2025-10-27
Raid al liceo occupato. Il Pd: allarme fascisti. Polizia e testimoni: «No, erano maranza»
Danni al liceo scientifico Da Vinci di Genova, occupato dagli studenti (Ansa)
Devastata una scuola a Genova, spunta pure una svastica. Ma gli stessi studenti aggrediti dicono: «La politica non c’entra».Trattandosi di Genova viene da dire che la faccenda va presa cum grano salis. E infatti la sindaca di centrosinistra, e corteggiata dal Pd, Silvia Salis, pur condannando duramente quanto accaduto non si sbilancia nell’attribuire matrici politiche all’assalto notturno del liceo Leonardo da Vinci a due passi da piazza Manin, occupato pacificamente da venerdì da un collettivo studentesco. Chi non ha dubbi è invece Andrea Orlando – ex ministro Pd per la giustizia – che non vede l’ora di parlare di fascisti: «L’aggressione al liceo rappresenta, per la sua premeditazione, un salto di qualità nella violenza dell’estrema destra. Non è un fatto estemporaneo. Alla base di quell’episodio ci sono la campagna di demonizzazione delle proteste studentesche e forze organizzate. Si faccia piena luce. Solidarietà agli studenti». S’accoda il consigliere comunale di Avs Simone Leoncini che è anche padre di uno dei ragazzi «occupanti»: «Si tratta di un’aggressione premeditata, che porta con sé una chiara matrice criminale e fascista. Oltre a sedie, banchi e scrivanie devastati, campeggia una svastica. C’è stata una coraggiosa resistenza degli studenti che sono stati sopraffatti». Sta invece emergendo che l’irruzione è opera di una «falange» di maranza intenzionati a spaccare tutto, compresa la faccia degli studenti. Sarebbe il primo caso – per usare un linguaggio delle cronache di malavita organizzata – di estremismo di destra mascariato. Poco dopo la mezzanotte di sabato un gruppo di una decina di ragazzi ha fatto irruzione nel liceo di via Arecco. Dal racconto degli studenti, ma anche dai filmati delle telecamere di sorveglianza ora al vaglio della Digos e messi a disposizione dal preside subito accorso, questo gruppo armato di spranghe si è fatto strada sfondando il portone e ha cominciato a devastare ogni cosa lanciandosi, a quel che pare, anche in una sorta di caccia all’uomo. Hanno imbrattato i muri, distrutto i banchi, ma non ci sono stati feriti. Gli studenti che occupavano l’istituto da venerdì sera, autorizzati perché era comunque un’iniziativa culturale, sono riusciti a fuggire. Gli aggressori hanno lasciato una «firma»: sul muro del corridoio hanno tracciato una svastica. Da qui una prima attribuzione dell’aggressione a estremisti di ultradestra, avallata da un comunicato del collettivo studentesco: «Siamo stati attaccati da un gruppo di neofascisti che hanno fatto irruzione nella scuola al grido di “viva il Duce”». Tutto chiaro? Assolutamente no. Già pochi minuti dopo l’aggressione sono circolati i primi dubbi. Alcuni studenti ai cronisti, e poi alla polizia, hanno detto: «Quelli sono dei maranza, tutti giovanissimi, volevano solo spaccare tutto; la politica non c’entra». Qualcun altro però ha riferito delle grida «viva il Duce» e comunque resta quella svastica tracciata con la vernice nera. Dubbi sulla matrice politica li ha la Questura che, dopo aver affermato che ogni «ipotesi è aperta e al vaglio» di chi indaga, ha precisato con la dottoressa Silvia Burdese, questore di Genova: «Le indagini stanno procedendo a 360 gradi. Nessuna ipotesi è esclusa. Al momento qualsiasi qualificazione dell’azione è da ritenersi prematura». La polizia – accusata da Leoncini di essere arrivata in ritardo – ha precisato non solo che l’intervento delle «volanti» è stato quasi immediato, ma che «sentiti i primi testimoni, alcuni hanno riferito che gli autori del blitz erano ragazzi giovanissimi, 15-17 anni, descrivendoli come “maranza”». Dunque gli aggressori avrebbero usato sia gli slogan «viva il Duce» che la svastica per sviare le loro responsabilità. Peraltro a settembre a Genova c’è stata una maxi retata di maranza – giovani migranti di seconda e terza generazione, molti sono minorenni extracomunitari arrivati senza accompagnamento – e da tempo un gruppo di minorenni nordafricani spaccia in centro e si muove da Chiavari a Imperia con periodici raid intimidatori. Da qui l’idea che possano aver «mascariato» i neofascisti. Il sindaco Silvia Salis nella sua dichiarazione è cauta: «Sono in costante contatto con le forze dell’ordine», ha dichiarato, «per chiarire quanto accaduto al Leonardo da Vinci. È un episodio di estrema gravità. La violenza non è tollerabile in alcuna sua forma: vedere una svastica sul muro di una scuola è uno schiaffo ai valori fondanti della nostra democrazia. Auspichiamo che si possa fare chiarezza e siano al più presto identificati gli autori». È intervenuto anche il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Valditara: «Esprimo viva preoccupazione. Mi auguro che i responsabili di questo grave atto di violenza, sembrerebbe di stampo neofascista, siano rapidamente identificati e condannati. La scuola non può essere mai un luogo di intimidazione». L’onorevole e consigliere comunale Ilaria Cavo – Noi Moderati – ha commentato: «Piena solidarietà a studenti, insegnanti e operatori: auspico che le indagini facciano chiarezza e portino presto all’identificazione dei responsabili».
Nel riquadro Carlotta Predosin, esperta in sicurezza del patrimonio artistico (IStock)
Polizia di fronte al Louvre (Ansa)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 27 ottobre con Carlo Cambi