
Il Riesame deciderà sugli arresti al governatore, che non si candiderà alle prossime elezioni. Per il giurista, interpellato dai legali della difesa, la misura è sproporzionata.La misura cautelare degli arresti domiciliari non sarebbe stata bilanciata in modo accurato dal giudice per le indagini preliminari e risulterebbe sproporzionata. Il parere del giurista Sabino Cassese, già ministro per la Funzione pubblica nel governo di Carlo Azeglio Ciampi, professore della Normale ed emerito della Corte costituzionale, irrompe nell’inchiesta sugli affari nel porto di Genova. Sulla valutazione giuridica, richiesta dall’avvocato Stefano Savi, che difende il governatore ligure Giovanni Toti, finito ai domiciliari con un’accusa di corruzione, è stata elaborata la richiesta al Tribunale delle Libertà (in appello, ovvero dopo l’impugnazione di una ordinanza con la quale il gip aveva rigettato le richieste della difesa) di revoca della misura cautelare o, in alternativa, la sua attenuazione.E mentre la Procura davanti ai giudici del Riesame (in sede di appello) ha insistito sulla conferma degli arresti domiciliari, la difesa ritiene che misure alternative, venuta meno la possibilità di inquinamento probatorio, possano riequilibrare la situazione: il divieto di dimora a Genova, che manterrebbe, per la legge Severino, la sospensione dall’incarico istituzionale di presidente (analoga misura era stata adottata nel caso dell’ex governatore lucano Marcello Pittella, poi assolto dalla Cassazione con formula piena); l’obbligo di dimora nella provincia di residenza che, pur annullando la sospensione della carica istituzionale, tuttavia ne sottoporrebbe l’esercizio a un fattivo controllo del giudice autorizzante ogni spostamento (analoga misura era stata applicata al governatore calabrese Mario Oliverio); e la cancellazione del divieto assoluto di comunicazione, fatti salvi i contatti diretti con persone collegate all’inchiesta in corso. E infatti le valutazioni di Cassese sottolineano la necessità di «riequilibrare, almeno parzialmente, le esigenze dell’inchiesta a quelle dell’agibilità politica e istituzionale del governatore». Innanzitutto, secondo Cassese, la decisione del gip sarebbe stata presa senza considerare altri aspetti oltre alla gravità dei fatti e alle esigenze di cautela. Tuttavia, secondo la Corte Costituzionale, «un corretto bilanciamento», valuta Cassese, «deve tenere conto anche del buon andamento dell’amministrazione, della volontà popolare espressa attraverso le elezioni e del principio di non colpevolezza fino alla condanna definitiva». Il presidente della giunta regionale, ha spiegato Cassese, «svolge funzioni cruciali. La continuità delle sue attività è fondamentale per il buon funzionamento dell’amministrazione regionale». E la custodia cautelare impedisce «lo svolgimento delle funzioni del presidente, causando effetti negativi sul funzionamento della Regione e sui diritti degli elettori». E richiama alcune decisioni della Corte Costituzionale: «Deve essere effettuato un ragionevole bilanciamento tra la gravità del reato e le esigenze amministrative». In conclusione, secondo Cassese, «le misure cautelari devono essere proporzionate non solo in relazione ai fatti, ma anche considerando l’impatto sull’amministrazione, il rispetto della volontà popolare e i diritti dei terzi». Il Tribunale di Genova, quindi, dovrebbe riesaminare l’ordinanza, bilanciando questi elementi. Se non dovessero essere considerati, Cassese apre la strada alla necessità di chiedere «un giudizio di costituzionalità». Il problema giuridico è che la legge impone al giudice di applicare la misura meno afflittiva (ma sufficiente) e gli permette però di scegliere quella più afflittiva. Le prossime elezioni regionali in Liguria sono ancora particolarmente distanti (un anno e tre mesi). E Savi ritiene che non possano rappresentare «un rischio né attuale (per via del lasso di tempo non breve, ndr) né concreto, visto che Toti non si presenterà». Ed è sui temi ritenuti dal gip ostativi alla revoca dei domiciliari che batte l’avvocato Savi: «Da quella pronuncia è trascorso un ulteriore mese. In questo tempo, per quanto riguarda il rischio di reiterazione del reato, sono sopraggiunti fatti che lo rendono anche astrattamente impossibile».
Martha Argerich (Michela Lotti)
La leggendaria pianista argentina: «Suono troppo, ho molti dubbi e non so cosa fare del tempo che mi resta. Quest’arte però è grande come l’amore. Non può sconfiggere il male, ma ha il potere di toccare l’inconscio».
Papa Leone XIV (Ansa)
Da domani, il pellegrinaggio Lgbt a Roma con messa («profetica», dice lui) di monsignor Savino. Prevost, però, non riceverà i fedeli omosex, anche se il loro ideologo, il gesuita Martin, giura: «Prevost è come Francesco». Mentre Zuppi lo tira per la stola sui migranti.
Toni Capuozzo (Ansa)
Il giornalista Toni Capuozzo: «L’Ue è morente e la Russia che vuole invaderci è la minaccia immaginaria perfetta per risollevare i consensi».
2025-09-04
Dimmi La Verità | Flaminia Camilletti: «Alcune considerazioni sulle regionali, a partire dal Veneto»
Ecco #DimmiLaVerità del 4 settembre 2025. La nostra firma di punta di politica Flaminia Camilletti espone alcune considerazioni sulle regionali, a partire dal Veneto il centrodestra cerca i candidati a presidente.