2019-10-19
Transfughi e commissioni. Per la sua prima Leopolda Italia viva si atteggia da partito con oltre il 30%
Maria Elena Boschi prepara una crociata contro le fake news, mentre Matteo Renzi annuncia un «business plan» per il Paese. Si vocifera di nuovi arrivi, ma il partito è al 4%. Non svela il programma fino all'ultimo minuto, parla come un numerologo e inneggia al «business plan», da general manager della nazione. È il galvanizzatissimo Matteo Renzi della prima Leopolda targata Italia viva - kermesse arrivata alla decima edizione in senso assoluto - aperta a Firenze nel primo pomeriggio di ieri con l'inaugurazione di una mostra autocelebrativa sul periodo in cui era a Palazzo Chigi. «Siamo la casa del futuro», scrive tramite la sezione news del sito dei suoi Comitati azione civile, «non la casa della nostalgia». E poi via con una carrellata di immagini del passato (sic), come quella che lo ritrae di spalle su una panchina accanto a Barack Obama e Angela Merkel, in preda a un rinnovato (o forse mai sopito) desiderio di G7. Ognuno ha i propri gusti e quelli dell'ex rottamatore sembrano vertere non solo sulla fotografia (la mostra è dedicata al defunto Tiberio Barchielli, l'amico fotografo che Renzi aveva portato con sé dal Pd a Palazzo Chigi), ma anche sul suo numero fortunato, il 10, che elegge a cifra con cui misurare più o meno tutto. «Partiremo […] ricordando i nostri primi 10 anni», si legge sempre nella lettera pubblicata per l'opening, e «ragioneremo di come sarà il mondo tra 10 anni». Una certa dose di megalomania non gli manca mai, e raggiuge il suo picco massimo quando parla di «business plan per l'Italia, fatto di crescita e sostenibilità» e di «sfide ambientali», con tanto di primo albero da piantare nel cuore della manifestazione. Perché il senatore semplice lo ha promesso: «Per ogni iscritto, Italia viva pianterà un albero e inizieremo proprio da Firenze». In effetti mancava solo l'elemento new age a un'atmosfera quasi surreale, con Renzi che si comporta come il leader di un partito oltre il 30% di consenso, dimenticandosi di avere solo uno sparuto 4%. Intanto il Matteo leghista, Salvini, ieri occhieggiava da un maxischermo piazzato accanto al binario che dalla stazione Tiburtina portava proprio a Firenze i fedeli renziani. Presenti alla manifestazione Francesco Bonifazi, Ettore Rosato e Luigi Marattin. E anche il deputato Pd Filippo Sensi, in veste di amico (dice lui): «Sono qui per Tiberio (Barchielli, ndr) e per Matteo, ovviamente». E poi ci sono i grandi assenti. I renziani - gli ex renziani - rimasti nel Partito democratico. Simona Malpezzi, Andrea Marcucci, Alessia Morani, Anna Ascani, Dario Parrini. E poi Luca Lotti, ex braccio destro del Rottamatore. «Certo dispiace per tanti amici che non ci sono, ma per noi è una liberazione essere usciti dal Pd», osserva Marattin. «A partire dalla prossima settimana ci saranno nuovi arrivi di parlamentari. Anche dal Pd», dice un big renziano. Sui nomi, massimo riserbo. Nei giorni scorsi si era parlato di Renata Polverini, senza nessuna conferma. «Piano piano, ne facciamo arrivare qualcuno alla volta. Questa cosa dello stillicidio ci piace», scherzano in Italia viva. Una notazione la merita l'apprezzamento esplicito del padrone di casa su Mara Carfagna, onorevole di Forza Italia nel bel mezzo d'una fase di forte turbolenza col proprio leader: «La vorrei in una prossima Leopolda e le vorrei dare nel partito un ruolo da assoluta protagonista». Ma alcuni renziani osservano: «A voler essere machiavellici viene da pensare che Berlusconi voglia spingerla verso di noi...». E Maria Elena Boschi? La capogruppo di Italia viva alla Camera si dice proiettata verso la guerra alle fake news, che per la sinistra sono il male assoluto del nostro tempo (nonostante esistano da quello di Platone). È lei la prima firmataria della proposta di legge sulla istituzione di una «commissione parlamentare di inchiesta contro la disinformazione», per indagare a ritroso sugli ultimi cinque anni e sulle elezioni. Arrivando al programma della tre giorni, dopo la serata di ieri con il collegamento con Kobane «per parlare con alcune meravigliose ragazze curde che stanno combattendo contro l'allucinante aggressione turca», ha spiegato Renzi, stamattina si partirà con la presentazione del «Family act renziano», con la ministra Elena Bonetti e poi con i tavoli per scrivere il programma, che dovrebbe «partire dal basso». Nel pomeriggio spazio agli interventi dal palco fino a quando inizierà la cerimonia di presentazione del simbolo vincitore della gara online. Ci saranno contestualmente l'atto costitutivo, la carta dei princìpi, l'apertura formale delle iscrizioni a Italia viva, «tutto online», ci tiene a sottolineare l'adrenalinico leader. Domani mattina, infine, spazio per l'intervento del ministro dell'Agricoltura, Teresa Bellanova, e poi per quello di Renzi, da mezzogiorno. Prepariamo i popcorn.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.