Forcing mediatico sul presunto «boom» di infezioni tra i piccoli. Ma nessuno fornisce numeri attendibili. Intanto sempre più studi mostrano come i minorenni non siano «untori», abbiano danni minimi dalla malattia e sviluppino uno «scudo» naturale. Luca Ricolfi: «Mentono per sfiducia nella gente mentre stampa e tv squalificano il dissenso».
Forcing mediatico sul presunto «boom» di infezioni tra i piccoli. Ma nessuno fornisce numeri attendibili. Intanto sempre più studi mostrano come i minorenni non siano «untori», abbiano danni minimi dalla malattia e sviluppino uno «scudo» naturale. Luca Ricolfi: «Mentono per sfiducia nella gente mentre stampa e tv squalificano il dissenso».Purtroppo per i tifosi del disastro infinito, la realtà non giustifica la costante fibrillazione emergenziale. Stando all'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità, gli attualmente positivi in Italia sono 110.659. Ammesso che il calcolo dei contagiati sia corretto, su una nazione di quasi 60 milioni di abitanti non è esattamente una percentuale terrificante. Stesso discorso per il numero di ricoverati in terapia intensiva: 445 in tutto il Paese. Se bastano questi numeri per parlare di collasso delle strutture ospedaliere, significa che siamo messi davvero malissimo. In ogni caso, l'Ecdc, il centro europeo per la prevenzione delle malattie, ci qualifica come territorio «a bassa preoccupazione», assieme a Svezia e Spagna, cioè Stati che si sono ben guardati dal prevedere misure di restrizione draconiane (termine derivato dal legislatore ateniese Dracone ma perfetto anche per riferirsi a Draghi e al suo governo).Proprio perché le fondamenta delle restrizioni sono alquanto fragili, e tocca comunque sostenere la nuova stretta in arrivo per «salvare il Natale» (il quale, semmai, andrebbe protetto dai talebani sanitari), ecco che ogni settimana bisogna inventarsi un nuovo e drammatico allarme. Adesso è il turno di bambini e ragazzi: ieri i maggiori quotidiani titolavano sull'esplosione di contagi fra i più piccoli. «Boom di contagi under 12», gridava Il Messaggero. «Il virus cresce tra i bambini», tuonava in prima pagina il Corriere della Sera. Piccolo problema: non c'era giornale o telegiornale che riportasse un numero.Sia consentito notarlo: questo è un guaio non da poco. I titoli sull'esplosione di casi fra i minori, infatti, si basavano esclusivamente sulle apodittiche affermazioni di Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss. Chiaro, noi facciamo di tutto per fidarci di un tanto autorevole personaggio. Purtroppo, però, alcuni suoi atteggiamenti ci rendono difficile fare a meno dei dubbi. Dopo tutto, proprio pochi giorni fa, sono emerse le chat fra il suddetto Brusaferro e Roberto Speranza. Conversazioni in cui il ministro della Salute spiegava al suo collaboratore di aver dato una bella lavata di capo ad Hans Kluge, vertice di Oms Europa, dopo la pubblicazione dell'ormai famoso report sulla gestione italiana della pandemia realizzato da Francesco Zambon e colleghi. Capite bene che dopo aver assistito a scene del genere è un po' complicato accogliere le affermazioni dei presunti tecnici come oro colato.Dunque ci domandiamo: quanti sono questi minori di 12 anni contagiati? E, soprattutto, quali sono i sintomi che essi mostrano? Quanti di loro sono malati gravi? Stando all'ultimo report Iss-Epicentro disponibile (un po' datato) dall'inizio dell'epidemia all'inizio di novembre i morti nella fascia di età 0-10 anni sono stati 17. Piangiamo ciascuno di loro, ovviamente, ma significa che su centinaia di migliaia di casi registrati, la letalità è sostanzialmente pari a zero. Pare di capire che pure il tasso di ricoveri settimanale sia bassissimo. Per prima cosa, insomma, servirebbe fare maggiore chiarezza sui dati: fornire numeri più precisi, mostrare i tassi di ospedalizzazione, spiegare quali siano le condizioni dei bambini contagiati. In assenza di tutto ciò, possiamo soltanto trarre alcune conclusioni empiriche. Abbiamo visto, già lo scorso anno, che i piccoli non hanno affatto agito come «untori». Finora, benché si siano registrati casi di didattica a distanza, gli alunni non hanno prodotto ecatombi nelle scuole. Sospettiamo, quindi, che i piccini non solo non si ammalino gravemente, ma non siano neanche dei pericolosissimi propagatori dell'infezione, a dispetto della retorica che continua a dipingerli come minuscoli demoni pandemici.C'è poi un altro particolare di cui tenere conto, che ci viene segnalato proprio da Silvio Brusaferro. Il presidente dell'Iss, venerdì, è stato piuttosto diretto: «L'efficacia del vaccino», ha detto, «si abbassa dopo i sei mesi». Proviamo allora a ragionare. Se i bambini si contagiano ma non stanno male e non muoiono, il fatto che contraggano il virus potrebbe paradossalmente avere un effetto positivo. Essi, infatti, contagiandosi svilupperebbero una immunità naturale che li proteggerebbe per parecchio tempo, senza per questo rischiare la pelle.Proviamo allora a riepilogare. I dati sui contagi di minori sono - nella migliore delle ipotesi - carenti. Stando ai pochi indicatori resi disponibili finora, sembra di capire che nella fascia 0-12 anni la possibilità di finire in ospedale e, peggio, di morire sia quasi inesistente. In buona sostanza, i ragazzini prendono il Covid, non stanno molto male, e alla fine ne escono più protetti. Per quale motivo, stando così le cose, dovremmo rincorrerli con la siringa in mano per vaccinarli, dato che il pericolo di reazioni avverse - pur basso - esiste? Perché far correre un inutile rischio a persone che non finiscono all'ospedale né patiscono le pene dell'inferno, e che se si ammalano sviluppano un'immunità maggiore di quella che otterrebbero con il vaccino?Tutte queste domande, a oggi, non hanno risposta. O, meglio, ci sono fior di specialisti e medici autorevoli che hanno risposto, spiegando che l'inoculazione ai minori di 12 anni non è affatto necessaria. A evitare il tema o ad affrontarlo con la sola arma dell'ideologia sono invece le istituzioni italiane: sui giornali circolano ipotesi deliranti tipo l'estensione del green pass ai bambini; i gestori dell'emergenza come Brusaferro diffondono il panico evocando una temibile diffusione della pandemia fra i figli degli italiani. Sono parole in libertà, che prive di pezze d'appoggio si riducono a insinuazioni terroristiche, utili esclusivamente a giustificare ulteriori restrizioni e a coprire i fallimenti di chi sta al comando. A meno che l'Iss non sveli all'improvviso qualche orribile verità tenuta finora nascosta, l'enfasi sul boom di contagi under 12 è farlocca, è una favola nera che serve a mantenere alta la tensione e basso il livello di libertà. Per raccontare la brutta storiella, informa Repubblica, il governo ha in mente di reclutare pediatri da spedire in televisione per convincere i genitori a vaccinare i figli e alcune associazioni di specialisti si sono già dette disponibili a collaborare alla propaganda. In effetti, era proprio giunta l'ora di rinnovare un po' i parterre dei talk show.
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