- Steroidi, farmaci salvavita, pillole per la virilità: business enorme che rende più della cocaina e con meno pericoli. Secondo l’Aifa metà sono contraffatti. Consumatori attirati dai prezzi al ribasso.
- L’urologo Vincenzo Mirone: «Il fenomeno dilaga anche tra i giovani per evitare visite imbarazzanti. Ma tre prodotti su quattro sono elaborati male. E c’è l’ombra della psicodipendenza».
Steroidi, farmaci salvavita, pillole per la virilità: business enorme che rende più della cocaina e con meno pericoli. Secondo l’Aifa metà sono contraffatti. Consumatori attirati dai prezzi al ribasso.L’urologo Vincenzo Mirone: «Il fenomeno dilaga anche tra i giovani per evitare visite imbarazzanti. Ma tre prodotti su quattro sono elaborati male. E c’è l’ombra della psicodipendenza».Lo speciale contiene due articoli.È un business che rende più della cocaina. Il fatturato è 25 volte più redditizio con un livello di rischio più basso, per via delle difficoltà nell’accertamento e nel perseguimento del reato. Diffusa in tutto il mondo, la contraffazione dei medicinali ha avuto un’esplosione durante la pandemia ma continua a crescere favorita dal rapporto sempre più stretto tra i pazienti e il Web e dall’allentamento di quello con il medico di base. L’intermediazione digitale, con l’uso massiccio di messaggi Whatsapp, mail e sms, ha preso il sopravvento e i pazienti sono portati a trovare risposte e poi farmaci sulla Rete. Si calcola che almeno una ricerca su 20, tramite Google, riguarda l’ambito della salute. Non sempre l’obiettivo è «di consumo», in larga parte le persone cercano solo risposte alle esigenze di cura, proprie o di familiari e amici. Ma il rischio inizia qui perché, se le fonti e i contenuti di qualità non mancano, ad abbondare sono anche i santoni e le fake news. Secondo l’Ocse, nel mercato della contraffazione, il settore medico è al secondo posto dopo l’abbigliamento.Le medicine richieste sono di diverse tipologie, di marca o generiche. Si va, infatti, dai falsi steroidi per gli atleti ai farmaci salvavita, come i trattamenti antitumorali, fino a quelli che promettono miracolose perdite di peso o il trattamento delle disfunzioni erettili. I farmaci più contraffatti sono quelli per l’impotenza e altre problematiche della sfera sessuale maschile: principalmente viagra e integratori. E la richiesta maggiore non viene da adulti ma dai ragazzi, quindi i più vulnerabili alla pubblicità ingannevole. Secondo l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), i rimedi farmaceutici più «imitati» rappresentano il 60-70% del totale dei farmaci falsi. L’Aifa ha stimato anche che circa la metà dei medicinali venduti online è contraffatta. Molti non contengono alcun principio attivo o ne contengono in quantità sbagliate o addirittura hanno alti livelli di impurità e contaminanti. In alcuni stock sequestrati sono stati rinvenuti perfino gesso e vernice. La normativa italiana è stringente: la vendita sul Web «è ammessa solo per i medicinali a uso umano non soggetti a obbligo di prescrizione medica», ovvero quelli di «automedicazione». Inoltre «può essere effettuata unicamente dalle farmacie e dagli esercizi» riconosciuti dalla legge, in forza di un’autorizzazione scritta che va resa ben visibile sullo stesso sito, inclusa l’autorità che l’ha rilasciata.Ma questo steccato può essere facilmente scavalcato quando si entra nella giungla del Web dove prospera l’illegalità. Il consumatore spesso è attratto dal costo contenuto. La legge è chiara: «Il prezzo dei farmaci venduti online non può essere diverso da quello praticato nella sede fisica della farmacia o della parafarmacia». Pochi però lo sanno e si fanno ingannare da chi offre prodotti a prezzi stracciati e dalla promessa di risultati miracolistici. In cima ai farmaci ricercati sul Web risultano presunti dimagranti, anabolizzanti, stimolatori sessuali, ansiolitici, antidepressivi, rispetto ai quali il Web sembra avere la virtù di «proteggere» la propria privacy, rispetto all’acquisto in farmacia. Non c’è però alcuna «protezione», bensì solo rischi sanitari.Il crimine farmaceutico è in grado di strutturare e consolidare reti distributive ad hoc per la diffusione di prodotti rubati e manipolati e vanta, ormai, migliaia di siti internet non autorizzati che promuovono e vendono medicine non controllate.L’ultima maxi operazione internazionale, effettuata a dicembre con il coinvolgimento di 19 Paesi Ue e 9 Stati terzi, sotto la direzione di Europol e la partecipazione del comando carabinieri per la tutela della salute, ha portato a oscurare 93 siti, a 23 arresti e a 123 denunce. Sono stati sequestrati migliaia di medicinali, dagli antibiotici agli antinfiammatori e anabolizzanti nonché confezioni di integratori e dispositivi medici per il trattamento del Covid, materie prime e prodotti dopanti di vario genere, per un totale di oltre 10 milioni di unità, in varie forme farmaceutiche per un valore commerciale di 40 milioni di euro. Inoltre sono stati individuati 10 laboratori clandestini. La falsificazione dei farmaci ha caratteristiche diverse: mentre nei Paesi in via di sviluppo il commercio illegale riguarda prodotti essenziali come vaccini e antibiotici, in quelli occidentali la richiesta è per i farmaci utili al mantenimento dello stile di vita («lifestyle»), come quelli per le disfunzioni erettili e per le diete dimagranti o quelli salvavita. La diffusione del fenomeno è favorita dalla mancanza di una legislazione specifica e si continua a gestire il crimine farmaceutico ricorrendo alla normativa per i reati contro la proprietà intellettuale, o alle legge su stupefacenti o frodi.Nel 2011 con la convenzione del Consiglio d’Europa Medicrime, è stato definito uno strumento per perseguire sul piano penale attività illegali specifiche, come la falsificazione dei farmaci, il traffico e la promozione di prodotti medicinali contraffatti, però in molti Paesi non è stato recepito. C’è poi la direttiva europea 2011/62 che vuole prevenire la falsificazione dei medicinali attraverso l’uso di identificativi (codici del prodotto, numeri seriali e di lotto, scadenze) e di sistemi anti manomissione per i farmaci ritenuti a rischio contraffazione.In Italia il problema è stato affrontato con la creazione di tavoli di cooperazione gestiti dall’Aifa a livello internazionale, con il progetto Fakeshare e con la Conferenza nazionale dei servizi sulle e-pharmacies che, attraverso il sistema di tracciabilità del farmaco, permette di controllare i medicinali in tutto il loro percorso, dal produttore alla farmacia, alla distribuzione. Inoltre, è stata realizzata la task force Impact Italia che riunisce Aifa, ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Nas, Agenzia delle dogane, i ministeri dell’Interno e dello Sviluppo economico e altre amministrazioni per casi sospetti di medicinali contraffatti. Il fenomeno però è favorito dalla scarsa consapevolezza dei consumatori sui rischi dell’assunzione di farmaci acquistati online a poco prezzo e senza la garanzia della qualità o che contengono componenti e dosaggi sbagliati.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/truffa-medicinali-venduti-online-2659373953.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="corsa-ai-rimedi-anti-impotenza" data-post-id="2659373953" data-published-at="1675604715" data-use-pagination="False"> «Corsa ai rimedi anti impotenza» Due terzi dei farmaci falsi venduti online sono contro l’impotenza. Si può dire che rappresentano il business maggiore della contraffazione farmaceutica del Web. La Società italiana di urologia ha lanciato una campagna contro il mercato illegale online. «Dietro al fenomeno si nasconde un business miliardario. Un pusher di fake viagra guadagna molto più di uno spacciatore di cocaina. È un fenomeno dilagante non solo tra gli over 50, ma anche tra giovani e giovanissimi. I prezzi vantaggiosi, l’anonimato e la facilità di acquisto sono i fari che attraggono gli utenti del Web», commenta Vincenzo Mirone, ordinario di urologia all’università Federico II di Napoli e responsabile comunicazione della Società Italiana di urologia. Come mai c’è questa tendenza crescente tra gli uomini a rivolgersi al Web, con i rischi che questo comporta, piuttosto che affidarsi allo specialista? «L’uomo è notoriamente reticente nel prendersi cura di sé: per ogni uomo che inizia a fare prevenzione, già 30 donne la fanno regolarmente. Gli uomini, storicamente definiti il sesso forte, spesso rimandano le visite fino a quando il problema non è troppo grave. Alcune volte sono le compagne o le madri a spingerli e accompagnarli. L’acquisto online dei farmaci evita gli imbarazzi, ma espone ai pericoli nell’assumere un prodotto che spesso non è quello che si pensa». In quali rischi incorre il paziente? «Il principale è che, nella migliore delle ipotesi, il prodotto non funzioni. O non contiene i principi attivi (32,1%), o questi sono presenti in quantità non corrette (20,2%), oppure è composto da ingredienti sbagliati (21,4%), o contiene alti livelli di impurità e contaminanti (8,5%). In altre situazioni si tratta di prodotti contaminati da sostanze talvolta tossiche, quali arsenico, veleno per topi, acido borico, polveri di cemento, mattoni, gesso o talco. Sono stati trovati ipoglicemizzanti in alcune pillole che, in India, hanno causato diversi decessi. Infine, 15,6% ha un packaging falso». Quale è l’età prevalente dell’uomo che compra online? «Un tempo erano gli over 50 a cercare online questi farmaci, oggi il fenomeno è in costante crescita soprattutto tra i giovani e giovanissimi vittime di una cultura sessuale sbagliata. Un altro pericolo è che spesso queste sostanze vengono assunte con alcol o droghe, che possono peggiorare i danni». La diffusione tra i giovanissimi di simil Viagra è quindi un problema culturale? «I ragazzi sono fuorviati dal Web e dalla pornografia. Tutto questo si trasforma in distorsione della realtà e in ansia, legata alla paura di sbagliare, di essere giudicati, di non essere all’altezza di inseguire una performance eccezionale. Il vero problema è la misinformazione che domina nei giovani su temi come la mancata conoscenza del corpo, l’alterazione della realtà e non ultima la mancanza di dialogo con i padri. I giovani dovrebbero avere fonti di informazioni che non sono gli amici o il Web, dove si trova tutto e il contrario di tutto». Si possono verificare danni irreversibili da farmaci contraffatti, anche con il rischio di decesso? «I problemi possono essere diversi, dalle intossicazioni a danni a vari organi e apparati indotti dalle sostanze tossiche che si trovano in questi farmaci. In alcuni casi sono stati riportati anche decessi. Altro aspetto da non sottovalutare è che spesso le persone possono diventare addirittura psicodipendenti da queste sostanze, incorrendo in una sorta di sconforto e abbandono quando non le possono utilizzare».
Obbligazionario incerto a ottobre. La Fed taglia il costo del denaro ma congela il Quantitative Tightening. Offerta di debito e rendimenti reali elevati spingono gli operatori a privilegiare il medio e il breve termine.
Alice ed Ellen Kessler nel 1965 (Getty Images)
Invece di cultura e bellezza, la Rai di quegli anni ha promosso spettacoli ammiccanti, mediocrità e modelli ipersessualizzati.
Il principe saudita Mohammad bin Salman Al Sa'ud e il presidente americano Donald Trump (Getty)
Il progetto del corridoio fra India, Medio Oriente ed Europa e il patto difensivo con il Pakistan entrano nel dossier sulla normalizzazione con Israele, mentre Donald Trump valuta gli effetti su cooperazione militare e stabilità regionale.
Le trattative in corso tra Stati Uniti e Arabia Saudita sulla possibile normalizzazione dei rapporti con Israele si inseriscono in un quadro più ampio che comprende evoluzioni infrastrutturali, commerciali e di sicurezza nel Medio Oriente. Un elemento centrale è l’Imec, ossia il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, presentato nel 2023 come iniziativa multinazionale finalizzata a migliorare i collegamenti logistici tra Asia meridionale, Penisola Arabica ed Europa. Per Riyad, il progetto rientra nella strategia di trasformazione economica legata a Vision 2030 e punta a ridurre la dipendenza dalle rotte commerciali tradizionali del Golfo, potenziando collegamenti ferroviari, marittimi e digitali con nuove aree di scambio.
La piena operatività del corridoio presuppone relazioni diplomatiche regolari tra Arabia Saudita e Israele, dato che uno dei tratti principali dovrebbe passare attraverso porti e nodi logistici israeliani, con integrazione nelle reti di trasporto verso il Mediterraneo. Fonti statunitensi e saudite hanno più volte collegato la normalizzazione alle discussioni in corso con Washington sulla cooperazione militare e sulle garanzie di sicurezza richieste dal Regno, che punta a formalizzare un trattato difensivo bilaterale con gli Stati Uniti.
Nel 2024, tuttavia, Riyad ha firmato in parallelo un accordo di difesa reciproca con il Pakistan, consolidando una cooperazione storicamente basata su forniture militari, addestramento e supporto politico. Il patto prevede assistenza in caso di attacco esterno a una delle due parti. I governi dei due Paesi lo hanno descritto come evoluzione naturale di rapporti già consolidati. Nella pratica, però, l’intesa introduce un nuovo elemento in un contesto regionale dove Washington punta a costruire una struttura di sicurezza coordinata che includa Israele.
Il Pakistan resta un attore complesso sul piano politico e strategico. Negli ultimi decenni ha adottato una postura militare autonoma, caratterizzata da un uso esteso di deterrenza nucleare, operazioni coperte e gestione diretta di dossier di sicurezza nella regione. Inoltre, mantiene legami economici e tecnologici rilevanti con la Cina. Per gli Stati Uniti e Israele, questa variabile solleva interrogativi sulla condivisione di tecnologie avanzate con un Paese che, pur indirettamente, potrebbe avere punti di contatto con Islamabad attraverso il patto saudita.
A ciò si aggiunge il quadro interno pakistano, in cui la questione israelo-palestinese occupa un ruolo centrale nel dibattito politico e nell’opinione pubblica. Secondo analisti regionali, un eventuale accordo saudita-israeliano potrebbe generare pressioni su Islamabad affinché chieda rassicurazioni al partner saudita o adotti posizioni più assertive nei forum internazionali. In questo scenario, l’esistenza del patto di difesa apre la possibilità che il suo richiamo possa essere utilizzato sul piano diplomatico o mediatico in momenti di tensione.
La clausola di assistenza reciproca solleva inoltre un punto tecnico discusso tra osservatori e funzionari occidentali: l’eventualità che un’azione ostile verso Israele proveniente da gruppi attivi in Pakistan o da reticolati non statali possa essere interpretata come causa di attivazione della clausola, coinvolgendo formalmente l’Arabia Saudita in una crisi alla quale potrebbe non avere interesse a partecipare. Analoga preoccupazione riguarda la possibilità che operazioni segrete o azioni militari mirate possano essere considerate da Islamabad come aggressioni esterne. Da parte saudita, funzionari vicini al dossier hanno segnalato la volontà di evitare automatismi che possano compromettere i negoziati con Washington.
Sulle relazioni saudita-statunitensi, la gestione dell’intesa con il Pakistan rappresenta quindi un fattore da chiarire nei colloqui in corso. Washington ha indicato come priorità la creazione di un quadro di cooperazione militare prevedibile, in linea con i suoi interessi regionali e con le esigenze di tutela di Israele. Dirigenti israeliani, da parte loro, hanno riportato riserve soprattutto in relazione alle prospettive di trasferimenti tecnologici avanzati, tra cui sistemi di difesa aerea e centrali per la sorveglianza delle rotte commerciali del Mediterraneo.
Riyadh considera la normalizzazione con Israele parte di un pacchetto più ampio, che comprende garanzie di sicurezza da parte statunitense e un ruolo definito nel nuovo assetto economico regionale. Il governo saudita mantiene l’obiettivo di presentare il riconoscimento di Israele come passo inserito in un quadro di stabilizzazione complessiva del Medio Oriente, con benefici economici e infrastrutturali per più Paesi coinvolti. Tuttavia, la gestione del rapporto con il Pakistan richiede una definizione più precisa delle implicazioni operative del patto di difesa, alla luce del nuovo equilibrio a cui Stati Uniti e Arabia Saudita stanno lavorando.
Continua a leggereRiduci
Lockheed F-35 «Lightning II» in costruzione a Fort Worth, Texas (Ansa)
- Il tycoon apre alla vendita dei «supercaccia» ai sauditi. Ma l’accordo commerciale aumenterebbe troppo la forza militare di Riad. Che già flirta con la Cina (interessata alla tecnologia). Tel Aviv: non ci hanno informato. In gioco il nuovo assetto del Medio Oriente.
- Il viceministro agli Affari esteri arabo: «Noi un ponte per le trattative internazionali».





