2024-07-27
Trump sta con Bibi: «Ostaggi liberi subito»
Donald Trump e Benjamin Netanyahu (Ansa)
Vertice nella residenza del tycoon a Mar-a-Lago con il premier israeliano: «Se io non vinco a novembre, ci sarà la terza guerra mondiale». Mosca promuove The Donald (che non farà per ora confronti con Kamala Harris): «Più saggio». Hollywood contro J. D. Vance.La corsa per la Casa Bianca si sta svolgendo in un periodo in cui Washington ha ancora aperti due dossier esplosivi: la guerra in Ucraina e il conflitto a Gaza. Sul primo fronte, la Russia si è finora mostrata - almeno a parole - piuttosto indifferente sul nuovo presidente degli Stati Uniti. Ieri Dmitri Peskov, portavoce dello zar, si è espresso così sul tycoon: «Sotto Trump, è stato introdotto un numero enorme di sanzioni contro il nostro Paese e in questo senso, per noi, Trump non è molto diverso da tutti gli altri. Forse dimostra un po’ più di saggezza politica in termini di mantenimento del dialogo».Per quanto riguarda la guerra a Gaza, l’incertezza sull’esito delle elezioni ha spinto Benjamin Netanyahu a incontrare entrambi gli sfidanti. Il colloquio con Kamala Harris, tuttavia, non ha soddisfatto il premier israeliano. Che anzi - per bocca di un suo funzionario - ha espresso preoccupazione per le dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla candidata in pectore dei democratici dopo il loro incontro privato: Netanyahu, in particolare, non ha apprezzato che la Harris abbia fatto coincidere l’accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco con la fine della guerra, laddove Israele intende riprendere i combattimenti a tregua terminata. Successivamente il premier israeliano è atterrato a Mar-a-Lago, in Florida, per incontrare Trump nella sua residenza. Netanyahu ha regalato al tycoon un cappello con scritto «Vittoria totale», con chiaro riferimento all’obiettivo di Gerusalemme nel conflitto contro Hamas. A margine dell’incontro, Trump ha ricordato di aver «sempre avuto un ottimo rapporto con Netanyahu», per poi aggiungere: «Gli ostaggi israeliani devono essere rilasciati immediatamente». E ancora: «Nessun presidente ha fatto quello che ho fatto io per Israele. Se non vinciamo a novembre, finiremo per avere grandi guerre in Medio Oriente e forse una terza guerra mondiale perché abbiamo persone incompetenti che guidano il nostro Paese». E poi ne ha avute anche per la Harris: «Da lei parole irrispettose verso Israele. Non so come una persona ebrea possa votare per lei. Se vinco io, sistemerò tutto».Da parte sua, Netanyahu ha affermato che Israele invierà a Roma una squadra negoziale ai colloqui per il cessate il fuoco a Gaza «probabilmente all’inizio della settimana». Per quanto riguarda il fronte interno, invece, sul piano della comunicazione Kamala Harris sta facendo di tutto per alzare il livello dello scontro con The Donald, nella speranza di recuperare il terreno perduto. In particolare, la Harris ha messo nel mirino il dibattito pubblico con Trump, che dovrebbe aver luogo a settembre: un passaggio decisivo per la rincorsa dei dem, a maggior ragione dopo il disastro di fine giugno, con Biden confuso e «bullizzato» dall’avversario.Malgrado l’impazienza della Harris, il candidato repubblicano ha però tutta l’intenzione di tenerla sulle spine. I motivi di questa mossa sono molteplici. Gli staff di Trump e Biden avevano precedentemente preso accordi fissando giorno e luogo dell’incontro: il prossimo 10 settembre sulla Abc. Tuttavia, ora che «Sleepy Joe» ha abbandonato la corsa per la Casa Bianca, le cose sono cambiate e il tycoon - dopo aver affrontato Biden sulla Cnn - ha detto di preferire che il dibattito avvenisse su Fox news anziché sull’emittente televisiva della Disney.Intercettata dai cronisti, la Harris non ha fatto nulla per nascondere la sua irritazione: «Io sono pronta al dibattito televisivo con Donald Trump», ha detto la vicepresidente presso la base di Andrews, nel Maryland. «Ho accettato il dibattito del 10 settembre concordato in precedenza, che anche Trump aveva accettato. Ora sembra che stia facendo marcia indietro ma io, ripeto, sono pronta».La risposta dello staff del tycoon non si è fatta attendere: «Visto il continuo caos politico che circonda Joe Biden e il Partito democratico», ha dichiarato Steven Cheung, responsabile della comunicazione della campagna di Trump, «i dettagli per un dibattito non possono essere finalizzati fino a quando i democratici non formalizzeranno il loro candidato». Inoltre, ha specificato Cheung con parole al vetriolo, «molti esponenti del Partito democratico hanno la forte sensazione che Kamala Harris sia una ciarlatana marxista che non può battere il presidente Trump e, quindi, stanno ancora aspettando qualcuno di “migliore”. Pertanto sarebbe inappropriato programmare il duello con la Harris, dato che i democratici potrebbero ancora cambiare idea».A proposito di polemiche, ultimamente ha fatto il giro della Rete un discorso di J. D. Vance risalente al 2021, in cui irrideva la Harris e le esponenti del Partito democratico definendole «un branco di gattare senza figli con vite miserabili». Il video ha mandato su tutte le furie la star hollywoodiana Jennifer Aniston, anche lei senza figli e nota sostenitrice dei democratici: «Signor Vance, prego che sua figlia abbia un giorno la fortuna di avere figli e spero non abbia bisogno di ricorrere alla fecondazione in vitro». Dopo questi attacchi, però, Vance non ha fatto marcia indietro: «La mia non era una critica alle persone che per vari motivi non hanno avuto figli», ha ribattuto il vice di Trump, «ma era una critica rivolta al Partito democratico per essere diventato antifamiglia e antibambini».
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.