario. Di fatto, quindi, hanno spiegato fonti Ue all'ansa, le raccomandazioni esistenti non si applicheranno. E in caso di crescita negativa, gli sforzi di bilancio richiesti ai Paesi si adatteranno alla situazione economica creatasi in conseguenza dell'epidemia.