2021-08-21
Tridico allo scontro con i sindacati: «Pass coatto nei luoghi di lavoro»
Pasquale Tridico (Getty Images)
Il presidente dell'Inps: «È una mia opinione personale, ma sono favorevolissimo».Sì al green pass nei luoghi di lavoro ed è subito scontro tra i sindacati e il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico. Cgil, Cisl e Uil sono da sempre contro l'obbligo della certificazione verde per entrare nei luoghi di lavoro comprese le mense aziendali, a meno che non lo stabilisca una legge, mentre ieri Tridico si è detto favorevole «senza dubbi». «È una mia personalissima opinione, ma come professore universitario mi farebbe piacere che il mio rettore mi dicesse: senza il Green pass non puoi entrare in aula perché rischi di contagiare gli studenti», ha spiegato intervistato da La Repubblica. Un'opinione che arriva in soccorso di quella del presidente di Confindustria Federico Visentin che, bypassando il «falso problema delle mense», ritiene che il green pass debba essere obbligatorio per accedere in tutti i luoghi di lavoro; se i dipendenti non vogliono farselo e preferiscono i temponi se li devono pagare di tasca propria e, infine, chi non fa né vaccino né tampone può restare a casa ma senza stipendio. Invece i sindacati sono contrari su tutta la linea. «Parlare solo di green pass è riduttivo, serve una strategia complessiva e la conferma di tutte le misure di prevenzione a partire dai dispositivi individuali e dal distanziamento», dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. «Il green pass non può diventare uno strumento che divide e discrimina». Per una documentazione piena di contraddizioni e correzioni in corsa servirà dunque un ulteriore chiarimento da parte del governo. Anche perché a fine settimana finiranno le vacanze per 2 italiani su 3 e il problema diventerà «pratico». Secondo la faq pubblicata dal governo alla vigilia di Ferragosto, laddove c'è una consumazione del pasto al chiuso o il servizio di mensa aziendale è necessario esibire il green pass per poter accedere (fatti salvi i casi in cui la vaccinazione sia preclusa al lavoratore per questioni personali di salute). Epperò la faq non è una legge o un accordo sindacale, quindi non una norma vincolante, per cui rischiamo di rivedere scene come quella dell'azienda di Torino che ha installato alcuni gazebo con i tavoli fuori dalla mensa per i lavoratori senza il certificato verde, o i camalli di Genova che senza preavviso si sono visti chiedere il gp da una delle società che gestisce la distribuzione dei pasti, o alcuni poliziotti, a Milano come a Gorizia, che hanno mangiato in strada, sulle scale, poggiati sulle autogru o ai bordi di giardinetti, perché senza gp e poi risalire nelle auto col collega che invece aveva mangiato in mensa. Tutte situazioni che hanno provocato la rabbia dei sindacati che aspettano di essere convocati dal governo dopo aver inviato una lettera (senza risposta) ai ministri Andrea Orlando e Roberto Speranza nella quale scrivono che «l'obbligo del possesso di green pass per l'accesso alle mense aziendali e ai locali a queste assimilabili ad oggi non trova alcuna disposizione specifica normativa che lo stabilisce». Ma sulla questione neanche all'interno del governo Draghi c'è chiarezza. Ad esempio il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a Radio24 ha detto che il problema della mensa «deve essere in qualche maniera rivisto, perché la mensa è luogo di lavoro. È pur vero che dove c'è una mensa c'è maggior rischio di aggregazione, ma è vero anche che le norme e i protocolli le hanno messe in sicurezza». Infatti, ha spiegato il sottosegretario pentastellato, «sono d'accordo con Landini quando afferma che la mensa è luogo di lavoro e il green pass deve essere rivisto con un accordo tra le parti».