Un italiano su tre almeno una volta ha rinunciato a uscire di casa per paura. I centri amministrati dai dem sono i più violenti. Le dinamiche sono simili: cittadini ignari vengono accerchiati e feriti con coltelli, anche solo per una catenina o uno smartphone.
Un italiano su tre almeno una volta ha rinunciato a uscire di casa per paura. I centri amministrati dai dem sono i più violenti. Le dinamiche sono simili: cittadini ignari vengono accerchiati e feriti con coltelli, anche solo per una catenina o uno smartphone.Anche se le prime statistiche del 2025 rappresentano una realtà più distesa rispetto al passato, con i reati che le forze di polizia definiscono «predatori» in calo, la strada ha un’altra voce. Dai sottopassi, dai parcheggi, dalle stazioni e dalle periferie delle grandi città italiane, la voce di chi ha preso una coltellata o ha visto in azione i maranza a distanza ravvicinata restituisce una percezione della sicurezza completamente differente. Milano è la metropoli più utile per comprendere il paradosso. Nella sola notte tra sabato e domenica si sono verificati tre accoltellamenti. In viale Luigi Camoens, a due passi dalla Triennale, due ragazzi (un diciottenne italiano e un diciassettenne egiziano) sono stati aggrediti da un branco di nordafricani che poco prima avevano infastidito i passanti. L’italiano è stato raggiunto da un fendente all’orecchio e da una coltellata alla pancia (trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda e operato d’urgenza). L’egiziano è stato ferito alla testa e portato al Fatebenefratelli. Gli altri due casi: in via Vizzola (zona Bicocca), altri due ragazzi (19 e 21 anni), entrambi colombiani, hanno riportato ferite da accoltellamento durante una rissa; in piazza Costantino altri due uomini (un algerino di 28 anni e un belga di 34) sono stati soccorsi dopo un’aggressione all’arma bianca. Sei vittime in una notte. E non è un’eccezione. La dinamica è sempre la stessa: gruppo che si avvicina, accerchiamento, minaccia, uso di coltelli o armi improvvisate, scomparsa rapida. Un metodo messo in campo non solo per i regolamenti di conti. Le cronache milanesi di metà 2025 sono piene di rapine in serie nelle zone di Certosa, Romolo e Viale Testi: «pistole e tirapugni», gruppi di sei o otto persone. Cercano lo smartphone, la catenina, il piccolo bottino che, però, ha un doppio valore: denaro e prestigio di quartiere. Il Paese è un supermercato per scippatori e rapinatori. Le denunce per rapina ammontano a 28.631, di cui 16.510 in pubblica via. I furti restano il reato più diffuso: 1.052.935 in 12 mesi. E tra questi, 13.474 sono furti con strappo (gli scippi) e 140.690 con destrezza. Con un epicentro: Roma, città che vive come in un Far West urbano. Qui le rapine sono 3.420, 2.014 in pubblica via: ogni giorno, in media, cinque persone vengono aggredite per strada. I furti? 155.424: 1.835 sono scippi, 33.455 borseggi. I casi più eclatanti: il 1° giugno, davanti alla metro Lucio Sestio, un diciannovenne viene accoltellato al petto da un gruppo di coetanei senza un apparente motivo. Il 17 aprile, a Villa Gordiani, tre fratelli nati a Roma da genitori bosniaci assaltano due ragazzi armati di piccone e coltelli, gridando «uscite dal ristorante, che vi uccidiamo». Il 3 febbraio, a Ponte Testaccio, un quindicenne viene colpito all’addome durante una tentata rapina. Il giorno prima, a Monteverde, un sedicenne finisce in ospedale in codice rosso dopo un’altra rapina con coltello. L’ultimo dossier sfornato da Censis e Unione imprese di vigilanza e servizi di sicurezza ammette: «Il 38,1% degli italiani ha rinunciato almeno una volta a uscire per paura che gli capitasse qualcosa di pericoloso». Il 52,1% di questa categoria ha tra i 18 e i 34 anni. Il dato scende tra i 35 e i 64 anni al 38,4% e al 27,4 dai 65 anni in su. E infatti è tra i giovani che si verificano le aggressioni più clamorose. Torino non è immune. Nel 2025 il quartiere Mirafiori si è trasformato in un termometro del problema: risse tra decine di ragazzi, un diciassettenne accoltellato all’addome. La stampa locale parla di «episodi quotidiani» e di una città che vede dilagare l’incubo dei baby rapinatori, spesso in fuga su monopattini. Le aggressioni si verificano anche in pieno giorno. Solo una settimana fa in piazza San Carlo una baby gang ha aggredito un ragazzo in pieno centro. Il 15 settembre maxi rissa ai Giardini Montanaro con spranghe e cocci di bottiglia. Il 5 agosto alla Barriera di Milano un ventitreenne finisce accoltellato dopo un diverbio. Il 7 maggio al Parco Regio due bande di minorenni si affrontano con coltelli, mazze e un pitbull, un diciassettenne resta ferito. Anche Bologna è attraversata dal fenomeno: nei primi quattro mesi dell’anno 102 minori sono stati fermati e 28 arrestati, di cui 12 per rapina. L’8 agosto, nelle vicinanze della stazione di Casalecchio di Reno, un quindicenne viene accerchiato e picchiato da un gruppo di giovani egiziani per una collanina d’argento. Uno degli aggressori aveva un coltello a serramanico. Il 17 gennaio, nella stessa zona, un ventiduenne viene aggredito in un sottopassaggio e pestato da tre ragazzini incappucciati. Firenze non è da meno. I casi più cruenti scorrono sulla cronaca locale. Il 2 ottobre scorso a Novoli, giardini Medaglie d’Oro, una maxi rissa tra due gruppi di giovanissimi finisce nel sangue. Coltelli e bottiglie rotte, violenza inaudita davanti agli occhi di bambini. Un ragazzo finisce in ospedale. Neanche un mese prima, in via di Ripoli quattro minorenni vengono denunciati per tentata rapina e lesioni. Avevano accerchiato un uomo per strada tentando di portargli via lo zaino. 6 settembre, viale Spartaco Lavagnini, doppio episodio nella stessa giornata: un trentaseienne viene pestato da una baby gang; poco dopo un quattordicenne viene ferito da coetanei con un martelletto frangivetro e una lama alla fermata del tram. Il 17 giugno, in via Verdi una rissa tra due gruppi di ragazzi si trasforma in un tentato omicidio. Un diciassettenne, ospite di un centro d’accoglienza, viene arrestato dopo aver colpito un coetaneo con quattro fendenti. E poi c’è Napoli. Le notizie riportate dai quotidiani locali formano un elenco impressionante. Gli ultimi quattro casi sono ravvicinati. Il 25 settembre scorso, in piazza Carlo III, poco prima della mezzanotte, l’ennesimo accoltellamento durante una rissa tra baby gang. Un ragazzo di 22 anni viene ferito con diversi fendenti. 20 settembre, via Piscicelli (centro storico di Chiaia): un diciannovenne viene accoltellato al braccio e all’addome da un sedicenne per vendetta. Il 7 settembre sul lungomare Caracciolo una banda di 20 giovani tra i 16 e 25 anni accerchia un sedicenne e suo padre. Il ragazzo viene accoltellato alla gamba destra. Per uno strano scherzo della statistica, le città in cui i maranza fanno palestra sono tutte amministrate dal centrosinistra. Sei su sei. Un record perfetto. Scandito dalle stesse parole d’ordine: inclusione, partecipazione, rigenerazione urbana. Guarda caso, negli stessi quartieri in cui la notte si taglia a coltellate.
Vladimir Putin (Ansa)
Lavrov: «Molto bene la telefonata con Rubio». Peskov: «In Ucraina pace non a breve, gli europei sono impazziti». Intanto Putin testa un missile nucleare intercontinentale.
Nel riquadro Carlotta Predosin, esperta in sicurezza del patrimonio artistico (IStock)
L’esperta Carlotta Predosin: «È urgente proteggere il patrimonio culturale italiano. Il traffico illecito è considerato a basso rischio e alto profitto».
Polizia di fronte al Louvre (Ansa)
Resta difficile il recupero dei gioielli. Al contrario dei quadri, pietre e metalli possono essere separati o fusi. Al mercato nero valgono miliardi, ma ai rapinatori in genere va soltanto il 10% del valore dei beni trafugati.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 27 ottobre con Carlo Cambi






