2018-11-13
Trenta difende il generale nemico dei confini
Il ministro Elisabetta Trenta si schiera con il capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli: «Sue frasi strumentalizzate, voleva solo dire che il mondo è cambiato». Ma il video la smentisce. Malcontento nel mondo militare: «Allora perché non abolite l'esercito?»Per il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, La Verità ha scritto cose non vere sul nuovo capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli. Nell'edizione di domenica, infatti, facevamo notare come il generale, intervenendo alla presentazione di un libro, avesse pronunciato una frase a dir poco inquietante, dato il suo ruolo: parlando del ruolo odierno dell'esercito, infatti, il graduato spiegava: «Non si tratta più di difendere i confini». E non è affatto una frase banale. La notizia ha presto fatto il giro della Rete. Lo psichiatra ed ex parlamentare Alessandro Meluzzi, per esempio, ha linkato il nostro articolo su Twitter, chiosando: «Dice la Costituzione: la difesa dei confini della Patria è un sacro dovere del cittadino! Questo che razza di soldato è? Vergogna!». Chiamata in causa da un altro utente sotto al commento di Meluzzi, la Trenta ha risposto linkando il video completo dell'intervento del generale Vecciarelli e scrivendo: «Ascolti e comprenda e capirà che quello che ha scritto non corrisponde a vero». Non è il solo tweet del ministro dedicato alla vicenda, anche perché molti sono stati gli utenti a sollecitare la Trenta sulla questione. «Prego ascoltare il video e non strumentalizzare. Il generale intendeva che la difesa è cambiata, non basta difendere i confini perché la minaccia è ibrida». E ancora: «Il generale intendeva che la minaccia è cambiata e non basta proteggere i confini, ma bisogna proteggere anche i flussi, i movimenti delle persone, controllare le migrazioni incontrollate, i movimenti di capitali. I pericoli non sono di meno, sono aumentati. Ascolti il video dell'Ansa». E poi, a chi le chiedeva di rimuovere Vecciarelli: «Per quale motivo? Perché ha detto che oggi non basta difendere i confini di fronte alla guerra ibrida e multiforme? Ha detto che serve di più e non di meno». Insomma, la posizione del ministro è chiara: le parole di Vecciarelli volevano solo indicare che le competenze delle forze armate vanno ampliate rispetto ai loro compiti tradizionali. E a provare tutto ciò ci sarebbe il video integrale pubblicato dall'Ansa. Peccato che quel video l'avessimo consultato anche noi: è proprio da lì che abbiamo tratto le dichiarazioni testuali del generale. Che, nella loro interezza, sono queste: «Noi abbiamo la fortuna di vivere in un Paese all'avanguardia in quelli che sono i diritti umani, per la volontà costituzionale, direi, di porci all'avanguardia tra i Paesi che vogliono appunto stabilità e sicurezza. La nostra funzione non sta cambiando. Quando c'era il mondo diviso in due (a causa della guerra fredda, ndr) addirittura era più facile provvedere alla sicurezza e alla difesa, si stava da una parte o dall'altra, la sicurezza aveva assunto una dimensione assoluta e quindi era più facile. Oggi è più indeterminata. Ci vede impegnati in molti settori ma sicuramente il nostro compito è quello di cooperare con tutti gli altri Paesi affinché le situazioni di instabilità siano ridotte al minimo possibile, vicine o lontane da noi. Facciamo parte di questa comunità, non siamo schierati né da una parte né dall'altra, se non quella della salvaguardia appunto della libertà, della sicurezza, della democrazia. Non si tratta più di difendere i confini, come poteva essere compreso una volta, oggi si tratta di difendere i flussi dei nostri cittadini, di potersi muovere in libertà, poter avviare della attività economiche industriali in molte parti del mondo, poter avere sicurezza dei flussi energetici». Una dichiarazione non sempre chiara, forse perché rilasciata a braccio, ma di sicuro non si sente dire che «non basta difendere i confini», come ha sostenuto il ministro. La frase è netta: «Non si tratta più di difendere i confini». Può darsi che Vecciarelli intendesse ciò che ha detto la Trenta, ma non è quel che ha detto: è troppo pretendere che il capo di Stato maggiore della Difesa usi espressione congrue quando parla dei confini nazionali che deve difendere?La cosa, comunque, sta generando un certo dibattito nel mondo militare. Sul sito «Congedati Folgore», il colonnello incursore in congedo, Corrado Corradi, si sfoga: «Beh, se i confini non devono più essere difesi, effettivamente, che cappero ci stiamo a fare noi?». Riportando il pensiero di Vecciarelli, aggiunge: «Se fosse così, aboliamole queste forze armate, che tanto disturbano quelle anime belle; quegli spiccioli che vengono dedicati a quello strumento che tanto infastidisce, ma tanto eleva l'onore e la credibilità internazionale della nostra patria, vadano a carabinieri e polizia [...] e il sacrificio passato e presente profuso da quei vecchi e logori soldatacci entri pure in un museo creato a bella posta per convincere il mondo che non è più il tempo della difesa della patria perché non esistono più nemici ma solo delinquenti».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)