2020-09-08
«Trasporti, paesaggio e sanità per liberare le Marche dal declino»
Francesco Acquaroli: (Ansa)
Il candidato del centrodestra Francesco Acquaroli: «Da 25 anni il malgoverno di sinistra ha isolato la regione. Voglio cambiare il nostro destino e aprirci al mondo: con porti, strade e più ricerca. Qui Fdi può sorpassare il Movimento».Un'altra storica roccaforte della sinistra potrebbe cadere: il centrodestra non è mai stato così vicino a conquistare la presidenza della Regione Marche. Di questa sfida tuti i commentatori danno una lettura nazionale ma lui, Francesco Acquaroli, rivendica il suo impegno solo per costruire il futuro della sua regione. Deputato meloniano, con una militanza politica iniziata da ragazzo e che lo ha portato prima nel Popolo della Libertà e poi ad aderire a Fratelli d'Italia come fondatore e a essere prima consigliere regionale, poi sindaco e infine onorevole, ora però guarda il mondo dall'oblò di Potenza Picena, il suo paese natale. Si candida alla testa di tutto il centrodestra a presidente della Regione Marche. Eppure la sfida che sta conducendo è decisiva proprio per le sorti nazionali. «L'obiettivo che io mi pongo è di dare ai marchigiani le risposte che aspettano da troppo tempo. Sento la responsabilità della mia candidatura per la mia regione, io mi sto battendo nelle Marche per le Marche: voglio costruire con la mia gente un nuovo futuro per la nostra terra, voglio che chi ha sudato per far studiare i figli, chi ha messo su un'azienda, sappia che con quella fatica ha costruito una possibilità di rinascita. Lo dico da marchigiano: la mia terra merita molto di più, non può rassegnarsi al declino cui l'ha condannata un quarto di secolo di egemonia della sinistra».I sondaggi lo danno in largo vantaggio sul candidato del Pd, l'ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi. Dopo Donatella Tesei in Umbria, potrebbe essere l'uomo che piccona il monolite rosso del Centro Italia.Acquaroli lei ha tutto il centrodestra con sé, la Meloni ha dovuto tener duro sulla sua candidatura sfidando apertamente Matteo Salvini, pensa di farcela e sente il sostegno della coalizione?«Sono molto scaramantico, vedo i sondaggi che m'incoraggiano, ma aspetto e rispetto il giudizio degli elettori e mi impegno a rispondere ai loro bisogni, alle loro speranze. Mi fermano nelle piazze, mi chiedono di portare un cambiamento, di far risorgere la nostra economia, di salvaguardare il nostro paesaggio che è unico, di promuovere l'impresa e costruire un futuro per i giovani, sento che c'è fiducia. E questa fiducia è condivisa da tutto il centrodestra. Siamo coesi e pronti a governare la Regione con un progetto comune di rinascita».Domenica a Macerata Giorgia Meloni ha ribadito che quella delle Marche è una sfida decisiva. È consapevole che il sorpasso di Fratelli d'Italia sui 5 stelle passa anche o soprattutto da qui? «È la lettura che in molti provano a dare, dopo il voto saranno altri a fare queste valutazioni. Io mi batto per una competizione amministrativa che serve a dare un nuovo impulso a questa terra. Il sorpasso? I sondaggi lo segnano a livello nazionale, ma questo dipende anche da una politica di coerenza che in questi anni abbiamo portato avanti. Mi auguro che la voglia di risolvere i problemi dei cittadini sia premiata dai marchigiani, i quali sono stanchi di una cattiva amministrazione, hanno visto declinare inesorabilmente questa terra che era un modello: dopo 25 anni di egemonia del centrosinistra penso che il desiderio e il bisogno di cambiamento che i marchigiani esprimono dipenda in larghissima misura dal fallimento di chi ha governato finora la Regione. Quanto al crescente consenso Giorgia se lo merita tutto».Al punto che potrebbe essere la prima presidente del Consiglio donna in Italia? Ci sarà un derby con Salvini? «Conosco, posso dire, da sempre Giorgia Meloni, so che lei vive la politica con spirito di servizio. Studia, si applica, non cede alla demagogia né alle blandizie, sarebbe un ottimo presidente del Consiglio e mi auguro che accada per l'Italia per superare una crisi profondissima. Quanto al derby con Salvini sono tutte invenzioni: il centrodestra non è mai stato così unito. Anche perché sentiamo la responsabilità di dover salvare l'Italia».Come c'è da salvare le Marche. Da Eurostat, alla fondazione Merloni tutti certificano che le Marche sono state declassate in una regione «in transizione», che perde Pil e competitività. «Le Marche sono una terra eccellente, ricca di eccellenze che sono state progressivamente mortificate da chi ha sgovernato la Regione. Ed è vero che hanno subito un declino forte. Bisogna rompere l'isolamento con un grande piano d'infrastrutture. Noto che l'ultima grande opera, la Quadrilatero che ha rotto l'isolamento appenninico, l'ha fatta un governo di centrodestra. Dobbiamo rilanciare l'aeroporto e il porto di Ancona, completare la terza corsia dell'A-14, potenziare il trasporto ferroviario, cablare la Regione, dobbiamo metterci in collegamento con i corridoi europei. Accanto a queste infrastrutture materiali dobbiamo valorizzare la ricerca delle università e potenziare i distretti produttivi».E poi forse c'è anche la ricostruzione post sisma… «Quella non è una priorità, quella è una vera emergenza e anche un'indecenza! Dimostra nei fatti l'incapacità di governo regionale e nazionale di chi c'è stato finora. Noi dobbiamo ricostruire non solo gli edifici, ma il tessuto produttivo e le comunità, non possiamo assistere inermi allo spopolamento».Sulla sanità lei è stato duramente attaccato per un «refuso», ma la sanità è stato il settore privilegiato dal presidente uscente Luca Ceriscioli che il Pd ha deciso di non ricandidare. Lei che intende fare? «È stupefacente come per un evidente refuso (nella prima versione del programma “personale medico" è diventato “personale mediocre", ndr) venga poi attaccato con un travisamento della verità. Sarebbe bastato controllare il programma depositato per verificarlo. Non mi permetterei mai di dire a nessuno “mediocre", figuriamoci a chi ha scelto di dedicare la propria vita ai malati e ai più deboli. Piuttosto, la sanità va liberata dalla politica ed è quello che intendo fare. Ho tre obiettivi prioritari: evitare che la politica condizioni le azioni di chi opera nella sanità; scrivere un nuovo piano sanitario che coinvolga i territori, privilegi la medicina territoriale come servizio coinvolgendo i medici di famiglia, gli operatori sanitari e le strutture territoriali, i sindaci, avendo riguardo alla particolare conformazione del nostro territorio, porti al massimo livello possibile le eccellenze».Lei è parlamentare: si è sentito snobbato dal governo che è andato avanti a colpi di decreti e di mozioni di fiducia? «Il Parlamento è stato mortificato, non di meno noi abbiamo lavorato senza sosta per tentare di cambiare i provvedimenti che il governo ha fatto calare dall'altro e la cui inefficacia è purtroppo sotto gli occhi di tutti. La crisi dell'Italia è profondissima e penso che la vera reazione possa venire dai territori. Per questo mi sono candidato nelle Marche, per questo dalle Marche partirà il cambiamento».