2019-10-21
Paolo Del Debbio: «Torni il bipolarismo. È l’unica via d’uscita da questo papocchio»
Il giornalista: «Un'alleanza definitiva Pd-M5s regalerebbe il 50% a Salvini. Nel Def solo tasse occulte: ci tosano, ma il pelo è finito».«Più che una “manovra Greta", mi pare una manovra “gretta". Più tasse e nessun progetto vero». Il premier Giuseppe Conte? «Ècome il pesce camaleonte, dove lo metti sta». Il patto Pd-M5s? «Una creatura mitologica». Il professor Paolo Del Debbio, popolare conduttore Mediaset alla guida del programma Dritto e rovescio, scorre i capitoli della finanziaria e scuote la testa.Cosa non digerisce di questa legge di bilancio?«Il difetto fondamentale è che non ha nessuna visione. Sono poco più che schizzetti su un quadro senza cornice». Una toppa provvisoria per gettare la palla avanti?«Non c'è dubbio. Faccio la manovra ecologica, e quindi tasso la plastica. Poi faccio la manovra salutista, e tasso le bibite zuccherate. Cose già viste. Siamo i maestri del “mimetismo fiscale", vale a dire tasse mascherate». È tornato lo Stato etico? «Anche quella è una vecchia storia, che può ripresentarsi. Per esempio, le bibite: non tutte fanno male. È tutto da dimostrare che ci siano morti per colpa della cedrata Tassoni». Chi pagherà il conto?«Me lo chiedo anche io. Chi è che va al supermercato a comprare le bibite o le bottigliette d'acqua di plastica? Ovviamente il piccolo consumatore, quello del mercato di massa, non certo il riccone della situazione». Pagano sempre i soliti?«Da tanti anni in Italia si fanno bei discorsi sulle riforme fiscali, e poi si va a sparare sempre sulle stesse persone. Cioè su quelli a stipendio fisso che stanno tra i 20 e gli 80.000 euro all'anno». Quelli che non possono scappare.«No che non possono. E sono quelli che complessivamente finanziano il 90% delle entrate dello Stato. Come diceva Luigi Einaudi, il tassatore in Italia è un tosatore: tosa piano piano, ma il problema è che di pelo da tosare non ce n'è più. Siamo arrivati alla pelle». Contro la pioggia fiscale, dove rimediamo l'ombrello?«Se le tasse sono una pioggerellina, è normale che ci siano. Se però diventano grandine, rovinano i vigneti, gli uliveti, il paesaggio, la ricchezza e le persone».In realtà la battaglia contro l'evasione, almeno a parole, non è mai stata così sbandierata. Addirittura si dibatte sul carcere per chi sfugge all'erario.«Io ho 61 anni. Ho cominciato ad annusare qualcosa di politica verso i 15. E mi ricordo che in tutti gli annunci delle leggi di bilancio figurava sempre la lotta all'evasione. E poi alla fine si faceva poco o nulla. Allo stesso modo, quando si annuncia che le tasse diminuiscono, alla fine aumentano». Di cosa avremmo bisogno?«Di una radicale riforma del sistema fiscale. Dev'essere più semplice, e i pesi si devono redistribuire. Gli italiani, che non sono scemi, lo accetterebbero. Però, ripeto, ci vuole una visione almeno quinquennale. Un passetto per volta, ma con una logica».Invece?«Invece il nostro fisco è come una casa tirata su un pezzo per volta, senza progetto. Barcolla, cade da una parte, certe stanze sono piccolissime e altre enormi. Un casino».Ha sentito cosa ha detto Giuseppe Conte a Bruxelles? Con i proventi dell'emerso vogliono tagliare l'Irpef a partire dal 2020. «Sì, e se mia nonna avesse le ruote sarebbe un carretto». Perché l'Europa adesso chiude gli occhi sul deficit italiano?«All'Europa interessava togliersi dalle palle Matteo Salvini, e ci sono riusciti. Adesso, anche grazie al presidente Sergio Mattarella, saranno molto più benevoli nei nostri confronti». Quindi sui numeri, due pesi e due misure?«D'altronde è già capitato: ai francesi e agli spagnoli hanno fatto fare quello che volevano, la Grecia invece l'hanno ammazzata». Al posto di Conte, sarebbe «sereno» con Matteo Renzi alle spalle che ogni giorno sgancia una bomba contro il governo?«Questo non lo so. Certamente fossi in Renzi avrei il mal di stomaco, di fronte a questa manovra». Pensa che i renziani faticheranno a votarla?«O Renzi fa uso e abuso di Maloox, oppure la vedo dura». Chi ha vinto il duello televisivo tra Renzi e Salvini? «Potrebbe essere stato un gioco win win. Mi pare che Salvini abbia rinfocolato i suoi. E Renzi forse ha conquistato un po' di voti moderati». Che succede se Matteo Salvini vince in Umbria? Si sgretolerebbe il patto Pd-5 stelle?«Ma figurati. Diranno che hanno sbagliato gli elettori». Intanto ieri i leader del centrodestra hanno manifestato uniti. Ritorno al passato?«Non credo si possa tornare al vecchio centrodestra. Ma è bene che in un Paese ci siano un centrodestra e un centrosinistra. L'alternativa è un grande papocchione al centro con due ali estreme, che è quello che vogliono i filodemocristiani». La famigerata «maggioranza Ursula» che qualcuno vorrebbe importare in Italia.«Se la fanno, la Lega arriva al 50%». Silvio Berlusconi è sceso in piazza con Salvini e Giorgia Meloni. Ma in Forza Italia qualcuno si è smarcato, per la presenza dell'estrema destra. «In effetti Casapound in quella piazza non c'entra nulla. Non dico di usare lo scanner, ma si può anche dire che quelli là non sono graditi». Qual è lo stato di salute di Forza Italia?«Come dicevano i filosofi medievali, ci sono le sostanze e gli accidenti. La sostanza vive per sé, mentre gli accidenti vivono in relazione a un altro. Ebbene, Forza Italia è l'accidente di Berlusconi, che è la sostanza». E dunque?«E dunque se c'è Berlusconi, c'è Forza Italia. Lui continua ad avere un pacchetto di voti, per affezione, per appartenenza, per identificazione. Invece senza Berlusconi, il partito finisce al 2-3%. E magari in quel caso nascerà qualche altra cosa». Renzi avrebbe confidato ai suoi di volere Mara Carfagna nel suo nuovo partito, in un ruolo di primo piano. Quanto è forte il richiamo del Giglio magico tra le truppe forziste?«Non mi meraviglia che molti vogliano imbarcarsi. Renzi tende a passare per un democratico di stile americano. E quindi nel suo partito ci possono essere quelli più di sinistra e quelli più liberali. La Carfagna potrebbe essere la parte pro mercato. Ma non mi stupirei se qualcuno passasse anche con la Lega o con altri». Perché?«Prendiamo i territori. In Emilia Romagna c'è stato una specie di esodo di voti forzisti verso Fratelli d'Italia. Anche molti dei voti che Giorgia Meloni ha preso in Puglia arrivavano da Raffaele Fitto». Si favoleggia anche di parlamentari pronti a confluire nel futuro partito di Giuseppe Conte. Plausibile?«Nella vita si vede di tutto. C'è anche chi per fare un torto alla moglie si taglia i coglioni. Vogliono andare con Conte? Che vadano. È un personaggio poliedrico, che peraltro in questa fase va benissimo».In che senso?«Quando è andato dal Pd ha detto che è sempre stato di sinistra. Quando è andato dalla Meloni ha detto il contrario. È un furbetto. Una persona perfetta per mettere insieme cose che insieme in natura non stanno. Come quel pesce camaleonte che prende il colore del fondo del mare, come è che si chiama?».Temo di non avere un'enciclopedia sottomano. «Si chiama lachnolaimus maximus, altrimenti detto il “pargo gallo". Si confonde con l'ambiente circostante: diventa rosso, giallo, verde. Ecco, per me Conte d'ora in poi sarà il pargo gallo». Uscendo dalla metafora ittica, pensa che il Partito democratico possa intavolare un'alleanza permanente con i 5 stelle? Sono partiti geneticamente simili? «Geneticamente simili direi proprio di no. Perché il Pd nasce su una base ideologica solida, mentre i 5 stelle sul nulla. Quindi geneticamente nascerebbe un ermafrodito, diciamo. Una creatura mitologica».A proposito di nuove creature, chi la spunterà al centro? Carlo Calenda? «È uno che avrebbe anche delle idee, però si allea con Emma Bonino che non ti porta un voto. Non saprei». C'è Urbano Cairo nel dopo Berlusconi? «Un imprenditore molto capace, visto che è arrivato a prendere il Corriere della Sera. Ma a naso non mi pare un trascinatore di folle». Beppe Sala nel dopo Zingaretti?«Ammicca a tanta gente, è un po' troppo furbetto per fare il leader. E gliel'ho anche detto. È una dea Kali con cento mani. Lo vedo benissimo, ma a fare il sindaco». Insomma, in questi profili non vede il famoso quid. «Mi pare soprattutto che manchi il quod. Serve consistenza, altrimenti i voti come li prendi?».
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