2025-03-05
Trump sospende le armi all’Ucraina e costringe Kiev a trattare sul serio
Gli Stati Uniti interrompono (momentaneamente) gli aiuti militari per lanciare un ultimatum: o collaborate sulla tregua o addio. Ma Mosca non gongola: per rientrare stabilmente in Siria deve dare qualcosa in cambio.Donald Trump ha stabilito, lunedì, uno stop alle forniture di armi americane a Kiev. E subito è partita la narrazione che vuole il presidente americano in appeasement nei confronti di Mosca. In realtà, la situazione è più complessa di così.Cominciamo col dire che lo stop agli armamenti non è definitivo: è una sospensione in vista di una revisione complessiva degli aiuti militari all’Ucraina. Un’Ucraina che, secondo la Cnn, ha comunque autonomia in termini di materiale bellico per i prossimi mesi, almeno fino all’estate. In secondo luogo, come sottolineato anche da Politico, l’obiettivo principale di Trump è quello di mettere sotto pressione Volodymyr Zelensky, per spingerlo a sedersi al tavolo dei negoziati con Vladimir Putin. D’altronde, già a dicembre 2023 l’attuale inviato americano per l’Ucraina, Keith Kellogg, ipotizzò sul National Interest di subordinare l’invio di assistenza militare a Kiev alla sua disponibilità a trattare con Mosca.Ebbene, a giudicare dalla reazione di ieri del presidente ucraino, pare che la pressione della Casa Bianca qualche effetto lo abbia già sortito. «Siamo pronti a lavorare sotto la forte leadership del presidente Trump per ottenere una pace duratura», ha detto Zelensky, dicendosi pronto a «lavorare velocemente per porre fine alla guerra» ed esprimendo gratitudine a Trump per aver fornito i missili Javelin a Kiev durante il primo mandato. Del resto, che Trump non abbia abbandonato l’Ucraina a sé stessa è dimostrato dal fatto che, lunedì, aveva ribadito di considerare ancora sul tavolo l’accordo relativo ai minerali strategici, saltato a causa della lite nello Studio ovale. Lo stesso JD Vance, sempre lunedì, aveva sottolineato che la sicurezza ucraina dovesse essere fondata su legami di carattere economico con gli Stati Uniti. «Se si vuole davvero assicurare che Vladimir Putin non invada di nuovo l’Ucraina, la migliore garanzia di sicurezza è quella di dare agli americani un vantaggio economico nel futuro dell’Ucraina», aveva detto. Dall’altra parte, è senz’altro vero che la Russia ha espresso soddisfazione per lo stop delle armi americane a Kiev. «È una decisione che potrebbe davvero spingere il regime di Kiev verso un processo di pace», ha detto il Cremlino. Tuttavia, non è che Mosca possa a sua volta dormire sonni troppo tranquilli. Innanzitutto ieri sono entrate in vigore le nuove tariffe americane contro la Cina: quella stessa Cina che, negli ultimi anni, ha spalleggiato la Russia sul versante economico. In secondo luogo, non dimentichiamo che Mosca è uscita notevolmente indebolita dalla caduta di Bashar al Assad in Siria: Trump è disposto ad aiutare la Russia a «rientrare» nel Paese mediorientale, ma pretenderà probabilmente in cambio delle concessioni sul fronte ucraino.Ed è proprio il dossier mediorientale che il presidente americano vuole intrecciare a quello dedicato all’Ucraina. Ieri, la Russia si è detta aperta ad assistere la Casa Bianca nel tentativo di rinegoziare l’accordo sul nucleare iraniano: un obiettivo cruciale, per Trump, in Medio Oriente. Americani, israeliani e sauditi vogliono infatti un Iran che, una volta depotenziato dal punto di vista della minaccia atomica, possa essere successivamente incluso in una strategia di contenimento dello strapotere turco in Siria. Del resto, secondo Reuters, lo Stato ebraico starebbe facendo pressioni sulla Casa Bianca, per permettere a Mosca di recuperare influenza nella stessa Siria in funzione anti Ankara. E non è neanche un mistero che Gerusalemme appoggi il piano di Trump per Gaza: un piano che, nonostante le smentite ufficiali, piace pure ai sauditi, i quali vogliono coinvolgere Mosca nella partita. Il che è funzionale al rilancio degli Accordi di Abramo: non è un caso che, il mese scorso, i primi colloqui di distensione russo-americani si siano tenuti proprio a Riad.Più in generale, va tenuto presente che l’obiettivo ultimo di Trump resta la competizione con Pechino. Il suo intento primario è dunque quello di sganciare il più possibile la Russia dalla Cina. Quello che molti analisti faticano a comprendere è che assai spesso Trump, nelle sue azioni e nelle sue parole, punta a comunicare non con l’Europa ma con il Sud Globale: quel Sud Globale rispetto a cui l’amministrazione Biden, soprattutto dopo la crisi afgana del 2021, aveva perso notevolmente influenza a netto vantaggio del Dragone. Piaccia o meno, molti degli atti di Trump che in Europa sono considerati controversi vengono invece benvisti in Paesi dal crescente peso geopolitico, come Arabia Saudita e India. D’altronde, ampia parte del Sud Globale, in questi anni d’invasione dell’Ucraina, non ha mai preso veramente le distanze da Mosca.Tutto questo spiega le turbolenze tra Trump e alcuni Paesi europei. La Francia si è proposta di «compensare» la sospensione degli aiuti militari americani a Kiev, mentre il premier polacco, Donald Tusk, ha accusato la Casa Bianca aver messo l’Europa e l’Ucraina in una «situazione più difficile». Tuttavia, la mano tesa di Zelensky ieri a Trump certifica, ancora una volta, il velleitarismo di quegli europei che, a partire dai francesi, sognano di considerarsi alternativi agli Usa. Kiev sa perfettamente che l’ombrello militare europeo non può realisticamente sostituire quello americano. Più in generale, né Parigi né Berlino si stanno allineando a Washington nella sua competizione con Pechino. Un comportamento, questo, che può rendere l’Ue sempre più un problema agli occhi di Trump. Bruxelles rischia così di ritrovarsi, prima o poi, totalmente isolata e irrilevante: prigioniera dei suoi atteggiamenti anacronistici e autoreferenziali.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.