2024-06-04
Torna «Gomorra» con il prequel
True
«Gomorra - La serie: Dieci anni dopo» (Sky)
Per celebrare i primi dieci anni dall’esordio della sua serie migliore, Sky ha deciso, infatti, di riunirne il cast, per uno speciale che promette di raccontare quel che non si è visto: il set, i suoi meccanismi, le dinamiche fra gli attori, il loro chiacchiericcio. Gomorra – La serie: Dieci anni dopo ha debuttato su Sky Atlantic domenica 2 giugno per rimanere poi disponibile in streaming, su NowTv.Niente, ormai, finisce davvero. Nemmeno Gomorra, che un giorno di tre anni fa ha finto di salutare i propri spettatori. Lo show Sky, il primo ad aver proiettato l’Italia nella galassia della serialità degna di questo nome, è finita nel 2021, dopo cinque stagioni, svariati colpi di scena, dopo morti e risurrezioni. È finita, ma non per davvero, non come la parola fine dovrebbe lasciare intendere.Gomorra ha avuto uno spin-off. Oggi, ha un prequel in lavorazione, storia di come Pietro Savastano, nato ragazzo fra i tanti di strada a Napoli, sia diventato il boss dei boss. Tornerà, dunque, e non solo sottoforma di serie vera e propria. Per celebrare i primi dieci anni dall’esordio della sua serie migliore, Sky ha deciso, infatti, di riunirne il cast, per uno speciale che promette di raccontare quel che non si è visto: il set, i suoi meccanismi, le dinamiche fra gli attori, il loro chiacchiericcio. Gomorra – La serie: Dieci anni dopo ha debuttato su Sky Atlantic domenica 2 giugno per rimanere poi disponibile in streaming, su NowTv. E ci saranno tutti: Marco D’Amore (Ciro Di Marzio), Salvatore Esposito (Genny Savastano), Fortunato Cerlino (Don Pietro Savastano), Maria Pia Calzone (Donna Imma), Ivana Lotito (Azzurra) e Cristina Donadio (Scianel). Ci saranno contributi speciali, partecipazioni inedite, un concorso di voci volte a ripercorrere quegli anni, quel percorso, quel modo di raccontare Napoli che ha rivoluzionato (e per fortuna) la narrativa televisiva italiana.È stata la prima volta, il dialetto più stretto l’unico mezzo di comunicazione con l’esterno. Gomorra ha debuttato con i sottotitoli, nel 2014. Subito, s’è gridato allo scandalo, non per il napoletano, ma per il modo crudo e cruento di raccontare la camorra. Senza sconti, senza tentativi di edulcorare il male. Tanti, ad ogni stagione, hanno parlato di «fascinazione del male», accusando Roberto Saviano e Sky di aver attribuito un fascino eccessivo a quei personaggi, trasformandoli in antieroi capaci di ergersi (per la moltitudine di ragazzini in ascolto) a modelli di vita. Non solo. Tanti hanno aggiunto, con enorme sdegno, che Napoli è ben altro, tacciando il team di Gomorra di aver giocato e lucrato sui luoghi comuni, perpetrando lo stereotipo per cui la Campania non sarebbe niente all’infuori di un coacervo di illegalità. Le polemiche sono arrivate puntuali, con ogni stagione, con ogni episodio. Eppure, niente, nemmeno le accuse pesanti che negli anni sono state mosse alla serie, ha saputo inficiarne il successo. Non in Italia, non all’estero, dove Gomorra è stata venduta e trasmessa.Gomorra, di cui lo speciale ripercorrerà la genesi e la portata innovativa, ha fatto il proprio corso, imponendo il proprio stile. Uno stile che si è retto sulla sostanza del racconto, così forte da non aver bisogno di altro. Nessun attore, all’epoca, era particolarmente noto. Alcuni, come Salvatore Esposito, erano poco più che esordienti. Una scommessa vinta, la cui grandezza verrà ricordata dieci anni dopo, con il senno del poi e un’aneddotica allora impensabile ad accompagnarla.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.