2022-02-13
La tregua sanitaria apre le porte alla fase 2 dell’emergenza: il clima
Roberto Cingolani e Vittorio Colao sono agevolati nel pressare la società con la transizione ecologica.L’ottica in cui si è mossa la campagna vaccinale, con la prevedibile vittoria della coppia «genica» Pfizer-Moderna, contraddice una vasta letteratura epidemiologica che sconsiglia o addirittura esclude l’utilizzo di vaccini nel corso di un’epidemia. È tuttavia un’ottica comprensibile: i «vaccini» a mRna rappresentavano un’occasione unica per collaudare su scala quasi planetaria una terapia genica (già esistente ma «di nicchia») destinata a rivoluzionare l’intero assetto della medicina, a cominciare dalle terapie anti cancro. È anzi proprio questa destinazione eminente dei farmaci a mRna come terapia anti cancro a spiegare l’importanza dell’operazione, sul piano anzitutto delle ricadute economico finanziarie (nella prospettiva di un aumento vertiginoso del valore di mercato dei colossi farmaceutici Usa, con ottimi rimbalzi anche sul ruolo tedesco nel settore). Non è dunque improprio vedere nella martellante campagna vaccinale degli ultimi 12 mesi un’operazione dubbia sul piano medico (anche al di là delle note questioni relative alla durata della sperimentazione e alla composizione biochimica dei farmaci), e simile piuttosto, nelle intenzioni, a una gigantesca vetrina pubblicitaria: «Il farmaco rivoluzionario che ha sconfitto il Covid». Com’è noto, il successo dell’operazione è molto inferiore alle aspettative, sia per la palese incapacità di immunizzare, sia per i considerevoli, difficili da valutare e comunque allarmanti, effetti avversi. Le grandi aziende farmaceutiche hanno accusato il colpo - non per le proteste della «base» ma per una asciutta, razionale valutazione del rapporto costi-benefici - e sono già all’opera per archiviare l’episodio Covid e rilanciare la strategia vaccinale con farmaci «nuovi», e relativi investimenti. Il comparto dunque non lascia ma raddoppia. La fine dell’emergenza che la politica e i media stanno prefigurando per i prossimi mesi, in vista di un apparente «liberi tutti» per l’estate, va inserita in questa cornice più ampia. Sarà una tregua, imposta dal cambio di rotta del comparto farmaceutico: ma una tregua armata, a cui farà seguito - come predetto - una prossima, Dio non voglia troppo prossima, pandemia (l’«era delle pandemie», essendo la necessaria copertura ideologica delle metamorfosi in atto). Tregua armata sul piano strettamente sanitario, niente affatto tregua, invece, sugli altri piani - rivoluzione digitale e rivoluzione verde -, dove i piani governativi si stanno anzi scatenando. Il progetto, reso noto di recente, di un apposito Liceo Ted per la Transizione ecologica e digitale, sembra uscito come Minerva dalla testa bifronte del Colao-Cingolani: mostro mitologico a due facce della Quarta rivoluzione industriale su base pandemica. Che poi nelle grandi università l’occupazione delle aule - con mascherina e studenti vaccinati - sia tuttora contingentata, al punto da costringere un numero cospicuo di studenti a seguire le lezioni anche a due passi dalla sede universitaria, è la conferma sfacciata della funzione niente affatto sanitaria della teledidattica e delle garanzie offerte dagli atenei al sistema delle piattaforme anche a pandemia finita. La pandemia le ha introdotte a forza, con il pretesto dell’emergenza, ma le piattaforme resteranno: la «nuova normalità» scalda i motori. (Si dovrebbe aggiungere che i più accorti lo avevano previsto fin da subito, nella primavera 2020: ma poiché l’autoelogio non è di buon gusto, si sorvola).
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)