2025-01-13
Dai visti alle pensioni: Giletti svela tutti i buchi neri dei patronati Cgil
Oggi a «Lo stato delle cose» il verbale del ministero del Lavoro conferma le irregolarità.Questa sera Massimo Giletti, dallo studio della trasmissione Lo stato delle cose (Rai 3), si appresta a far fare una figuraccia al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sulla questione dei patronati Inca all’estero. I nervi del sindacalista erano saltati a novembre scorso, dopo che l’inchiesta dell’inviato Alessio Lasta aveva messo in luce una serie di irregolarità per quanto riguardava la sede di New York del suo patronato.La trasmissione aveva denunciato la gestione, a dir poco opaca delle pratiche che i nostri connazionali all’estero chiedevano al patronato Inca Cgil di portare avanti. Si trattava di domande di pensioni, certificati di esistenza in vita, permessi di soggiorno, assegni sociali. Dopo la messa in onda dell’inchiesta, Inca e Cgil avevano inviato una diffida alla trasmissione di Giletti, accusandola di aver messo in atto una campagna denigratoria e diffamatoria contro patronato e sindacato e annunciando querele. Lo stesso Landini, a più riprese e in più appuntamenti pubblici, aveva accusato il programma di Rai 3 di aver messo in atto «una campagna di delegittimazione nei confronti della Cgil e del suo segretario generale» raccontando «una serie di balle infinite». E anche lui aveva promesso querele.Per tutta risposta, questa sera Giletti mostrerà in studio il verbale relativo ai controlli del 25 ottobre 2023 effettuati da parte degli ispettori del ministero del Lavoro presso la sede Inca Cgil di New York, precisamente quella di Astoria nel Queens. Una verifica di fronte a cui il responsabile della sede si era trincerato dietro a un «no comment» e la coordinatrice aveva tentato la carta della disperazione, quella del Covid: «Negli ultimi anni il continuo cambio di personale ha comportato notevoli criticità di varia natura che si sono acuite nel periodo pandemico e che hanno avuto ripercussioni nell’andamento dell’attività».Il nuovo documento si aggiunge ai dati choc già svelati a novembre riguardanti le pratiche bocciate. Nel 2020 il patronato di New York aveva dichiarato di averne trattate 324, ottenendo 770,65 punti e, nel 2021, 320 che avevano garantito 263,5 punti. Dopo l’ispezione, il ministero del Lavoro ne aveva annullati 766,65 (il 99,5%) per il 2020, convalidandone dunque solo 4 (8 pratiche) e 263 nel 2021 (il 99,8%), salvandone 0,5 (una pratica). Ricordiamo che i punti significano soldi e garantiscono al patronato un finanziamento previsto per legge, erogato dal ministero e alimentato dal prelievo dello 0,199% di tutti i contributi Inps versati dagli italiani.Grazie al verbale che verrà mostrato stasera, si apprende che gli ispettori hanno trovato irregolarità per quanto riguarda le pratiche di pensione ai superstiti, in pratica la reversibilità della pensione; per le dichiarazioni dei redditi, obbligatorie ogni anno per i residenti all’estero percettori di una pensione italiana; per gli assegni sociali; per le richieste e per i rinnovi dei permessi di soggiorno.Come si evince dal dettaglio delle pratiche annullate nei due anni, in diversi documenti il mandato era irregolare, probabilmente per assenza di firma da parte della persona che richiedeva la reversibilità della pensione. Molte pratiche (102 nel 2020 e 228 nel 2021) relative alla dichiarazione dei redditi non sono risultate presenti nei prospetti certificati dall’Inps, in pratica quei nomi non sono stati rintracciati nel database dell’istituto previdenziale. Per quanto riguarda gli assegni sociali, gli ispettori hanno bocciato tutte le 200 pratiche del biennio perché «il mandato è risultato irregolare oltre a essere prive del provvedimento (di assegnazione, ndr) finale da parte dell’ente erogatore della prestazione (l’Inps, ndr)», ovvero mancava l’attribuzione effettiva dell’assegno, probabilmente perché si trattava di pratiche utilizzate più volte per le statistiche, pur essendo intestate alla stessa persona e con lo stesso codice fiscale.Per quanto riguarda le richieste e i rinnovi del permesso di soggiorno, anche qui sono state bocciate numerose pratiche, per l’esattezza 99: 39 nel 2020 e 60 nel 2021. Chissà se ora il segretario Landini risponderà con altri insulti.
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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