2025-01-08
Trudeau lascia solo macerie. Più criminalità, più droga e Pil pro capite in picchiata
Justin Trudeau (Getty Images)
Il Canada fa i conti con le pessime politiche dell’idolo liberal su economia e sicurezza. In pole per rimpiazzarlo c’è la Freeland, quella che bloccò i conti ai camionisti ribelli.Bell’affare farebbe il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump se davvero realizzasse quella che è stata una scherzosa proposta, l’offerta al Canada di diventare il cinquantunesimo stato Usa: quello che lascia in eredità il premier Justin Trudeau, dopo le dimissioni rassegnate l’altro ieri, sarebbe secondo il Fondo monetario internazionale il terzo Stato più povero d’America, dopo l’Alabama.Il primo ministro canadese è stato celebrato come un eroe liberal, la stampa internazionale ne ha decantato perfino la prestanza fisica, caratteristica, questa, condivisa con i «colleghi» della covata di Klaus Schwab, tutti allevati all’interno del programma Young Global Leaders del World Economic Forum di Davos (Wef), e tutti (tranne Macron, almeno per il momento) caduti come birilli per le loro politiche fallimentari e illiberali: Sanna Marin in Finlandia, Jacinda Ardern in Nuova Zelanda, Emmanuel Macron e Gabriel Attal in Francia, Sebastian Kurz in Austria. Eppure, secondo il suo avversario politico Pierre Poilievre, leader del Partito conservatore del Canada, le dimissioni di Trudeau sono soltanto un trucco dei sedicenti liberali per restare a galla: «Chi vorrebbe sostituirlo alla leadership lo ha sostenuto in tutto e per tutto per nove anni. I liberal vogliono continuare a truffare i canadesi per altri quattro anni, proprio come Justin. Trudeau si dichiara un “combattente”», lo ha sfidato Poilievre, «allora perché non esercita il suo diritto di indire elezioni e non si confronta con me?». È questo lo scenario paventato dai conservatori, che ricorda molto quello italiano fino al 2022: anziché andare subito ad elezioni (previste a ottobre 2025), Trudeau potrebbe semplicemente passare la mano a uno dei suoi e mantenere indirettamente il potere per quasi un altro anno. In lizza per rimpiazzarlo c’è l’ex ministro delle Finanze Chrystia Freeland, che con le sue rumorose dimissioni prima di Natale ha provocato la caduta di Trudeau. Forte sostenitrice delle sanzioni contro la Russia e della guerra in Ucraina (ha «studiato» giornalismo a Kiev), Freeland è un’altra pupilla di Schwab; i canadesi la ricordano per aver bloccato i conti correnti dei camionisti che protestavano contro il green pass, alcuni di loro sono ancora in carcere. Oltre a lei, ancora più accreditato è Mark Carney, uomo di Goldman Sachs, ex governatore della Banca d’Inghilterra e della Banca del Canada, membro del Gruppo dei Trenta istituito dalla Fondazione Rockfeller nonché del Foundation board del Wef. «Mentre i liberal lottano tra di loro per conservare il potere», ha osservato Poilievre, «il Paese va fuori controllo». Il Paese, di fatto, è già fuori controllo, come ha denunciato perfino Freeland evocando i «costosi espedienti politici di Trudeau», a cominciare dagli assegni di 175 dollari l’anno a chi ne guadagna meno di 105.000 annuali, un’elemosina che è costata al governo 4,5 miliardi di dollari. Dopo la cura Trudeau il Canada, un tempo modello economico, si è trovato a gestire un deficit enorme anche a causa della carbon tax ideata da Carney, che ha impoverito i contribuenti canadesi, in fuga verso gli Usa. La disoccupazione è al 6,8%. Il Fmi ha previsto che il Pil pro capite del Canada, equivalente a circa l’80% di quello americano nel decennio precedente la pandemia, nel 2025 scenderà al 70%. Le politiche di Trudeau hanno avuto effetti disastrosi a tutto tondo: i crimini violenti sono saliti alle stelle (omicidi aumentati del 50%), a fronte di policies governative più clementi, gli episodi di antisemitismo sono cresciuti del 670% nell’ultimo anno. In Canada è scoppiato anche l’uso del Fentanil, ma il partito liberale di Trudeau ha incoraggiato misure all’acqua di rose come la «riduzione del danno», legalizzando perfino piccole quantità di droghe pesanti in alcune province liberal come la Columbia britannica, dove l’overdose è la principale causa di morte nella fascia tra i 10 e i 18 anni. Con la scusa della «lotta alla disinformazione», Trudeau ha incoraggiato anche la censura di Stato, promulgando l’Online News Act del Canada. Il ricorso al suicidio assistito è aumentato a dismisura e in alcune province quasi il 5% dei canadesi pone fine ai suoi giorni così.Il sedicente liberal Trudeau, insomma, incarna il progressismo illiberale, ma il popolo canadese ha mangiato la foglia: in un sondaggio Ipsos di qualche settimana fa, il 73% ha chiesto a gran voce le sue dimissioni. Se si votasse oggi, il Partito conservatore di Pierre Poilievre otterrebbe la stragrande maggioranza dei consensi (44 per cento), contro il 20 per cento dei liberal. Poilievre è in politica dal 2004, sostiene il libero mercato, intende abrogare la carbon tax, vuole costruire più alloggi e ha sostenuto le proteste del Freedom Convoy durante la pandemia. Non a caso, lo accusano di copiare Trump. Pur essendo schierato fino a febbraio 2024 contro la Russia e pro guerra in Ucraina, oggi sul supporto a Kiev è più prudente.Se la sta giocando e sa parlare alla gente: in un’intervista diventata virale perché rilasciata mentre mangia con disinvoltura una mela, il leader dei Conservatori chiede il voto al suo partito e «al buon senso». «Il governo sta facendo crescere il denaro otto volte più velocemente dell’economia. Non c’è da stupirsi che abbiamo la peggiore inflazione degli ultimi quattro decenni. Ho intenzione di limitare la spesa e tagliare gli sprechi per pareggiare il bilancio. Sono l’unico», ha dichiarato, «che può restituire il potere d’acquisto agli stipendi dei canadesi».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.