
Dopo aver giurato Trump firma i provvedimenti per cancellare Biden e i suoi deliri. Addio alla transizione energetica e caccia «all’oro liquido». Ritorno ai due sessi, lotta ai cartelli della droga, rilancio del settore auto. E cambio del nome al Golfo del Messico.Un colpo di spugna alle politiche di ingresso indiscriminato degli immigrati, il ripristino della sicurezza ai confini anche con l’uso dell’esercito, un colpo di spugna alle politiche gender con il riconoscimento di «uomo e donna» come unici sessi, stop alle leggi a favore delle auto elettriche e alle norme che hanno bloccato le trivellazioni e ostacolato l’industria mineraria e l’energia diventa emergenza nazionale. Spazzati via i temi che hanno caratterizzato l’amministrazione Biden, una svolta all’insegna del «ripristino del buon senso», del ritorno di una nuova golden age per gli Stati Uniti, da attuarsi con un pacchetto di ordini esecutivi. Provvedimenti anticipati nel discorso di insediamento alla Casa Bianca e firmati immediatamente dopo. Trump ha ottenuto dagli elettori il mandato per sconvolgere gli equilibri e questo farà. Il messaggio non poteva essere più dirompente. Gli «executive orders» sono provvedimenti con cui il presidente esercita il potere esecutivo senza passare dal Congresso, in modo conforme a quanto stabilisce la stessa Costituzione Usa. Gli ordini esecutivi hanno il potere di legge e rimangono in vigore fino a quando non vengono annullati, abrogati, bloccati o scadono. Il Congresso può intervenire con una revisione legale, ma Trump è in una botte di ferro dal momento c’è una solida maggioranza repubblicana. In cima al pacchetto degli ordini esecutivi c’è la difesa dei confini e l’offensiva contro l’immigrazione illegale. Come? Tramite una politica di emergenza nazionale negli Stati Uniti del Sud. «Gli ingressi illeciti saranno fermati e saranno attivati i respingimenti», ha affermato Trump nel discorso d’insediamento. La gestione dell’immigrazione sarà rafforzata anche attraverso la creazione di task force militari a salvaguardia della sicurezza dei confini. L’emergenza riguarda soprattutto le zone confinanti con il Messico. Trump pone quindi fine alla politica «catch and release», che prevede il rilascio dei migranti in attesa dei processi per l’espulsione, e il ripristino della politica «remain in Mexico», che li obbliga appunto a restare in Messico in attesa della decisione. E per marcare la volontà di agire con determinazione contro le immigrazioni illegali, il neopresidente ha annunciato il cambio di denominazione del Golfo del Messico che diventerà Golfo d’America. In arrivo anche una modifica dello ius soli, con lo stop al riconoscimento automatico della cittadinanza per diritto di nascita, per figli di immigrati clandestini nati negli Usa. Lotta a oltranza contro i cartelli del narcotraffico che saranno trattati alla stregua delle organizzazioni terroristiche. «Invocherò la legge del 1798, che consente di usare il potere delle forze di polizia per eliminare le bande criminali e le gang che hanno portato devastazioni nelle città».L’altra emergenza nazionale, indicata da Trump, è l’energia. «Trivelleremo baby, trivelleremo», è lo slogan lanciato dalla Casa Bianca. Stop quindi alle politiche della transizione energetica, che sono state la bandiera dell’amministrazione Biden, orientata fortemente verso le risorse alternative a cominciare dai parchi eolici offshore, considerati da Trump «un disastro ecologico e ambientale». Taglio quindi ai fondi per la lotta ai cambiamenti climatici inseriti nell’Inflation reduction act. «L’America sarà il maggiore Stato manifatturiero, useremo le risorse di cui disponiamo nel sottosuolo, le riserve strategiche e esporteremo energia in tutto il mondo». Il presidente ha parlato dell’«oro liquido che scorre sotto i nostri piedi» e che farà grande l’economia del Paese. C’era attesa anche per una menzione alle strategie di elettrificazione del mercato delle auto e Trump non ha deluso. Senza tanti giri di parole ha annunciato la cancellazione delle leggi sulle vetture a batteria. «Costruiremo le auto in America e tutti sarete in grado di comprare quelle che desiderate», ha affermato, strappando alla sala quasi una standing ovation (il passaggio sull’emergenza energetica è stato tra i più applauditi). Un chiaro messaggio in direzione delle case automobilistiche cinesi, ma anche europee, che hanno nel mercato Usa un punto di riferimento. Addio quindi alla transizione ecologica. La Casa Bianca ha infatti fatto sapere che Trump ritira gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. Per l’Europa il disegno energetico del neopresidente, è una doccia fredda, dal momento che resta isolata, unica a perseguire la transizione energetica con le scadenze incalzanti del Green deal. Il che mette le aziende europee in una condizione di penalizzazione competitiva, dovendo sostenere costi energetici più elevati e vincoli normativi stringenti. Executive orders riguardano l’ideologia gender che Trump ha annunciato di voler abolire «in tutti gli aspetti della vita pubblica e privata. Da oggi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi: uomini e donne».Ma un brivido alla schiena dei governi Ue è venuto dal passaggio sui dazi. «Implementeremo le tariffe doganali di prodotti che arrivano dall’estero, invece di tassare i nostri cittadini». I rapporti con l’Europa cominciano da qui.
Fabrizio Cicchitto (Ansa)
Rispunta Cicchitto e la spara: l’affaire Garofani sarebbe opera del Kgb. E per certi colleghi le uniche inchieste sono quelle su di noi.
Angelo Fanizza (Imagoeconomica)
Angelo Fanizza lascia l’Authority per la privacy: tentava di farsi svelare le fonti di «Report».
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Anziché sugli evidenti risvolti politici, il dibattito sul Quirinale gate si sta concentrando sui dettagli di colore: chi ha parlato? Non manca chi avvalora piste internazionali. Nessuno, tuttavia, sembra chiedersi se quelle dichiarazioni fossero opportune.
Gran parte della stampa non risponde alle logiche dell’informazione ma a quelle del potere. Prendete ad esempio il cosiddetto Garofani-gate. Invece di domandarsi se sia opportuno che una persona chiaramente schierata da una parte continui a ricoprire un ruolo super partes come quello di segretario del Consiglio supremo di Difesa, i giornali si sono scatenati alla ricerca della talpa che ha passato l’informazione.
Roberto Fico (Imagoeconomica)
Crosetto rivela: per il gozzo l’ex presidente della Camera paga 550 euro l’anno. La tariffa normale è dieci volte superiore. E nei prospetti che ha presentato da parlamentare il natante non c’è, alla faccia della trasparenza.
A Napoli si dice «chiagne e fotte»: trattasi di una espressione del dialetto partenopeo che indica una persona che ipocritamente mostra un modo di vivere spartano, gramo, mentre in realtà le cose gli vanno più che bene. In sostanza, chi «chiagne e fotte» adotta una doppia morale, una che vale per come vuole apparire, e una per come è. L’ex presidente della Camera, Roberto Fico, candidato alla presidenza della Regione Campania per il centrosinistra, può essere annoverato, in termini politici, tra i più autorevoli esponenti del «chiagne e fotte». Lui, che il primo giorno da presidente della Camera si fece riprendere mentre viaggiava in autobus; lui, il paladino degli ultimi; lui, il simbolo dell’anticasta, in realtà quando si è trattato di godere di privilegi che ai comuni mortali sono negati, non si è tirato indietro.






